brodo s.m. Revisionata

0.1

  1. liquido di cottura ottenuto mediante bollitura di carne, pesce, ortaggi o legumi
  2. preparazione gastronomica a base di carne con aggiunta di vari elementi (uova, pane, mandorle, ecc.)
  3. nella loc. brodo magro: 'brodo sgrassato'
  4. preparazione gastronomica a base di pesce con eventuale aggiunta di mollica o fette di pane

0.2

  1. brod -
  2. broda -
  3. broddo -
  4. brodi -
  5. brodii -
  6. brodiis -
  7. brodium -
  8. brodo -

0.3

  1. brodacchino -
  2. broddosa -
  3. broddöso -
  4. brodèlla -
  5. brodino -
  6. brodosa -
  7. brodose -
  8. brodosi -
  9. brodusi -
  10. imbroda -
  11. imbrodata -
brodium gallicanum - Napoli 1314; Napoli 1366; Bolzano 1465
brodium martinum - Napoli 1314; Napoli 1366; Bolzano 1465
brodium pro appetitu - Napoli 1314; Napoli 1366; Bolzano 1465
brodium sarracenicum - Napoli 1314; Napoli 1366; Bolzano 1465
brodium theutonicum - Napoli 1314; Napoli 1366; Bolzano 1465
brodium viride - Napoli 1314; Napoli 1366; Bolzano 1465
brodium yspanicum - Napoli 1314; Napoli 1366; Bolzano 1465
brodium granatum - Napoli 1314; Bolzano 1465
brodium gravatum - Napoli 1366
brodo alla borghese - Torino 1899
brodo biancho - Italia mediana 1400
brodo francisco - Italia mediana 1400
brodo martino - Italia mediana 1400
brodo saracinesco - Italia mediana 1400
brodo tedesco - Italia mediana 1400
brodo consumato - Toscana 1498; Lazio 1498; Lombardia 1510; Roma 1807; Roma 1814; Genova 1893; Torino 1899
brodo de’ capponi - Firenze 1325
brodo de’ chapponi - Toscana 1499
brodo di chapponi - Toscana 1499
brodo dei caponi - Toscana sud-orientale 1366
brodo di capone - Toscana 1498; Lombardia 1510
brodo di cappone - Toscana occidentale 1397; Lazio 1498; Ferrara 1549; Firenze 1560; Roma 1609; Roma 1627; Bologna 1647; Mantova 1662; Bologna 1791; Bologna 1807; Napoli 1820
brodo di carne - Toscana sud-orientale 1366; Toscana 1498; Lazio 1498; Lombardia 1510; Ferrara 1549; Roma 1609; Bologna 1791; Macerata 1820; Napoli 1820; Toscana 1845; Firenze 1874
brodo di grasso - Roma 1807
brodo di magro - Roma 1807; Roma 1814
brodo di pesce - Toscana 1498; Lazio 1498; Ferrara 1549; Bologna 1791; Roma 1807; Roma 1814; Macerata 1820; Napoli 1820; Como 1826; Toscana 1845; Napoli 1852; Firenze 1874; Genova 1893
brodo di pollo - Roma 1609; Bologna 1791
brodo grasso - Toscana 1498; Lazio 1498; Napoli 1500; Lombardia 1510; Ferrara 1549; Firenze 1560; Roma 1609; Roma 1627; Padova 1629; Bologna 1647; Mantova 1662; Piemonte 1766; Bologna 1791; Roma 1814; Macerata 1820; Toscana 1845; Napoli 1852; Firenze 1874; Genova 1893; Torino 1899
brodo lardiero - Lazio 1498; Lombardia 1510; Ferrara 1549; Firenze 1560; Roma 1609; Roma 1627; Mantova 1662
brodo magro - Firenze 1325; Toscana sud-orientale 1366; Toscana 1449; Toscana 1498; Lazio 1498; Venezia 1499; Napoli 1500; Lombardia 1510; Ferrara 1549; Firenze 1560; Roma 1627; Bologna 1647; Mantova 1662; Piemonte 1766; Bologna 1791; Macerata 1820; Milano 1853; Genova 1893; Torino 1899
brodo ristretto - Napoli 1820; Napoli 1852; Milano 1853; Firenze 1874; Genova 1893
brodo sarracenico - Toscana sud-orientale 1366
brodo verde - Toscana sud-orientale 1366; Italia mediana 1400

