rosolio s.m. Revisionata

0.1

  1. liquore dolce ottenuto unendo a una soluzione di alcol, acqua e zucchero un'essenza aromatica (fiori, frutti, erbe, spezie, ec.) macerata e distillata
  2. nella loc. rosolio maraschino: liquore dolce ottenuto per distillazione delle ciliegie marasche, maraschino
  3. nella loc. rosolio verdolino: rosolio di colore verde chiaro preparato con varie erbe officinali

0.2

  1. rosoli -
  2. rosolì -
  3. rosolino -
  4. rosolio -

0.3

bicchierino da rosolio - Genova 1893
calicino da rosolio  - Genova 1893
gottin da rosolio - Genova 1893
rosolio maraschino/di maraschino - Roma 1808; Napoli 1852; Milano 1853
rosolio odoroso - Roma 1808
rosolio verdolino - Roma 1808 

0.4 rosoli (Libro di secreti per fare cose dolci, 1748; Sicilia)

0.5

  1. liquore dolce ottenuto unendo a una soluzione di alcol, acqua e zucchero un'essenza aromatica (fiori, frutti, erbe, spezie, ec.) macerata e distillata
    1. Libro di secreti per fare cose dolci (1748, Sicilia) = Modo di fare rosoli di cannella Prenderete la cannella secondo la quantità dell’acquavita e la pestarete non molto fina con qualche garofalo, e poi ci metterete i-nfusione la detta acquavita e ce la lasciarete stare sei o sette ore; e poi la colarete e ci metterete il gileppo a discrizione, e poi la passarete per manica insino che vien chiara. E se vi servite del zuccaro, ogni quartuccio d’acquavita vuole sette onze e mezza di zuccaro. (30)
    2. Libro di secreti per fare cose dolci (1748, Sicilia) = Modo di fare rosoli color d’acqua all’africana moda Prenderete dell’acquavita buona e tornarete a lambiccarla con metterci dentro delle scorcie, cioè torniatura di Portogallo, di cedri e di limeoni, e ne lambiccarete insino che viene forte; e poi prenderete tant’acqua quant’è detta acquavita e ci metterete quattro onze di zuccaro per tarì ben raffinato, e maneggiarete bene ogni cosa insieme, e poi la fate posare almeno un mese. E se la volete fare più presto, metterete il zuccaro nell’acqua che avete da mettere in detta acquavita, con passarla sei o sette volte per manica insino che vien polita; allora misticarete ogni cosa insieme, e sarà fatto. (33)
    3. Libro di secreti per fare cose dolci (1748, Sicilia) = Modo di fare rosoli di ginepri Prenderete i ginepri e gli darete una mezza pistata e li metterete i-nfusione nell’acquavita un poco di giorni insino che vi pare abbia preso, e poi ci metterete il gileppo a vostro genio, benché la dosa sia otto onze per quartuccio d’acquavita. E se la volete fare più buona, lambiccarete i sudetti ginepri con l’acquavita. (34)
    4. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = Nel Tomo settimo. Sarà descritta a fondo l’Arte del Credenziere, cioè la Distillazione, i Rosoli, le Rattafie, le Acquavite; poscia il cacao, La Cannella, la cioccolata, il Caffè, il Thè; indi i Frutti in generale, compresovi anche i Fiori, e gli Agrumi, la Biscottineria, i Confetti, le Bevande, i Sorbetti Gelati composti, ed altre Preparazioni diverse. (I.XXIII)
    5. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = Erbe aromatiche in polvere. Marmellate diverse. Acqua vite. rosolio. Senapa. (I.LVIII)
    6. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = rosolio odoroso in gelatina, di qualunque sorta di Fiori Liliaci. Bisogna però osservare, che lo spirito di vino sia di un’ottima qualità. Alcuni preparano le Gelatine di Fiori in altra maniera, cioè addolciscono lo spirito di vino con sciroppo di zucchero in pane, ad un grato sapore, compreso la colla di pesce che vi si deve aggiungere; quindi vi pongono in infusione i fiori. Dopo dodici ore passano il liquore in una salvietta, come sopra, vi aggiungono la colla di pesce, e fanno gelare come il solito. Questo metodo è buono per quei fiori che danno della tintura, come la viola, l’agazzia, la rosa ec. (IV.206)
