biancomangiare s.m. Revisionata

0.1

  1. vivanda a base di ingredienti bianchi (farina, latte animale o di mandorle, carni bianche o – per i periodi di magro – di pesce)
  2. dolce a base di latte rappreso

0.2

  1. bianchi mangiari -
  2. biancho manghiare -
  3. biancho mangiare -
  4. bianchomanghiare -
  5. bianchomangiare -
  6. bianco mangiare -
  7. biancomagnare -
  8. biancomangiâ -
  9. biancomangiare -
  10. blamaçer -
  11. blamager -
  12. blamancere -
  13. blanmangieri -
  14. blasmangiere -
  15. blasmangieri -
  16. bramagere -
  17. bramangiere -
  18. bramangieri -
  19. mangiar biancho -
  20. mangiar bianco -
  21. mangiare biancho -
  22. mangiare bianco -
  23. mangiari bianchi -

0.3

biancho manghiare/bianco mangiare alla cathalana/catelana/catellana - Lazio 1498; Toscana 1498; Napoli 1500; Lombardia 1510; Firenze 1560
biancho manghiare/bianco mangiare/blamanger de/in Quadragesima/quaresima/quaresma - Italia mediana 1400; Lazio 1498; Napoli 1500 
bianco mangiare al caffé - Roma 1807; Roma 1814
bianco mangiare al latte - Napoli 1820
bianco mangiare al modo catalano/catelano - Lazio 1498; Toscana 1498
bianco mangiare all'amido - Roma 1814
bianco mangiare all'avignonese - Roma 1814
bianco mangiare alla cannella - Roma 1807; Roma 1814
bianco mangiare alla cioccolata - Roma 1807
bianco mangiare/blanc-manger alla mandorla/d'amandorle - Roma 1807; Torino 1899
bianco mangiare alla spagnuola - Mantova 1662; Bologna 1791
bianco mangiare alla vainiglia - Roma 1807
bianco mangiare de grasso - Roma 1609
bianco mangiare di magro - Roma 1609
bignè al/di bianco mangiare - Roma 1807; Napoli 1820
blasmangiere/blasmangieri/bramangiere di pesce/pesci/pescio - Firenze 1325; Toscana occidentale 1397; Toscana 1499
bramangieri agievole - Toscana 1499 
bramangiere di chapponi - Toscana 1499 
budino biancomangiare - Genova 1893 
crema al bianco mangiare - Roma 1807
frittelle al/di bianco mangiare - Macerata 1820
latte al bianco mangiare - Napoli 1820
mangiar biancho da grasso - Ferrara 1549
mangiar biancho da magro - Ferrara 1549
pasticcio di biancomagnare - Roma 1570
torta/torte al/di bianco mangiare/biancomagnare/mangiare biancho - Ferrara 1549; Roma 1627; Roma 1807

0.4 blanc mangier (Liber de coquina A, 1308-1314; Napoli); blasmangiere (Modo di cucinare et fare buone vivande, Sec. XIV primo quarto; Firenze)