0.4 brodium (Liber de coquina (A), 1308-1314; Napoli); brodo (Modo di cucinare et fare buone vivande, Sec. XIV primo quarto; Firenze)

0.5

  1. liquido di cottura ottenuto mediante bollitura di carne, pesce, ortaggi o legumi
    1. Liber de coquina (A) (1308-1314, Napoli) = De caulibus albis. Si vis caulles albos bene parare, monda tursones eorum ita quod de frondibus nihil remaneat et, dum olla cum aqua super ignem bullierit, pone intus tursones sive albedinem caullium - scilicet cum aqua predicta - et, apposita ibi albedinem feniculi, fac tantum bullire quod sint spissi. Et loco olei addere poteris brodium carnium quarumcumque. (96v)
    2. Liber coquine (Sec. XV, Italia meridionale intermedia) = Riccea finissima per XII ricchi goditori. Tolli dui capponi boni et una istarna, ben cocti et ben battuti la carne con coltello, et gecta via l’ossa. Et tolli once IIII di farre infranto o vero di spelda, et fallo ben cuocere nel brodo de li polli, et poi lo metti a bollire con quella carne nel lacte de le mandorle stemperate con quella aqua de’ polli et specie che siano sença groco, et volsi condire con lardo di porco fresco. (13v)
    3. Libro de arte coquinaria (ms. Washington) (Sec. XV ultimo quarto, Lazio) = Gioncata d’amandole in Quadragesima Habi l’amandole nette et bianche et pistale bene con un pocha d’acqua rosata perché non faccino olio. Poi vi giognirai doi once di zuccharo et doi once de acqua rosata et un quarto di boccale di bon brodo di pesce, che solamente vole essere fatto o di luccio o di tencha, che d’ogni altro pesce o marino o d’acqua dolce non è sì bono. (40r)
    4. Refugio (1520, Ferrara) = per temperar gli rei umori è molto meglio il brodo del pollo che quello de la gallina, ma dove si cerca de restaurar e dare nutrimento el brodo e la substanyia de la gallina è più conveniente e più assai necessaria, perhò nelli febrosi e nelli leprosi è quel di’l pollo è più laudabile e comodata. (28r)
    5. Apparecchi diversi (3 agosto 1524, Lazio) = poi piglia lo grasso delo brodo de gallina et mictilo dintro dela dicta pignata, et mitice uno poco de sale. (1v)
    6. Banchetti, compositioni di vivande et apparecchio generale (1549, Ferrara) = A FARE DIECI FIADONI GRANDI DI FRUMENTO, O FARO, O RISO. PIGLIARAI quattro scutelle di frumento netto, pillato e lo farai cuocere nel brodo, molto bene, o acqua. (Comp. 9v)
    7. Libro dello scalco (1609, Roma) = biancomangiare [...] Tagliato in pezzi con grani di melagranati sopra. Per copertura de capponi, e altri uccellami cotti alesso. Tagliato in fette fritto in boturo, bollente, che venghi rosellato. In minestra liquida con brodo di pollo. (89)
    8. Li tre trattati (1629, Padova) = I pasticci piccoli, sian pieni di qual si voglia roba vogliono la forcina, e’l coltello terzo, e s’aprono, come degli altri è stato detto; e quando fosser pieni di carne di vitella, o d’altro animale, si taglia la carne per traverso dentro alla spoglia della pasta a fetta a fetta; ma ciò si vuol far con destrezza, acciocché la pasta non si sfondi, e se n’esca il brodo, del qual si metterà con un cucchiaio d’argento insieme con una fetta, o due di carne sopra ciascun tondo, e si presenterà di mano in mano; ma se ciò non facesse mestieri, basta aprirgli, e mettergli avanti al suo signore, o dove bisogna. (71)
    9. L'apicio (1647, Bologna) = Del fegato [...]. Si pone all’alemanna tagliato in modo di vermicelli, cotto in brodo grasso, maritato d’uova, cacio, e erbette odorose; e s’adopra in vari pastumi, riempir cocuzze, e altre cose. (8)
    10. Cuoco piemontese (1766, Torino) = Vi è pur anche la semola, la quale è buonissima per gli ammalati, o per persone che mangiano poco a cena, e che vogliono conservarsi la loro salute; mettendone un buon pugno nel brodo, facendo cuocere dolcemente per una mezz’ora, e nello stesso tempo rivolgendo con un cucchiaio di legno [...]. Vi sono anche i maccheroni che si fanno cuocere con brodo, ed una pollastra, quando i maccheroni saranno cotti, la pollastra sarà pur anche cotta (471)
    11. Cuoco piemontese (1766, Torino) = Passate tutti questi erbaggi sopra il fuoco volgendoli, e rivolgendoli di tempo in tempo per lo spazio d’un’ora e mezza insino a che sieno cotti, e coloriti; inoltre aggiugnetevi dell’acqua facendola bollire una mezz’ora con gli erbaggi; con questo avrete un brodo d’un bel colore, e di un buon gusto: passatelo poscia in una stamigna, e mettetelo nella pignatta ove vi sarà l’erbaggio, che deve servire per ornare la zuppa; quando sarà cotta, ed il brodo condito, prendetene per far mittonare la zuppa in una casseruola, o nel piatto, che voi dovete servire (40)