    7. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = pudino di frutta alla Dalmatina. Antremè. Fate una pasta maneggevole con una libra di farina, sale, quattr’oncie di butirro, due uovi, e acqua, o latte a discrezione; tiratene una sfoglia, che ne coprirete una salvietta spiegata, e sopra formateci più suoli di quel frutto che vorrete, ben mondato, e tagliato molto sottilmente come v, g. pere, mele, persiche, albicocche ec., ma che sia ben maturo, e conditelo con zucchero, e pezzetti di butirro; indi legate la salvietta come una borsa, e fate cuocere il pudino nell’acqua bollente per circa un’ora; indi accommodatelo nel piatto, fategli un’apertura di sopra e versateci dentro (se volete) un poco di rosolio di cannella, o qualche cucchiaro di rhum; ricoprite l’apertura, e servitelo subito. Tramezzo al frutto potrete mettervi un qualche odore di cannella, o di vainiglia, o di arancio, o di cedrato ec. pudino alla Spilimberg. Antremè. Abbiate una libra di marmellata di frutta, che passerete per setaccio (se vi pare), l’unirete a dieci, o dodici rossi d’uovi, a due oncie di butirro, e ai bianchi dei uovi sbattuti in fiocca; fate cuocere il pudino dentro una cazzarola bene imbutirrata, ed appannata nel forno molto temperato, e servitelo spolverizzato di zucchero fino. Marangone alla Mantovana in più maniere. Antremè. Inzuppate dei biscotti di monache, o delle fette di pane abbruscato, ovvero del pane di Spagna con vino forestiere, o rosolio buono; accommodatelo in più suoli nel piatto (126)
    8. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = tramezzandolo se volete con filetti di mandole, pistacchi, e candito; coprite sopra con bianco d’uovo unito al zucchero fino, fate prendere un bel colore ad un forno leggierissimo, e servite. Invece del vino, e rosolio, potrete variare con una crema, o con qualche marmellata di frutti. (127)
    9. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = Sciarlotta dipiù sorte di frutti. Antremè. Si appresta la sciarlotta con mele , o con pere, o con persiche, o con albicocche tutte nell’istessa maniera, la quale è la seguente. Capate, e tagliate in fette sottili quel frutto, che vorrete, conditelo con zucchero fino, ed un poco di vino, o di rosolio, l’odore che vorrete, e pezzetti di butirro; versate questa composizione dentro una cazzarola unta con molto butirro, appannata, e coperto il fondo, e l’intorno di fette sottili di mollica di pane, che una sopravanzi l’altra, e che se di dentro le bagnerete con uovi sbattuti, non sarà che bene, calcate fortemente il frutto, e coprite con altre fettine di pane, che indorarete, ed aspergerete con butirro, fate cuocere ad un forno temperato, indi lasciate riposare fuori del fuoco per mezz’ora, e servite. (137)
    10. Il Cuoco maceratese (1820, 5ª ed. veneta, Macerata) = Un floppò con salsa di rosolio. (143)
    11. Il Cuoco maceratese (1820, 5ª ed. veneta, Macerata) = Salsa di rosolio alla Persiana. Prendete due rossi d’uova e sbatteteli in una cazzarola con mezzo bicchiere di latte, poco sale e cannella, e stringetela al fuoco, fatela alquanto raffreddare e poi metteteci due bicchierini di rosolino, mescolatela bene e servitevene ec. (175)
    12. Il Cuoco maceratese (1820, 5ª ed. veneta, Macerata) = Zucchette alla Tedesca. Prendete le zucchette, fettatele come il salame, mettetele in infusione nell’acquavite concia, o puro rosolino di anisi, ma che sia gagliardo per lo spazio di due ore, dopo scolatele e fate una pastella, come quella delle frittele di ostia, immergetele in essa pastella, friggetele di buon colore, spolverizzatele con zucchero, mandatele in tavola calde e con pulizia. (100)