0.5

  1. vivanda a base di ingredienti bianchi (farina, latte animale o di mandorle, carni bianche o – per i periodi di magro – di pesce)
    1. Liber de coquina (A) (1308-1314, Napoli) = Et potes cum riso integro preparare et lacte caprino, ad usum ultramontanum. Quando datur, superponantur amigdale suffrisse, zucara et zynziber album integrum et vocatur gallice “blanc mangier”, id est 'alba comestia'. (97bisr)
    2. Modo di cucinare et fare buone vivande (Sec. XIV primo quarto, Firenze) = Blasmangiere di pesce XL (25) Se vuoli fare blasmangiere di pesce per XII persone, togli tre libre di mandorle, e togli meça libra di çucchero e meço quarro di garofani e due once di pignocchi mondi e una libra di riso; e togli due peçi di luccio grosso e una peça di tincha. (55v)
    3. Liber de coquina (B) (Sec. XIV secondo terzo, Napoli) = Quando datur, superpone amigdole suffrixe , zuccaram et zinziber album integrum et vocatur gallice "blanc mangier", id est 'alba comestio'. (135v)
    4. Frammento d'un libro di cucina (Sec. XIV seconda metà, Toscana occidentale) = Se vuoli torta parmigiana. Se vuoli bianchomangiare. Se vuoli suppa di mandorle. (86vA)
    5. Anonimo Mediano (fine XIV sec.-inizio XV sec., Italia mediana) = Gran manciere. X [12] Tolli le poite della gallina lexa et falle desfilare cum mani multo sottilemente, et infra tanto lava lo riso et secalo et tritalo et fande farina et cérnilla cum la seta et col stamegna. (7)
    6. Libro B (Sec. XIV-XV, Italia meridionale intermedia) = Ca° XX Affare blamancere. Ca° XXI Affare brodecto camelino. Ca° XXII Ad fare brodecto biancho. (32)
    7. Liber coquine (Sec. XV, Italia meridionale intermedia) = Sappie che li mangiari bianchi sonno melliori a cuocere nell’aqua, nel paiolo a bollire che in su la brascia. (11r)
    8. Di buone et delicate vivande (Sec. XV prima metà, Toscana) = Bramangieri agievole farai in questo modo. Togli quattro libbre di mandorle monde et ben macinate nel mortaio et stenperate e cholate e una libbra et mezzo di riso lavato e rasciutto e poi pesto e stacciato o abburattato et quattro libbre di sungniaccio frescho strutto et tre libbre di zucchero e polpe di chapponi isfilate. (4r)
    9. Liber de coquina (O) (1461-1465, Bolzano) = Quando datur, superponuntur amigdale suffrisse, zucara et zinziber album integrum et vocatur gallice "blanc mengier", id est 'alba comestio'. (171r)
    10. Convito fatto ai figliuoli del re di Napoli da Benedetto Salutati e Compagni (16/02/1476, Firenze) = 17 pasticci di tommacelli di cavretto: a ciascuno il suo. 4 piatti grandi, in ciascuno uno pezzo di vitella, uno quarto di castrato, et 5 capponi et prosciutti, tutto lesso; e con esso: 17 scodelle di biancho mangiare, a ciascuno la sua. (1v)
    11. Libro de arte coquinaria (ms. Washington) (Sec. XV ultimo quarto, Lazio) = 100. Bianco mangiare al modo catalano Per fare dece menestre, habi una libra de amandole ben mondo et ben piste, le quali distemperale con brodo di pollo grosso o altro bon brodo, passandole per la stamegnia, le mectirai a bollire in un vaso ben necto, agiongendovi doi once di farina de riso stemperata et passata con il lacte dell’amandole. Et lassarai bollire per spatio de una hora, movendo et menando sempre con il cocchiaro, agiongendovi una meza libra et un petto di cappone ben ben trito et pisto, il quale sia stato cotto dal principio nel dicto lacte. Et quando tutta questa compositione serà cotta, tu ve agiongerai un pocha d’acqua rosata et, facendo le menestre, tu mectirai di sopra dele spetie dolci. (26r)
    12. Libro de arte coquinaria (Anonimo Catalano) (Sec. XV ultimo quarto, Toscana) = 41. Per fare biancho mangiare da coprire capponi o farne dodici minestre Per fare dodici minestre, toi due libre di mandorle e pelale molto bene e, acciò che siano più bianche, tienile in molle uno dì e una notte in acqua frescha e dipoi pestale molto bene e, quando sono peste, ponvi un pocho di acqua frescha, accioché non faccino olio. (99)
    13. Libro per cuoco (Sec. XV fine, Venezia) = V Bramagere. 5 Se tu voy fare bramagere per XII persone toy IIII libre de mandole e una libra de rixo e IIII galine, dui libre d’onto frescho e una libra e meza de zucharo e mezo quarto de garofalli. E toy le mandole, e mondale, e servane quantità de entriegi e le altre fa’ maxenare. (6v)
    14. Cuoco napoletano (fine XV sec.-inizio XVI sec., Napoli) = 3. Biancho manghiare De galine ho palumbi: quando serano ben cotti, piglia lo petto loro he pistalo molto bene. Poi piglia riso macinato he piglia latte de amandole distemperato cum lo brodo de le galine, he lo riso a sufficientia, e fa’ cocere supra le braxe. Quando serà ben cotto e spesso, piglia zucaro fine he metelo cocere inseme he, quando serà cotto he spisso como brodeto, cacialo dal focho he minestra cum supra zucaro. (234)
    15. Libro de cosina (Sec. XVI inizio, Lombardia) = 41. Biancho mangiare in tempo di quaresima Per fare biancho mangiare in tempo di quaresima per X menestre, piglia una libra e meza de amandolle peste como è dicto de sopra con uno mollo de pane biancho moliato in brodo de pisce et, non havendo pesce, fazendo buglire uno pane bianchissimo per spatio de meza hora. Poy habi qualche bono pesso di mare o d’aqua dolce cocto alesso et dicta polpa ne prenderay meza libra e pistala molto bene con dicte armandolle et molto di pane con uno pocho di brodo et sugo de ranzi et, se non havendo, suppliray con uno pocho de agresto, con aqua rossa et meza onza de zenzero biancho et onze 9 de zucharo, e tute queste cosse distempra insema e passa per la stamegna, mettendolla a cocere in una pignata per uno octavo de hora de sotto dal focho sopra la braxa, che non piglia fumo. Et vanne mescolandolo et di questo bianco mangiare lo poteray in menestra o per coprire il pesso. (177)