    12. Il piccolo Vialardi (1899, Torino) = ARTICOLO 1º AVVERTENZA INTERESSANTE SUL brodo Il brodo si estrae dalla carne cuocendola nell’acqua; esso conviene ad ognuno, tanto più agli ammalati, poiché è molto nutritivo ed è facile a digerirsi. Col buon brodo si fanno buone zuppe, intingoli, salse, ecc. Per fare l’ottimo brodo si richiedono le carni dell’animale recentemente ucciso e le parti più muscolose, come la coscia, la culatta, il lombo, la spalla. Le parti cartilaginose, come nervi, tendini, ossa e pelle danno il brodo torbido, biancastro ed insipido, ma molto nutritivo e adatto a fare la côlla colla quale si fa ottima gelatina. Le parti grasse danno un brodo unto, nauseoso e di difficile digestione; perciò devesi sempre sgrassare ben bene il brodo. Puossi pure ottenere buon brodo di magro per mezzo di rane, gamberi, testuggini e pesci uniti a legumi. (14)
  2. preparazione gastronomica a base di carne con aggiunta di vari elementi (uova, pane, mandorle, ecc.)
    1. Liber de coquina (A) (1308-1314, Napoli) = De brodio provincialico. 4 Ad brodium pro appetitu accipe pullos incisos per quartum. Confrige cum lardo et cepis. Postea pone parum aque frigide, deinde ficatella eorum, maioranam, ros marinum, petrosillum, mentam , safranum. Tere omnia et distempera cum brodio dictarum carnium et cum carnibus pone ad bulliendum. Postmodum accipe species, canelam, gariofilum, nuces muscatas, fusticellos, gardamones, mellegeta , zinziberum. Postea ibi tere ficatella eorum lixata et vitella ovorum cocta (tanta quod sufficiant). Distempera cum brodio carnium et facias parum bulire. Post tolle ab igne. De brodio martino. 5 Ad brodium martinum accipe pullos et frige ut supra et, trictis petrosillo cum aliis herbis odoriferis, cum dictis carnibus pone et parum de aqua frigida cum eis permisce . Postmodum micam panis trictam et distemperatam cum brodio predicto misce simul et fac parum bullire et colora cum safrano et, si vis, pone alias species. De brodio teutonico. 6 Ad brodium theutonicum recipe capones vel gallinas pingues et lixa fortiter. Mite cum eis petrosillum, mentam, maioranam, ros marinum, omnia trita cum safrano et distempera cum brodio eorum et mite parum ad bulliendum. De brodio gallicano. 7 Ad brodium gallicanum gallinam bullias. Postea amigdalas mondatas bene trictas simul cum alleis, distemperatas cum brodio galline macilento, pone in alio vase et, cum decocta fuerit gallina, pinguedinem brodii cum predictis misceas et bullias. Postmodum lescas panis, in brodio remanente madefactas, ordina in cissorio per solaria cum speciebus supersparsis et da comedere. (97v)
    2. Libro de la cocina (Sec. XIV secondo terzo , Toscana sud-orientale) = Del brodo sarracenico. XXVII [74] Togli caponi arostiti; e i fegati loro, con le spetie e pane abrusticato, trita nel mortaio, e distempera con buono vino biancho e succhi agri; e poi smembra i detti caponi, e metti a bollire con le predicte cose in una pentola; e mettivi su dattali, uve grece, prugne secche, amandole monde intere, e lardo sufficiente; e da' a mangiare. Simile modo fa’ de pesci marini. Pome e pere poi ponere nei detti brodi. (155)
    3. Anonimo Mediano (fine XIV sec.-inizio XV sec., Italia mediana) = CXXII. brodo francisco de galline taiate. CXXIII. Altro brodo de galline. CXXIIII. Altro brodo de galline per medicinati. (3)
    4. Libro per cuoco (Sec. XV fine, Venezia) = brodo de polastri. 6 Se tu voy fare brodo de polastri to’ li polastri e fali alesare. Toy mandole monde, e maxenale, e destenprele con el brodo de li polastri e aqua rosata e agresta, e destempera ogni cossa insema. E poy toy canella e zenzevro e garofali mezi maxenati e mezi tagliati menuti, e meti entro questo brodo, e fa’ bolire ogni cossa insembre. E, poy che i vano a tavola, meti li polastri dentro lo brodo, e fa’ che siano ben caldi. Quando tu manestri, metelli del zucharo per suso le scutelle, e serrà bona vivanda. (7r)
  3. nella loc. brodo magro: 'brodo sgrassato'
    1. Modo di cucinare et fare buone vivande (Sec. XIV primo quarto, Firenze) = Se vuoli fare savore nero a porco salvatico, sì togli della carne sua ben cotta e bene battuta e bene pesta al mortaio, e togli midolla di pane bene nera e messo in molle in aceto e bene macinato per sé e ben colato, mescola co· la carne macinata, e mettivi suso pepe e pevere lungo e melaghette e gengiove, bene peste queste IIII spetie allo spetiale, e mettile in su questo savore con aceto e col brodo magro della carne, e metti […] . (67v)
    2. Di buone et delicate vivande (Sec. XV prima metà, Toscana) = Ora togli i polli che ttu ài, et mettigli a lessare et, quando sono cotti, e ttu abbie una libbra di lardo bene istrutto e cholato, et metti i polli a soffriggiere in quello lardo. E degli aranci fa’ quattro parti dell’uno, e mettigli a ssoffriggiere cho’ polli. E quando sono soffritte queste chose polverezzale delle dette spezie et di zucchero, e ttogli le mandorle che ttu ài ben lavate chol ghuscio et ben macinate et stemperate chol brodo magro de’ chapponcielli o de’ pollastri et ben cholate. (7r)
    3. Cuoco napoletano (fine XV sec.-inizio XVI sec., Napoli) = Et distempera tutte queste cose in brodo magro de capone he passali per la stamegna in una pignata, la quale meterai apresso lo focho lontano dal fumo, miscolando sempre cum lo cughiaro. (234)