    13. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = Al Rosolì. — Si facci, come sopra, la crema di cannella, ma, quando sta per addensarsi e stringersi, ci si aggiunga una giusta dose di Rosolì di cannella, si termini di addensare e si versi nel piatto. (123)
    14. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = Alla Persiana. — Si stemprino più gialli di uova con poco latte e con una decozione di caffè, ed a modo di crema si facci addensare a lento fuoco, ma prima dell’addensamento aggiugnerci una giusta dose di Rosolì di caffè. Questa salsa è ottima sopra fritture da grasso. (150)
    15. Il cuoco senza pretese (1826, 2ª ed., Como) = Prenderete questi capi, e li taglierete a dadi, e tutto questo impasto si bagnerà con un bicchiere di vino forestiere od un bicchiere di rosolio di cannella, e così coperto collo stesso pollo, lo lascerete per un’ora o due in infusione. (I.36)
    16. Il cuoco senza pretese (1826, 2ª ed., Como) = galantina Cappone 0 76 Codeghino pasta once 7 " 42 giambone once 7 " 63 Orecchino di porco once 12 " 53 Panzetta once 7 " 28 Triffole once 2 " 54 Pistacchi once 1 " 20 Sale e drogheria " 5 Vino e rosolio " 22 Garofani e cannella " 4 Ingredienti " 2 Un ovo " 5 [Tot.] (II.60)
    17. La cuciniera moderna (1845, Siena) = quindi verranno le insalate composte e sparagi insieme agli arrosti; ostriche e frutti di mare, si gireranno poi i piatti dolci la biscotteria e le frutta; si chiuderà il pranzo col gelato di qualità diverse, e poi si passerà in altra stanza à prendere il caffè, rosolio, e liquori. (53)
    18. La cuciniera moderna (1845, Siena) = SOUFLÉ DI FRUTTA Quello di albicocche o di pesche si fa nel modo seguente, si passano per staccio le dette frutta, quindi si mettono in cazzeruola con zucchero, quindi si fanno ristringere al fuoco, e ciò fatto vi metterete quattro rossi d'uovo per ogni libbra di frutta; ristringete e quando la composizione sarà fredda vi unirete un poco di rosolio o di rum, montate le chiare in fiocca, quelle che avrete levate dai rossi, unitele a poco alla volta alla composizione che verserete in un vassoio profondo con un contorno di pasta, già descritto nel souflè di tutte, polverizzatevi sopra dello zucchero, ponetelo a cuocere col solo coperchio del fornello da campagna e appena avrà preso calore, levatelo, e tornate a spolverizzarlo di zucchero per servirlo in tavola. (91)
    19. La cuciniera moderna (1845, Siena) = MELE GAZZERUOLE RIPIENE Levate prima di tutto per mezzo di un cannello di latta il torzo a dette mele, quindi mondatele, ciò fatto pasatele nel giulebbe. Sarebbe opportuno di mettere in questo giulebbe un poca di pezza di Levante onde darli un color di rubino, ma in mancanza, supplirete con metterci un poco di siroppo di amarante, e farete il seguente ripieno. Prenderete del candito di Cedro, passatelo nel mortaio, unitamente a delle mandorle pelate in acqua bollente, con un poco di zucchero, e qualche tuorlo d'uovo assodato, allungherete con rosolio o di cedro o d'arancio, quanto basti ad immorvidire la pasta colla quale riempite le dette mele. Ciò fatto montate della chiara in fiocca, e colla medesima farete una specie di cupoletta, onde coprire il ripieno e polverizzandovi dello zucchero li darete un’aria di fuoco per mezzo del coperchio del fornello da campagna, e quando avranno preso un colore di nocciuola, accomodatele in un vassoio mettendo in fondo del medesimo dell'alchermes, o della crema. (94)
    20. L'Arte di convitare (1851 (1ª ed.), Milano) = e se il vino era grosso e se vi abbiano dato il rosolio di garofani. (I.22)