    16. Apparecchi diversi (3 agosto 1524, Lazio) = Lo biancho mangiare Lo mirarstro Lo mirastro Lo mirasto de cotognie La carbaczata (Ir)
    17. Banchetti, compositioni di vivande et apparecchio generale (1549, Ferrara) = A FARE MANGIARE BIANCHO DETTO DIAMANTE, DI CUI SE NE PUOTE SERVIRE DA GRASSO E DA MAGRO PER PIATI 10. PIGLIA due enghistare di latte di vacca buono, e oncie sei di farina d’amito, e distempera bene ogni cosa insieme a poco a poco, e libra una di zuccharo ben biancho. E metti ogni cosa insieme al fuoco, su il tripiedi, in una cazza ben stagnata, come faresti il mangiar bianco, e lascialo bogliere per spacio di mez’hora, sempre mescolandolo. E come è cotto, gettali dentro meza libra di buttiero frescho, e un poco d’acqua rosata; e levalo dal fuoco, e quando l’imbandirai, poneli sopra zaffrano fino. (Comp. 34r)
    18. Singolar dottrina (1560, Firenze) = Mangiar bianco alla catelana. Mangiar bianco con ombrina over di lucci. maccheroni rosolati alla fiorentina. (168v)
    19. Opera (1570, Roma) = Per fare pasticcio di biancomagnare, sfogliato, e non sfogliato. Cap. XLIII. Impastisi fior di farina con rossi d’ova, un poco di strutto, sale, zuccaro, e acqua rosa, e il resto acqua tepida, facendo di modo che la compositione sia ben soda (348r)
    20. Libro dello scalco (1609, Roma) = biancomangiare Il biancomangiare è fatto di fiori de farina, de riso cotto nel latte, con molto zuccaro, e petto di gallina desfilato a tempo di grasso, e a tempo di magro, con polpe de luccio, overo pesce cappone, cotto nella cazzola sempre menato sino che haverà fatto corpo. (89)
    21. Ms. Annunziata (Fine XVII secolo, Firenze) = Torta Fatta con mandorle attorate in bianco, petto di cappone arrosto, fegatelli di polli arrosto, pistato ogni cosa separatamente, facendone poi conpositione d’ogni cosa insieme, passando per stamignia, con acqua rosa, è rossi di ova numero dodici zuchero, assai, cannella, facendo accocere in una cazzuola, à modo di bianco mangiare, è levato il bollore e cottura bastante aggiachiandole con chiare d’ova sugo di limone, è zuchero. (16v)
  2. dolce a base di latte rappreso
    1. Lo scalco prattico (1627, Roma) = Biancomagnare cannellato di mezo rilievo, servito con stelle di pasta di pistacchiata intorno, tramezate di rastellii di pasta di zuccaro, con un copertoro fatto à gelosia sopra, di pasta di ciambellette agghiacciato, tocco d’oro, posato sopra sei limoncellini piccoli conditi, in faccia de’ quali era una stella di pasta di zuccaro piccolina, tocca d’oro. (6)
    2. L'apicio (1647, Bologna) = Bianco mangiare in figure di mezzo rilievo con oro. Presciutti cotti nel vino, agghiacciati di zucchero, con due orsi di sopra, fatti di pasta di marzapane. (63)
    3. L'arte di ben cucinare (1662, Mantova) = METODO, e modo per far bianchi mangiari, e altre simili compositioni, con le loro dosi Bianco mangiare più usitato Pigliarai trenta bicchieri di latte fusco, mettendolo in un vaso di rame, vi stemperarai tre libre di farina di riso, un poco di fior di sale, e lo porrai al fuoco, ma fuoco di carbone acceso, e con una paletta di legno continuamente lo agitarai, toccando sempre il fondo, e quando si cominciarà a restringere, v’infonderai due libre, e meza di zuccaro in pezzetti, un grano di muschio macinato con un poco di zuccaro, aggiongendovi quattr’oncie di fior di cedro: quando sarà vicino alla cottura, vedrai che cominciarà a far gonfietti, e all’hora pigliarai un tondo bagnato in acqua rosa, e vi porrai un poco di bianco mangiare, se creparà, e non si staccarà dal tondo, sarà segno che non sarà a perfettione; e perfettionato, lo potrai votare in vasi, e stampe, o tazzette di maiolica, o vetro, o in piatti; avertendo di bagnare tutte le stampe, e vasi con acqua rosa; e quando farai bianco mangiare, lo cucinarai sempre fuori dal camino, acciò non vi cadan sporchezze. (71)
    4. Cuoco piemontese (1766, Torino) = Fritelle al bianco mangiare. Mettete in una casseruola tre oncie di farina di riso, che stemprarete con due uovi, un boccale di latte, e due oncie di zuccaro; fate cuocere sopra il fuoco, e bollendo rivolgete sempre per due ore finché sia ben spessa, poi levatela dal fuoco, mettendovi un pugillo di cedro verde raschiato, fiori di cedro confettati triti, ed un poco di sale, essendo tutto ben mischiato, stendete sopra un piatto infarinato la crema, spargendovi sopra della farina; quando sarà fredda tagliatela in piccoli pezzi per arrotondirli colle mani della grossezza d’una palla mezzana, fateli friggere in una frittura ben calda, allorché sono ben colorite ritiratele prontamente per involgerle in zuccaro fino. (348)
    5. Il cuoco reale e cittadino (1791, Bologna) = Gonfietti al bianco mangiare. Prendete del riso e lavatelo in cinque o sei acque, e fatelo seccare all’aria del fuoco, ma bene. Pestatelo dopo questo in un mortaro, e passerete questa farina per il tamburo, affinché sia ben fina. Ne bisogna una buona mezz’oncia, secondo la grandezza del vostro piatto. (35)
    6. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = Antremè. 1. di crema Gelata alla Sciantiglì 1. di Bianco mangiare alla cioccolata Bianca. 1. di gelatina di cedrato. 1. di gelatina di Maraschino. (II.LX)