    4. Libro de cosina (Sec. XVI inizio, Lombardia) = Metteli altro tanto pane che sia stato a moglio in brodo magro et la carne ben pista distempera con lo dicto brodo ogni cossa insema con asay pipero e zafrano. (170)
    5. Banchetti, compositioni di vivande et apparecchio generale (1549, Ferrara) = Poi distempera tutte queste cose con brodo magro di cappone, overo di vitello, e passa bene ogni cosa per la stamegna. (Comp. 33v)
    6. Lo scalco prattico (1627, Roma) = il piatto unto di butiro, spolverizato di polvere di mostacciuoli, con fette di pan reale giallo sopra, sbruffati con aceto rosato, con zuccaro, e cannella sopra, spezzandolo li capponi in quattro pezzi, accommodati sopra le fette del pane, con il loro ripieno [...]; stemperato con brodo magro, e un poco d’acqua di cedro, e aceto rosato, passato ogni cosa insieme, e fattoli dare un bollore, buttandolo poi sopra alli pezzi delli capponi (120)
    7. Il cuoco reale e cittadino (1791, Bologna) = brodo magro per la zuppa all’erbe. Mettete ogni sorta di buon’erbe nella pentola con due o tre croste di pane condite di sale, burro ed un mazzetto. Avendo cotto un’ora e mezza, passate il brodo per un panno bianco o stamigna. Vi servirà per la zuppa di sanità senz’erbe e per molte altre; come zuppe di lattughe, di sparagi, di cicoria, di carciofi, di cardi, ecc. Si può fare ancora del brodo al magro con radici, senza pesce, e della purè chiara, passando il tutto come sopra. (60)
    8. Il Cuoco maceratese (1820, 5ª ed. veneta, Macerata) = Salsa 22. Mettete in una cazzarola, se è di grasso, del brodo grasso, se di magro del brodo magro, della mollica di pane, un mazzetto di erbette e di cipollete e una cipolla intiera, uno o due spichi di aglio, timo, lauro e due o tre garofani, un poco di grattatura di noce moscata, quattro funghi intieri, un bicchiere di vino bianco, sale e pepe, fate bollire il tutto insieme e lo ridurrete a metà; passerete questa salsa per la stamigna per estrarne come un succo colato, e quando sarete per servirvene, metterete insieme tre rossi di uova con un poco di latte, tornandola a farla unire con la salsa; avvertite che non vi faccia de’ stracci, che deve essere come il brodetto; questa salsa serve per agnello in fracassè, e piccioni, pollastri e pesce in umido. (59)
  4. preparazione gastronomica a base di pesce con eventuale aggiunta di mollica o fette di pane
    1. Banchetti, compositioni di vivande et apparecchio generale (1549, Ferrara) = ALTRA SUPPA DORATA DA MAGRO. PIGLIA libbra una di mandole ambrosine bene brustellate, e libra meza d’uva passa ben lavata netta, e uova di pesce cotte allesse; e pesta bene ogni cosa insieme e distemperale con brodo magro, e passale bene per la stamegna, e ponile in una cazza stagnata con libra meza di zuccharo, e un quarto di canella, e il succo d’otto narance, o agresto. E mettile al fuoco, e falle bogliere per spazio di più d’un quarto d’hora, sempre mescolando. E poi habbi fette di pane boffetto brustellate e fritte in buono olio, e ponile in piatelli; poi gettali sopra detto sapore, con zuccharo e canella sopra. E invece di friggere pane, potrai mogliare un poco in buon brodo di pesce. Poi il riporrai nei piattelli, e il sapore sopra. (41v)
    2. Il cuoco reale e cittadino (1791, Bologna) = brodo di pesce. Questo brodo è il corpo di tutte le zuppe di pesce, che si può servire con le difinizioni che sono descritte per ciascuna. Per questo fate tinche, anguille, lucci e carpe, delle quali caverete la squame della testa, mettete il tutto in una gran pentola con acqua, burro, sale, un mazzetto d’erbe fine ed una cipolla, steccata di garofali. (58)
    3. Il re dei cuochi (1874, Firenze) = BRODI E SUGHI DI MAGRO. brodo di pesce. Ci vuole un buon pesce, cioè un dentice, o scrofano, ragno, nasello o pesce cappone: in mancanza di questi potrete servirvi di piccoli pesci, cioè: scorpone pesci preti, gallinelle, caviglioni. Qualunque sia la qualità del suddetto pesce, quando sia cotto da servirlo in tavola, si tira fuori con diligenza dall’acqua acciocché non si rompa, ed in quel brodo di pesce vi getterete dell’olio, nel quale avrete prima cotto della cipolla e delle erbe odorose in una casseruola, ovvero dell’olio bollito con aglio e salvia. (22)
    4. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = Base brodo di pesce N.º 7. 105. Prendete un chil. di nasello, snervatelo, pestatelo nel mortaio e passatelo al setacio a crudo, aromatizzandolo con un chiodo di garofano ed un pizzico di maggiorana (pèrsa) non trascurando il sale necessario. Ottenutane una pasta, ponetela di sopra al tagliere ed aiutandovi con farina fatene dei canelli e tagliate alla grossezza d’un piccolo cece, imbianchite con sale all’acqua bollente, ponetela sul setacio e servitela nel brodo con o senza pane a piacimento, aggiungendo piselli se ne avete. È una buonissima minestra di magro. (81)