    21. Cucina teorico-pratica (1852, 7ª ed., Napoli) = Conterrà questa Settima Edizione, nella sua prima parte, un Calendario di un anno intero, con un pranzo periodico di otto piatti al giorno, compresi in essi due zuppe, una in brodo, e l’altra incaciata col suo corrispondente Riposto, includendoci ancora de’ vini esteri, il gelato, dolci, caffè, e rosolio; descrivendoci da prima la minuta della Cucina, del Riposto, e del Desserts; (IV)
    22. Cucina teorico-pratica (1852, 7ª ed., Napoli) = progressivamente bollendo, e si conosce col medesimo mezzo, perocché quel sottil filo non si spezza così facilmente. Questo l’è buono per fare i rosoli meno cremati. Il terzo passando un bollo dippiù lo chiamo il piccolo perlé, perché bollendo forma delle grosse perle. Questo è proprio per fare qualunque sorbetto. Il quarto, che continuando a bollire ne succede il grande perlée, e si conosce, che bollendo forma il giulebbe delle piccole perle, rotonde ed elevate. Questo è proprio per fare il sorbetto di amarene, perché essendo questa qualità di sorbetto molto aspro, il maggior bollimento dello zucchero gli dà più dolcezza, ed è buono ancora per que’ rosoli, che si volessero mollo cremati. Il quinto lo chiamo la piccola, e grande, queue de’ cochon, che si conosce bagnando la mescola bucata, e quindi, lasciando cadere quel giulebbe, si forma attaccato alla mescola medesima come una coda. (25)
    23. Cucina teorico-pratica (1852, 7ª ed., Napoli) = CAPITOLO VIII. METODO GENERALE DI FARE QUALUNQUE rosolio, MENO PER QUALCHE ECCEZIONE. Il magistero de’ rosoli l’è sempre lo stesso, tranne qualcuno che meritasse qualche eccezione, che particolarmente ne farò la descrizione, secondo occorrerà pel proposto sistema di questa mia Settima Edizione. Per numero dodici persone è sufficiente una libbra di spirito di vino, ma che sia il più perfetto; in esso porrai quel senso che più ti piacerà nel modo seguente. §1. [rosolio di limone o portogallo.] Se di limone, o portogallo, ne prenderai una decina delli più freschi, ne taglierai sottilmente le cortecce, e le porrai in fusione nello spirito per ore 24, battendolo di tanto in tanto; farai il giulebbe con un rotolo di zucchero, servendoti del secondo punto chiamato da me lissé e verrà meno cremato; volendolo poi maggiormente cremato, farai il giulebbe al quarto punto denominato il grande perlée; lo farai raffreddare, e quindi lo mescerai con lo spirito, togliendone quelle cortecce, e facendolo bene medesimare lo farai distillare coll’imbuto di vetro espressamente, o col coppo di carta floscia pria bagnata, o colla bombace; qui debbo avvertirti. che nel riunire lo spirito di già col senso, con il giulebbe, saggerai il grado di dolcezza per portarlo a quel gusto che ti piacerà, potendoci aumentare o un pochino di spirito, o un pochino di zucchero, facendolo liquefare in una parte del già fatto giulebbe, e distillato che sarà di bel color chiaro, lo porrai in bottiglia di tuo genio e lo servirai. Nel caso che nella prima distillazione non venisse perfettamente limpido lo ripasserai novellamente. §2. [rosolio di cedrato.] §2. Se lo vorresti di cedrato, siccome il senso di questo agrume è più sensoso, ti servirai delle cortecce di quattro piccoli; se poi fossero di quelli bellissimi cedrati d’Ischia che sono i migliori, e che sono ben grandi, o di quelli di Sorrento, ti servirai della corteccia di due di essi. §3. [rosolio di cannella.] Se lo vorresti di cannella, prendi una terza d’oncia dell’ottima cannella, la ridurrai contusa, e la porrai in fusione con lo spirito; facendo il dippiù come sopra. §4. [rosolio di vainiglia.] Se di vainiglia, prenderai due polpose bacchette, le dividerai per metà per lungo, le suddividerai e le porrai nello spirito e farai come sopra. §5. [rosolio di cioccolata.] Se di cioccolata, ne prenderai mezza libbra, ma della più perfetta, la rasperai tutta col coltello, la porrai nello spirito, ed il dippiù come (27)
