0.1
0.2
0.3
0.4 lugliatica (Libro dello scalco, 1609; Roma).
0.5
0.6 lugliatica (sec. XIV, P. de' Crescenzi, Trattato dell'agricoltura, GDLI, TB [s. uva e lugliatico], CRUSCA I-IV [s.v. lugliatico], agg.; 1532, G. Della Casa, Lettere, GDLI, sost.; GRADIT; SC [s.v. lugliatico], agg.; Zingarelli 2023).
Forme concorrenti: luienga(XIII sec., Bonvesin da la Riva, TLIO); lugliolo (prima metà del XIV sec., Libro della cura delle malattie [volgarizzamento], GDLI; TLIO [segnala che potrebbe trattarsi di un falso del Redi]; av. 1597, G. Soderini, Trattato della coltivazione delle viti, GDLI, s.v. agostino; TB, s. uva; Crusca II-IV, s.v. lugliatico e lugliolo); lugliese (1829-1840, Tramater, Vocabolario universale italiano, GDLI); luglienga (1898-1903, G. B. Ballesio, Fraseologia italiana, GDLI; GRADIT; Zingarelli 2023); luglierina (XIX sec., senza fonte, DEI).
Forme dialettali: ven. lugiadega (DEI); emil. jadga (DEI); romagn. aglièdga (DEI); monferr. alienga (DEI); pavese lüvenga (DEI).
0.7 Der. da luglio < lat. JŪLIUM (DELIN).
0.8 Lugliatica designa una varietà di uva bianca che matura nel mese di luglio. La voce deriva appunto da luglio, ed è da ritenersi esito della nominalizzazione dell'agg. lugliatico per omissione del primo elemento nel sintagma uva lugliatica.
Nel corpus AtLiTeG la forma è attestata nel solo Seicento; ciò non deve però essere interpretato quale indicazione di una circoscritta distribuzione diacronica della forma, peraltro accolta dai principali vocabolari dell'uso, si tratta piuttosto di una conseguenza della bassa frequenza della parola, le cui occorrenze sono poco numerose perché solitamente le ricette non ritengono necessario specificare la varietà di uva da impiegare, al di là della distinzione tra bianca e nera. Non sarà allora un caso che lugliatica si ritrovi proprio nel Libro dello scalco e ne L'apicio: Evitascandolo la propone nei menu estivi e Vasselli la cita nei resoconti di banchetti tenuti nel mese di luglio.
Spostando lo sguardo al di fuori del corpus di riferimento, si possono rinvenire attestazioni del lessema sin dal XIV sec., per la precisione nel Trattato dell'agricoltura di P. de' Crescenzi, una fonte nella lettura della quale i lessicografi sono discordi: la documentazione del TLIO riporta luiatiche, mentre GDLI e TB trascrivono lugliatiche; riteniamo la soluzione grafica adottata dal TLIO sia da preferirsi, ma non concordiamo con l'attribuzione dell'etichetta di sostantivo all'occorrenza: a nostro avviso, nel contesto si deve riconoscere un valore aggettivale («sono ancora altre maniere d'uve bianchi [...] E queste sono moscadelle [e luiatiche] le quali ottime sono da mangiare e in arbori», TLIO). Più antica è la prima attestazione della forma concorrente luglienga (luienga, XII sec., Bonvesin da la Riva, TLIO), con suff. germ. -éngo (Nocentini), ancora oggi vitale (GRADIT, Zingarelli 2023).
Segnaliamo, infine, che il GDLI attesta anche luiatico 'vino ricavato dall'uva lugliatica' (1620, G. C. Croce).
0.9 Categorie
0.11 Crusca (lugliatico); Crusca (lugliolo); DEI; GDLI (lugliatica, luglienga, lugliese); GDLI (lugliolo); GDLI (luiatico); GRADIT; Nocentini; SC; TB; TLIO; Zingarelli 2023.
Autore della scheda: Giovanni Urraci
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/229