    7. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = Qualunque crema di latte al bagno maria, o qualunque bianco mangiare all’amido, o alla farina di formento, potrete tagliarne dei mostaccioletti, e friggerli, o indorarli, o appannati, o con la pastella. Ved. il cap. delle Creme, e dei Bianchi mangiare. (155)
    8. Il Cuoco maceratese (1820, 5ª ed. veneta, Macerata) = Frittelle al bianco mangiare. Mettete in una cazzarola tre oncie di farina di riso, due uova ed un boccale di latte, avvertite che prima si mette la farina di riso nel fondo della cazzarola, e con una mestola si va girando, e mettendo il latte, quando sarà diventato come una colla liquida, vi si sbattono otto rossi d’uova e tre oncie di zucchero: dopo finirete di mettere il latte che vi resta, mescolando; così fatelo cuocere sopra il fornello, e bollendo rivolgete sempre per una a due ore, finché sia bene stretta, e poi levatela dal fuoco, mettendovi del cedro candito tritato, una raspatura di limone per dargli l’odore, un poco di sale, un poco di anisi crudi; essendo tutto bene mischiato, stendete sopra un piatto infarinato la crema, spargendovi sopra dell’altra farina; quando sarà fredda, tagliatela in piccoli pezzi secondo la vostra idea. Poi rotondandoli con le mani della grossezza che a voi piacerà, fateli friggere alla padella in una frittura ben calda; allorché sono ben coloriti, ritirateli prontamente per rivolgerli nel zucchero polverizzato fino. (45)
    9. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = Al bianco mangiare. — Il Bianco mangiare si può fare in tutte quelle maniere che si son dette delle Creme, e non altro, che dev’essere una materia più soda, e perciò bisogna regolarsi, che per due carafe di latte vi abbisogna una libra di zucchero in giulebbe ben denso, sei once di fior di riso e otto gialli di uova, condendolo sempre con portogallo e cedro trito, acqua di cannella o di fiori di aranci. Questo, per esser sodo, si può mettere dentro varie forme per solo abbellimento. (123)
    10. Il cuoco senza pretese (1826, 2ª ed., Como) = Bianco mangiare. Preparata la vostra gelatina come una cola si faccia bollire un mezzo di latte o panera unendovi la gelatina con due once di zuccaro fioretto; ed al bollo se si vuole col sapore di caffè, frattanto che bolle il latte si faccia tostare un’oncia di detto caffè, e vi si versi dentro ritirandola tosto dal fuoco, e tenendo ben coperta la cazzaruola per un quarto d’ora almeno. Dopo si coli per mantile in altra cazzaruola, e si condensi in ghiaccio dimenandola continuamente con cazzuletto, e versandola finalmente in quella forma che più vi piacerà. Avvertite però: che sarà bene che questa sia di forma bassa perché più facilmente si conservi nel versarla. Se di cannella, mettendovene al bollo due o tre pezzi discreti; se di frambose il sugo di mezza libbra. (I.35)
    11. Nuovo cuoco milanese economico (1853, 3ª ed., Milano) = Geladina all’Arlecchina a quattro colori. 95. Fate una geladina di limone ed una di blan-mangé, ma di questa fatene una maggior quantità delle altre per empire lo stampo; un’altra di maraschino colorita di amarante e la quarta sia di sabaione legato con colla. Prendete uno stampo liscio, empitelo di geladina di blan-mangé, fatela gelare come se fosse di servirla intiera, dategli un taglio in croce e levatene un quarto; ponete in questo una delle dette geladine liquida, tramortita nel ghiaccio, lasciate anche questa gelare al ghiaccio. Quando conoscete ch’è ben gelata, levate l’altro quarto del blan-mangé e riempite questo quarto d’altra geladina come si è fatto colla prima e lasciatelo pure gelare, indi levate l’altro quarto e riponete la geladina dell’altro colore. (316)
    12. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = Budino biancomangiare. 422. Fate sciogliere entro un litro di latte 100 grammi di polvere di riso e 100 o 125 grammi di zucchero ben polverizzato, secondo la dolcezza che si vuole; passatelo prima allo staccio, poscia ponetelo in casseruola di rame a cuocere a fuoco lento per un’ora, avvertendo di rimescolar sempre; a mezza cottura però gettatevi quattro tuorli d’uova ben dibattuti, due cucchiai di buon vino particolare, un cucchiaio d’acqua di fior d’arancio, un cucchiaio di rosolio e un po’ di cannella. Quando sarà cotto levatelo dal fuoco; unitevi quattro bianchi d’uova ben dibattuti e continuate a rimestare speditamente per altri 8 minuti; dopo ciò versatelo in una forma di budino e lasciatelo raffreddare. Rovesciatelo in ultimo in un piatto e servitelo spolverizzato di zucchero. (230)
    13. Il piccolo Vialardi (1899, Torino) = Blanc-manger in vari modi. — Mettete nell’acqua bollente e pelate 2 ettogrammi d’amandorle dolci con 60 grammi d’amare; pestatele nel mortaio in pasta fina spruzzandole d’acqua acciò non facciano olio; poste in tegame, mescolate ad esse mezzo litro di buon latte con un po’ di fiore; tramenate e fatelo riscaldare un poco; passate il tutto in una servietta ben netta, spremendo bene per fare sortire tutto il latte; unite a questo 3 ettogrammi di zucchero bianco pesto con 60 grammi di colla di pesce prima fusa in un quintino d’acqua bollente; ripassatelo alla stamigna; aggiungetegli un po’ d’acqua doppia di amandorle, se lo volete più profumato; posto sul ghiaccio, sbattetelo finché divenga morbido e cominci a congelarsi; versatelo nello stampo e finite di farlo ghiacciare ben fermo; bagnate lo stampo nell’acqua calda, rovesciatelo sul piatto e servite. Potete farlo verde con pistacchi o colorirlo a vari colori e farlo ghiacciare come s’è detto per la crema sopra N. 89. (274)

