ramaglietto s.m. Completa da revisionare

0.1

  1. 'mazzetto di erbe o di fiori'

0.2

  1. ramagletti -

0.3

  1. ramagli -

ramagli di Genova - Roma 1627

0.4 ramagletti (Convito fatto ai figliuoli del re di Napoli da Benedetto Salutati e Compagni mercanti fiorentini, 1476; Firenze); ramagli (Lo scalco prattico, 1627; Roma).

0.5

  1. 'mazzetto di erbe o di fiori'
    1. Convito fatto ai figliuoli del re di Napoli da Benedetto Salutati e Compagni (16/02/1476, Firenze) = Signor Duca uno grande bacino lavoratovi su una montagnia di verdura conposta di ramagletti e finissmi odori, con carrafelle di polvere, e aque molto degnie, che si sparsono per tutta la tavola. (1v)
    2. Lo scalco prattico (1627, Roma) = Cucuzzata, cedri conditi, ramagli di Genova, torzi di lattuca, in bacili dorati. (40)
    3. Lo scalco prattico (1627, Roma) = Un altro bacile di ramagli, torzi di lattuca, e pizze di persicata. (106)
    4. Lo scalco prattico (1627, Roma) = Diciotto bacili di pasta di Genova di diverse sorti, di pera, prugne, torzi di lattuca, cedri conditi, cucuzzata, ramagli, pomi d’Adamo, scompartiti sei bacili per piatto. (124)

0.6 ramaglietto (1510-1568, L. Tansillo, Capitoli, GDLI; 1840-1886, V. Imbriani, Per questo Cristo ebbi a farmi turco, GDLI); ramaglio (1627, V. Lancelotti, Lo scalco prattico, GDLI).

0.7 Prestito dallo sp. ramillete 'mazzolino di fiori' (DEDI, s.v. ramagghièttu; Beccaria 1968: 13 n.). Piuttosto che come l'esito di una mozione a partire da ramaglia 'insieme di rami e sterpi' < ramo, ramaglio andrà considerato un derivato a suffisso zero di ramaglietto, dovuto a reinterpretazione del suffisso (l'ipotesi della mozione è in GDLI, s.v. ramaglio).

0.8 Al di fuori della documentazione qui riportata, nel XVI secolo la forma ramagli occorre all'interno del Trinciante di Vincenzo Cervio (1581); il passo («pistacchi, pignoli, mandole, coriandoli ricci, cinamomi, fulignati, anisi, cotognata di Portogallo e di Bologna, pizze di Genova, persicata, ramagli [...]») è riportato in Faccioli 1997: 537, ma la glossa dello studioso, 'dolci confezionati in recipienti di rame', in assenza di ulteriori riscontri non persuade. Una certa vitalità del tipo sembra potersi rilevare per l'area napoletana: accanto alle attestazioni in Tansillo e Imbriani (cfr. campo 0.6) vanno infatti registrate le occorrenze delle forme ramaglietti e gramaglietti in Crisci 1634 (sull'alternanza gr-/r- in napoletano vd. Ledgeway 2009: 99 ). Anche le fonti lessicografiche napoletane dei secoli successivi documentano la parola (Greco 1856, Rocco 1882-1891, Altamura 1956, D'Ascoli 1993) ma un passaggio in Cavalcanti 1839: 105 lascia supporre una fuoriuscita dall'uso, nel corso del XIX secolo, a favore di lessotipi concorrenziali: «[...] attorno a queste poche descritte erbe situate in dettaglio con qualche simetria si ci adatta la carne pesta come per le polpette, e nel mezzo, quello che ora dicesi raguncino, o buchè, chiamavasi ramaglietto [corsivo d'autore], e così l'altra carne sopra [...]». Per quanto riguarda la locuzione ramagli di Genova, i contesti sono troppo opachi per proporre una definizione.

0.9 Categorie

0.11 DEI 3201. GDLI. DEDI. Altamura 1956. Beccaria 1968. Cavalcanti 1839. Crisci 1634. D'Ascoli 1993. Faccioli 1997. Greco 1856. Ledgeway 2009. Rocco 1882-1891.


Autore della scheda: Salvatore Iacolare

Pubblicata il: 31/05/2024

Condizioni accesso: Open Access

Licenza di utilizzo: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.it

Copyright: AtLiTeG

Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/147