0.6 brodo (sec. XIII, Regimen Sanitatis [ed. Vienna, 1884]: "Mangia con brodo semplece la carne del montone", TLIO; Crusca I-IV, con rinvio a broda 'acqua ingrassata da cose cottevi dentro'; Crusca V arricchisce la definizione: 'quel liquido sostanzioso che si ottiene cocendo della carne nell'acqua; e detto in modo assoluto, intendesi propriamente di quello che si ha dalle carni grosse, cioè di manzo, di vitella ec.'; TB; GDLI, con il significato di 'cibo liquido che si consuma puro o si utilizza nella preparazione delle mi­nestre, ottenuto facendo bollire in acqua [...] un pezzo di carne [...]. Anche: acqua di cottura degli ortaggi utilizzata a scopo medicinale o alimen­tare'; CA 1; CA 2; SC; GRADIT; Zingarelli 2023; DEI, con i seguenti derivati: "-àglia (-aia), -aio, -aiuolo (XIV sec.), -ame (XIII sec.), -icchio, -ìglia (fine XVIII sec.), -olino, -olone, -oloso (Lorenzo dei Medici), -oso (Redi)"); ast.a. breu; berg.a. brodo; ven.a. bruodo; ven.occ.a. bro'; venez.a. brudo; pad.a. bruo', bruodo, brudo; ver.a. brodo; tosc.a. brodo, eugub.a. (suppa del) bruodo; march.a. brodo, bruodo, brodu; nap.a. brodo, bruodo; sic.a. brodu (LEI-Germ). 