0.6 biancomangiare (TLIO come voce di rinvio a bramangiereCrusca III-V nel significato di 'sorta di vivanda di farina e zucchero cotti in latte'; TBGDLI, anche nella scrizione analitica bianco mangiare, nei significati di 'budino fatto con latte e mandorle rappreso', 'specie di budino a base di pollo tritato e latte' e dial. di 'denominazione calabrese dei bianchétti'; CA 1 nel significato di 'gelatina fatta bianca con lattata di mandorle dolci, e raddolcita con zucchero'; CA 2; GRADIT; Zingarelli 2023);
brangiere (1300-1350, Ordinamenti intorno agli sponsali ed ai mortorii [ed. Firenze 1866]: "intendendosi per vivanda raviuoli overo brangiere o tortellecti", TLIO nel significato di 'pietanza (a base di mandorle) cotta nel latte'); bramangiere (TLIO; Crusca I-IV nel significato di 'manicaretto appetitoso'; GDLI nel significato di 'dolce a base di latte di mandorle'; GRADIT); blanc-manger (DM 1 nel significato di 'voce francese già da antico fatta italiana e classica in biancomangiare, piatto dolce da credenza. Il Manuzzi e il Tommaseo la riportano, e zitti. Il Viani la difende, il Fanfani ci fa una delle sue solite chiacchierate. Il Petrocchi la registra fra le voci antiquate'; GRADIT).

