0.1
0.2
0.3
0.4 maroncini (Banchetti, compositioni di vivande et apparecchio generale, 1549; Ferrara)
0.5
0.6 maroncino (1598, G. Florio, World of wordes, 'a kind of simnell or cracknell'; 1640, A. Oudin, Dittionario italiano, et francese, 'maroncino, sorte de craquelin'); par. maronzèn (1858, C. Malaspina, Vocabolario parmigiano-italiano, 'sorta di dolci composti di zucchero, mandorle e chiari d'uova - amaretti col seme'; 1892, C. Pariset, Vocabolario parmigiano-italiano, 'amaretti col seme'); gen. maronsini (1851, G. Casaccia, Vocabolario genovese-italiano, 'pezzetti di pasta di forma per lo più romboidale, fatti di farina, zucchero e mandorle, che vendonsi attorno dai cialdonaj'; 1870, L.M. Pedevilla, A colombiade, «comme pe varia un po spesso se piggia / fra i maronçini dosci l'amaretto»; 1876, G. Casaccia, Vocabolario genovese-italiano [II ed.], 'specie di bericcocoli, di forma per lo più romboidale, fatti di farina, miele e pinocchj, che vendonsi attorno da' cialdonaj').
0.7 Der. da marrone (GDLI).
0.8 Nel corpus AtLiTeG la voce è attestata esclusivamente nel Messi Sbugo, a cui attinge anche il GDLI. Altre occorrenze emergono in ambito dialettale, nello specifico genovese (maronsino) e parmigiano (maronzèn), dove la forma gode ancora di una certa vitalità; in particolare, i maronsini paiono oggi essere prodotti specialmente a Uscio (GE): le ricette rinvenibili online differiscono in maniera anche significativa, ma si riferiscono sempre a biscotti di forma tonda e leggermente convessi.
Il GDLI e Faccioli (1966: 400) definiscono maroncino come 'tipo di pane dolce', e Catricalà (1982: 179) ipotizza che tale pane poteva forse essere realizzato con farina di castagne; la presenza di farina di castagne è però quanto meno dubbia, dato che tale ingrediente è assente nei continuatori moderni e non vi fanno riferimento né il Florio né l'Oudin. Queste due opere lessicografiche concordano invece nell'evidenziare la croccantezza della preparazione (Florio segnala l'affinità rispetto ai cracknell, Oudin con i craquelin), un dato che, supportato da forma e consistenza degli attuali maronsini, dalla derivazione mediante il diminutivo -ino e dal fatto che le occorrenze siano sempre al plurale, suggerisce si trattasse di piccoli biscotti piuttosto che di una tipologia di pane come ipotizzato dai precedenti commentatori.
In ogni caso, il rimando ai marroni è evidente e innegabile; è però plausibile il riferimento non fosse a un ingrediente, quanto piuttosto all'aspetto di questi dolcetti: le dimensioni, la forma tondeggiante o romboidale e la convessità potrebbero infatti ricordare l'aspetto dei marroni. Si notino inoltre i paralleli con gli amaretti in Malaspina 1858, Pariset 1892 e Pedevilla 1870; una similitudine forse basata sulla presenza di una crosta croccante e sul colore, che è effettivamente affine a quello delle castagne.
In definitiva, circa la natura dei maroncini di Messi Sbugo è possibile formulare solo delle congetture; è però lecito ipotizzare si trattasse di piccoli biscotti, convessi e di forma tondeggiante, forse di colore marroncino, tra i cui ingredienti è plausibile vi fossero farina, zucchero e mandorle.
0.9 Categorie
0.11 Casaccia 1851; Casaccia 1876; Florio 1598; GDLI; Malaspina 1858; Oudin 1640; Pariset 1892; Catricalà 1982; Faccioli 1966; Pedevilla 1870.
Autore della scheda: Giovanni Urraci
Pubblicata il: 31/05/2024
Condizioni accesso: Open Access
Licenza di utilizzo: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.it
Copyright: AtLiTeG
Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/161