    24. Nuovo cuoco milanese economico (1853, 3ª ed., Milano) = Alla frutta si serve il vino Champagne. Il vino nostrano sempre a volonté. Il rosolio alli dolci. L’ultimo il caffè e rosolio a volonté nella sala del buffé, o antisala di conversazione. Vini di lusso per uso di rosarre li piatti e per le salse, si farà per proprio uso del vino di Madera e vino di Marsalla, invece dei nomati vino di malaga/7546" data-toggle="tooltip" title="Vai alla scheda scheda lessicografica" class="lemma evidenzia_light">malaga o altri vini. (8)
    25. Nuovo cuoco milanese economico (1853, 3ª ed., Milano) = Pastina alla Russa. 6. Fate liquefare poco butirro, unitevi della farina di semola, poco sale e pepe, bagnatela con birra ed un bicchiere di rosolio o acquavita, mescolate e sciogliete il tutto; montate due chiari d’uova e unitevi i suoi rossi: servitevene per il mariné. Di questa pastina potrete servirvene per involgervi frutti siroppati, ed è buona tanto pel grasso che pel magro. (25)
    26. Nuovo cuoco milanese economico (1853, 3ª ed., Milano) = Fegati di Pollini alla Italiana. 51. Formate delle cassettine di pane fritto al grasso bianco, fatele ben colare, prendete quattro fegati, puliteli e metteteli nel latte come sopra al n. 50, levateli dal latte ed asciugateli. Fate un letto ad una cassarola mezzana con poco butirro, poca grassa, cipolle, selleri e carotte; coprite con fette di lardo, unitevi i fegati e fateli gratinare, spruzzandoli con una mezza zaina di rosolio o di garoffano o di cannella: lasciate il tutto confinare, bagnatelo con metà sugo ed un quarto di coulì, fatelo cuocere a fuoco lento. Cotti, sgrassateli e passate al sedaccio il fondo, ristringetelo se lo vedete necessario, montateli sul piatto e versategli sopra la sua sostanza con una spremuta di mezzo limone e guarniteli con crostoni a piacere. (84)
    27. Il re dei cuochi (1874, Firenze) = IL RE DEI CUOCHI OVVERO LA MANIERA DI FARE UNA BUONA CUCINA CON POCA SPESA. CONTIENE La maniera di apparecchiare con garbo e di servire con decoro le mense — Il modo di ben trinciare le carni — Le migliori ricette per la preparazione di ogni sorta di vivande — L’indicazione per conservare gli alimenti vegetali e animali — E ricette per preparare PASTICCI, CONFETTURE LIQUORI, ROSOLI E SORBETTI FIRENZE TIPOGRAFIA ADRIANO SALANI 1874 (1)
    28. Il re dei cuochi (1874, Firenze) = decantate e filtrate anche questo secondo miscuglio, versatelo, insieme col primo, in un sciroppo preparato con 3 chilogrammi di zucchero e 3 litri d’acqua. Unitevi allora 2 ettogrammi di fiori d’arancio; lasciate il tutto nel vaso ben chiuso per tre giorni, agitandolo spesso, e finalmente filtrate e ponete in bottiglie questo rosolio. perfetto amore. Mettete in un vaso due bei cedri tagliati a pezzi insieme colla scorza di altri 3 o 4 cedri, aggiungete un po’ di cocciniglia pestata. Versatevi sopra 4 litri di acquavite e 2 di zucchero sciolto in acqua a consistenza di sciroppo; lasciate infondere per quindici giorni od anche più, e filtrate poscia con diligenza, a fine di fare uscire il vostro liquore molto limpido. rosolio di cannella. Distillate 4 litri di spirito, in cui avrete infuso un ettogrammo di cannella, e cavatene 3 litri di liquore. Unitevi 2 chilogrammi di zucchero disciolto in 4 litri d’acqua, e filtrate il liquore. (125)
