cavolata s.f. Revisionata

0.1

  1. minestra di cavoli bolliti

0.2

  1. cavolata -

0.3

cavolata alla romanesca - Toscana Sec. XV ultimo quarto

0.4 cavolata (Libro de arte coquinaria [Anonimo Catalano], Sec. XV ultimo quarto; Toscana)

0.5

  1. minestra di cavoli bolliti
    1. Libro de arte coquinaria (Anonimo Catalano) (Sec. XV ultimo quarto, Toscana) = Per fare una cavolata alla romanesca (81)
    2. Singolar dottrina (1560, Firenze) = Perché in questo convien prima mostrare come si cuocono i cauli. Pigliate un pezzo di vaccina grassa e frolla con un poco di pancia di cinghiale e un pezzo di presciutto buono, e quando vogliete la cavolata sotto starne mettasi de i palombi da ghianda, o palombelle e pepe che ne senta, e volendo cavoli capuccio, taglisi in pezzi e facciasi bollire prima alquinto co'l presciutto, poi cavatelo, e tenetelo disteso tanto che scoli l'acqua, e così farete la sua cavolata. Se vi metterete qualche granello di finocchio sarà tanto migliore. (151v)
    3. Singolar dottrina (1560, Firenze) = Se vi voreste cavoli torzuti, mondategli e tagliategli in fette con le sue cime tenerine, e senza altra lavatura e bollitura farete la cavolata. Se li vorrete migliori quando saran quasi cotti, tagliategli minutamente, mettetegli in un tegame col medesimo brodo più grasso con l'herbette tagliate finocchio stritolato, pepe e un poco color di zaffarano. Così ne farete i piattelletti mangiando con la carne il savor di noci con aglio. (152r)

0.6 cavolata (sec. XIII ex./a. 1336, Cenne de la Chitarra [ed. Contini 1960]: “Di luglio vo' che sia cotal brigata / en Arestano, con vin di pantani, / con acque salse ed aceti soprani, / carne di porco grassa apeverata; / e poi, diretro a questo, una insalata / di salvi'e ramerin, per star più sani, / carne de volpe guascotta a due mani / e, a cui piacesse, drieto cavolata...”, TLIO; LEI sia nel significato di 'pietanza  base di cavoli', sia nel significato di 'sciocchezza'; DEI; TB; SC; GRADIT, anche nel significato di ‘grande mangiata di cavoli’; Cherubini 1814; Samarani 1852: 282); sardo (log.) caulada (Spano 1851). 

0.7 Da cavolo < lat.  caulis (DEI).

0.8 La voce cavolata, attestata dal corpus tra XV e XVI secolo, si è costruita sulla base del nome dell'ortaggio con suffisso in -ata (D'Achille-Grossmann 2019: 14). È usata come geosinonimo toscano della verzata settentrionale in alcuni dizionari dialettali (Cherubini 1814; Samarani 1852); la ricetta appare inoltre tipica della cucina laziale, spesso indicata col nome di ‘cavoli alla romanesca’ (Benporat 1981). Carnevale Schianca 2011: 141-142 nota come la pietanza abbia origini povere e semplici, e come sia stato poi progressivamente arricchito nelle cucine dei ricchi. All'interno del repertorio lessicografico (LEI; TB; SC) è possibile ricavare inoltre il significato di 'balordaggine, sciocchezza', diffuso  nell'espressione popolare 'fare una cavolata'.

0.9 Categorie

0.11 DEI; LEITLIO; TB; SC; GRADIT; Cherubini 1814; Samarani 1852: 282; Spano 183; Benporat 1981; Carnevale Schianca 2011: 141-142; D'Achille-Grossmann 2019: 14.


Autore della scheda: Francesca Giuditta Mazzola

Pubblicata il: 31/05/2024

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Doi: 10.35948/ATLITEG/Vocabolario/482