0.7 Dal germ. *ƀruþa- ‘cibo bollito, cotto’ (LEI-Germ).

0.8 Parola già del lat.mediev. per indicare "un tipo di cibo non usuale nelle mense romane, introdotto dal nord assieme alla zuppa" (DELIN), la voce brodo, attestata lungo l'intero arco cronologico del nostro corpus, è un germanismo precoce (vd. supra). Alla rapida obsolescenza di Brod nell'ATed.a. per via dell'omofonia con Brot ‘pane’ (cfr. Lloyd-Springer 1988: 356) fa da contrappunto la straordinaria fortuna di brodo nella lingua italiana, a partire dal Trecento. Come nota Lubello in LEI-Germ. 1, 1398-1460, la forma sembra già penetrata nel lat. del IV sec. ("il Du Cange documenta brodium in Gaudenzio di Brescia, morto nel 418"), il che escluderebbe che possa trattarsi di longobardismo o franconismo, come ipotizza invece il DELCat 2, 282 (sul tema cfr. anche Castellani 1980: 131, che parla di longobardismo penetrato in Toscana quando il fenomeno del dittongamento di o in uo era ormai spento). Se è vero che il brodo medievale ha senz’altro origini germaniche, potrebbe però averle "soltanto dal punto di vista linguistico" (Carnevale Schianca 2011: 88): la nuova identità culinaria del piatto – non più soltanto decoctio ("carnium elixarum jus" nel Du Cange) ma pietanza a sé stante (vd. brodetto) – sembra infatti derivare dall’imitazione di modelli culturali arabi puntuali, che si fanno manifesti in denominazioni come brodo saracinesco (brodium sarracenicum nel Liber de coquina), di fatto corrispondente a un brodetto più che a un brodo, come dimostrano i sintagmi equivalenti nei ricettari europei (in Taillevant brouet sarraginois  – Scully 1988: 147 –,  nei Diversa servicia inglesi il bruet of sarcynesse – Hieatt-Butler 1985: 72 –, ecc.). Meritano infine una menzione le espressioni brodo lardiero, registrata dallo Specilegium di Scoppa come traducente in volgare meridionale del lat. ius laridarium (Scoppa 1512: 25v: "Ius laridariu(m) [...] lo brodo lardero"), e brodium granatum, per la quale non sono da escludere problemi di trasmissione testuale: Martellotti (2005: 216) propone la correzione in gravatum con riferimento alla densità dell’eccipiente, mentre Carnevale Schianca (2011: 90) ritiene poziore la lezione granatum, cioè addensato con uova battute. 

0.9 Categorie

0.10.1 brodetto (s.m.) ,

0.10.2

0.11 LEI-Germ; DEI; DELIN; Nocentini; TLIO; Crusca I-V; TB; GDLI; CA 1; CA 2; SC; GRADIT; Zingarelli 2023; Du Cange; ThesLL; DELCat 2,282; Scoppa 1512: 25v; VD; Carnevale Schianca 2011: 87-88; Castellani 1980: 131; Lloyd-Springer 2,356; Lubello 2008: 319-321; 2019: 99-101; Martellotti 2000: 6; 2005: 216; Sada-Valente 1995: 107.


Autore della scheda: Francesca Cupelloni

Pubblicata il: 31/05/2024

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