0.7 Etimo incerto; vedi infra.

0.8 Glossato come alba comestio e albus cibus nel latino del Liber de coquina, il lessema biancomangiare (con i suoi adattamenti e fraintendimenti, come gran manciere: vedi supra) è attestato nel corpus AtLiTeG dal Tre all'Ottocento. Si tratta di una preparazione appartenente alla categoria delle pappe addensate che, nella sua versione più documentata, si compone di latte di mandorle, zucchero e farina di riso (sostituita dalla mollica di pane nella variante "non catalana" di Maestro Martino e dalla farina di amido in quella del Messi Sbugo, iperbolicamente denominata diamante: vedi supra). Nelle fonti più antiche ricorrono le radici bla- (blas- nel ms. Ricc. 1071, da blans), bra-, per le quali il DEI ipotizza una derivazione diretta dal fr. blanc-manger, che corrisponde effettivamente alla prima attestazione nel nostro corpus (così anche Möhren 2016: 27-61; per il rapporto con l'allotropo biancomangiare cfr. Lubello 2006: 488-489; per la diffusione del tipo lessicale cfr. LEI-Germ). Di fronte alla presenza di elementi "non bianchi" in alcune varianti della pietanza, Scully (1997: 228-229) pensa alla base lat. blandus da cui blant mengier 'piatto blando', ma l'ipotesi non sembra convincente dal momento che bianco non è soltanto un cromonimo ma ha anche una connotazione dietetica puntuale ('poco condito'), tant'è che il piatto è rubricato nei ricettari medievali francesi tra i cibi per gli ammalati (cfr. Carnevale Schianca 2011: 71). Se le varie ipotesi differiscono per le forme evidenziate come tramiti, la trafila storico-culturale e di conseguenza linguistica sembra invece sufficientemente chiara: "Appare sempre più probabile l’ipotesi della trafila siciliana, cioè che la Sicilia abbia accolto piatti, tradizioni e molte preparazioni della cucina araba (di derivazione persiana: alcuni nomi sembrerebbero calchi, come quello del noto biancomangiare)" (Lubello 2016: 78). La voce sembra infatti presupporre un calco da una base araba o persiana, isfīdhabāj 'brodetto bianco' (cfr. Martellotti 2001: 81; per le nuove risultanze reperite negli antichi ricettari normanni come blanc desirree 'lett. bianco di Siria', cfr. Martellotti 2024: 132-134; AND, s.v.). Alla luce di questi dati, resta dunque da chiedersi se il termine francese sia un italianismo o, piuttosto, se il calco non sia avvenuto in Sicilia, nel normanno di Sicilia, sempre partendo dall’arabo (ringrazio Sergio Lubello per il parere sulla voce).

0.9 Categorie

0.10.1 aarìso (s.m.) ,

0.11 Lei-Germ; DEI; TLIO; Crusca III-V; TB; GDLI; CA 1; CA 2; DM 1; GRADIT; Zingarelli 2023; REW 5292; AND; Carnevale Schianca 2011: 70-75; Castellani 1987: 30; Coluccia 2022: 182-185; Frosini 1993: 143-144; Grieco 1990: 31-33; Laurioux 1989: 45; Lubello 2001: 235-236; Id. 2006: 488-489; Id. 2011: 197-198; Id. 2016: 78; Martellotti 2001: 81, 100-101, 274, 298, 312, 315, 330-331; Ead. 2005: 94-95; Ead. i.c.s.; Möhren 2016: 27-61; Pfister 2007; Rodinson 2001: 264; Scully 1997: 227-228.


Autore della scheda: Francesca Cupelloni

Pubblicata il: 31/05/2024

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