    29. Il re dei cuochi (1874, Firenze) = rosolio di cioccolata. Mettete in un lambicco 4 ettogrammi di caccao abbrostolito, insieme con 3 litri d’acqua; distillate, e cavatene due litri di liquido. Distillate a parte 3 litri d’acqua con 2 ettogrammi di cannella, e traetene altri due litri di liquido. Infine di stillate 30 grammi di vainiglia con un litro e mezzo d’acqua, e cavatene un litro di liquido. Unite insieme il risultato delle tre distillazioni, e d avrete 5 litri di liquore, al quale aggiungerete 2 litri di alcool rettificato e 2 chilogrammi di zucchero in pani. Lasciate infondere bene lo zucchero, agitando di sovente, e finalmente filtrate e ponete il rosolio in bottiglie. GELATI O SORBETTI. Gelato al limone. Fate chiarificare 3 ettogrammi di zucchero; unitevi il sugo di 4 limoni mondati e pestati, e più, se fossero scarsi di sugo; raschiatevi dentro la scorza di due limoni, e metteteci 2 ettogrammi di zucchero bianchissimo in polvere; quando sarà ben liquefatto, passate il tutto per (126)
    30. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = Fate quindi cuocere due o tre qualità di frutta della stagione, per es. se di estate, prugne (brignoin), albicocche (bricoccali), visciole (iscioe), pesche, pere ed altre; cotte che siano, unitevi un po’ di rhum e rosolio, un po’ di cedro, alquanta, zucca candita (sûccâ) e fatele raffreddare [...] (229)
    31. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = Budino biancomangiare. 422. Fate sciogliere entro un litro di latte 100 grammi di polvere di riso e 100 o 125 grammi di zucchero ben polverizzato, secondo la dolcezza che si vuole; passatelo prima allo staccio, poscia ponetelo in casseruola di rame a cuocere a fuoco lento per un’ora, avvertendo di rimescolar sempre; a mezza cottura però gettatevi quattro tuorli d’uova ben dibattuti, due cucchiai di buon vino particolare, un cucchiaio d’acqua di fior d’arancio, un cucchiaio di rosolio e un po’ di cannella. Quando sarà cotto levatelo dal fuoco; unitevi quattro bianchi d’uova ben dibattuti e continuate a rimestare speditamente per altri 8 minuti; dopo ciò versatelo in una forma di budino e lasciatelo raffreddare. Rovesciatelo in ultimo in un piatto e servitelo spolverizzato di zucchero. Nota. — Potete anche formare a questo budino una fascia di biscotti della regina, che bagnati in rosolio di cannella accomoderete nella forma prima di versarvi il latte: in tal modo avrete un budino fasciato di biscotti. (230)
    32. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = Budini ai marroni. 429. Lessate in pentola 300 grammi di marroni sbucciati; cotti che siano, mondateli dalla peluia (lûggio) e pestateli bene in mortaio, unite ai medesimi un litro di buon latte con sufficiente zucchero in polvere, un po’ di vainiglia egualmente polverizzata, alquanta raschiatura di scorza di limone e tre bicchierini di rosolio di vostro gusto, e rimescolate il tutto. (234)
  2. nella loc. rosolio maraschino: liquore dolce ottenuto per distillazione delle ciliegie marasche, maraschino
    1. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = gelatina di rosolio Maraschino. Antremè = Ponete in una terrina il Maraschino che vi bisogna per la gelatina, quello di Zara sarà il migliore, con meno di mezzo bicchiere di acqua fresca, un pochino di zucchero chiarificato a sciroppo, colla di pesce a proporzione. (IV.211)
    2. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = Delle Gelatine di Liquori Odorosi, e Aromatici Distillati. 207 Guarnizioni di tutte le Gelatine in Generale. ivi gelatina di Caffè. 208 gelatina di Cocomero. 209 gelatina di Crescione. ivi gelatina di Poncio. 210 gelatina di Vino Moscato. ivi gelatina di rosolio Maraschino. 211 Nuovo Metodo per le Gelatine di Frutti Freschi. (IV.343)
