0.1
0.2
0.3
0.4 cavolata (Libro de arte coquinaria [Anonimo Catalano], Sec. XV ultimo quarto; Toscana)
0.5
0.6 cavolata (sec. XIII ex./a. 1336, Cenne de la Chitarra [ed. Contini 1960]: “Di luglio vo' che sia cotal brigata / en Arestano, con vin di pantani, / con acque salse ed aceti soprani, / carne di porco grassa apeverata; / e poi, diretro a questo, una insalata / di salvi'e ramerin, per star più sani, / carne de volpe guascotta a due mani / e, a cui piacesse, drieto cavolata...”, TLIO; LEI sia nel significato di 'pietanza base di cavoli', sia nel significato di 'sciocchezza'; DEI; TB; SC; GRADIT, anche nel significato di ‘grande mangiata di cavoli’; Cherubini 1814; Samarani 1852: 282); sardo (log.) caulada (Spano 1851).
0.7 Da cavolo < lat. caulis (DEI).
0.8 La voce cavolata, attestata dal corpus tra XV e XVI secolo, si è costruita sulla base del nome dell'ortaggio con suffisso in -ata (D'Achille-Grossmann 2019: 14). È usata come geosinonimo toscano della verzata settentrionale in alcuni dizionari dialettali (Cherubini 1814; Samarani 1852); la ricetta appare inoltre tipica della cucina laziale, spesso indicata col nome di ‘cavoli alla romanesca’ (Benporat 1981). Carnevale Schianca 2011: 141-142 nota come la pietanza abbia origini povere e semplici, e come sia stato poi progressivamente arricchito nelle cucine dei ricchi. All'interno del repertorio lessicografico (LEI; TB; SC) è possibile ricavare inoltre il significato di 'balordaggine, sciocchezza', diffuso nell'espressione popolare 'fare una cavolata'.
0.9 Categorie
0.11 DEI; LEI; TLIO; TB; SC; GRADIT; Cherubini 1814; Samarani 1852: 282; Spano 183; Benporat 1981; Carnevale Schianca 2011: 141-142; D'Achille-Grossmann 2019: 14.
Autore della scheda: Francesca Giuditta Mazzola
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/Vocabolario/482