    3. Cucina teorico-pratica (1852, 7ª ed., Napoli) = rosolio di maraschino. Caffè. (43)
    4. Cucina teorico-pratica (1852, 7ª ed., Napoli) = RIPOSTO E DESSERTS. pane. Vino di pasto. insalata cotta di broccoli romani, detta cruda di scarola, due piattini di butiro e crostini, due d’alici salate, due d’olive, due di peperoni in aceto, due di capperini, due di rafanelli, due piattini di mele, due di pere, due di selleri, due di portogalli, due di castagne, due di dolci, cioè mostaccioletti e graffioletti, due bottiglie di Marsala, una di rosolio di maraschino, gelato di cannella, bevanda di caffè. (109)
    5. Nuovo cuoco milanese economico (1853, 3ª ed., Milano) = Uova artefatti per dolci. 83. Fate cuocere per sette minuti nell’acqua bollente delle uova, passateli all’acqua fredda e pelateli, tagliateli per metà levandogli i rossi e passateli al sedaccio unendovi once sei butirro fresco, poco zucchero, poco cannella, una zaina di rosolio di maraschino: il tutto incorporate ed empite con questi i chiari d’uova, metteteli alla stuffa col ghiaccio e lasciateli sino al momento di servirli, poneteli alla salvietta e serviteli. (311)
    6. Nuovo cuoco milanese economico (1853, 3ª ed., Milano) = Geladina di Maraschino. 90. Fate liquefare in un mezzo d’acqua un’oncia e mezza di colla di pesce come sopra al n. 87 di questo capitolo: sciolta, unitevi una libbra di zucchero in pane; liquefatto il zucchero, passatelo ad una salvietta fina, unitevi quasi una zaina di rosolio maraschino o cannella o garofano, ponetevi il sugo di quattro belli limoni, mischiate il tutto e passate di nuovo alla salvietta. Pulite un stampo con un buco nel mezzo, versatevi la geladina e ponetela al ghiaccio a gelare; al momento di servirla (314)
    7. Nuovo cuoco milanese economico (1853, 3ª ed., Milano) = Geladina di Portogallo o di Limone. 101. Prendete otto portogalli, col cava-verdura vuotateli, osservate di non guastare la scorza, acciò si possono empire; vuotati, metteteli nell’acqua fresca, passate alla salvietta il suo interno, unite quattro sughi di limone, un’oncia e mezza di colla di pesce e tre zaine d’acqua, fate liquefare insieme alla colla di pesce o colla de’ piedi una libbra di zucchero, passate il tutto alla salvietta, unendovi un mezzo bicchiere da zaina di rosolio di cannella o maraschino; mischiate il tutto e con questo empite i portogalli, metteteli a gelare alla stuffa e lasciateli sino al momento di servirli. (318)
    8. Nuovo cuoco milanese economico (1853, 3ª ed., Milano) = Giazza di rosolio. 200. Fate liquefare sei once di zucchero fino, un’oncia di gomma arabica ed unitevi poco rosolio di maraschino: potrete servirvi di questo per indorare quanto credete di oggetti di pasticciere, ponendovi sopra di questa della tresia o pistacchi o la lascierete naturale. Gusto di caffè. 201. Prendete del siroppo di zucchero, fate tostare once due di caffè, così caldo versatelo nel siroppo, copritelo, lasciatelo venir freddo, levate il caffè dal siroppo, tiratelo alla piuma; se incomincia a spungarsi versatelo fuori sopra carta reale, lasciatelo raffreddare, pistatelo al bronzino e passatelo al sedaccio di seta: ve ne servirete per dar gusto al lattemiele od altro. In quanto al gusto della vaniglia questo va pestato con poco zucchero in pane, passatelo al sedaccio e servitevene. (360)
  3. nella loc. rosolio verdolino: rosolio di colore verde chiaro preparato con varie erbe officinali
    1. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = gelatina di rosolio verdolino. 2. di gelatina di Moscato di Cipro. 2. di Mela alla Portoghese. (II.LVII)

0.6 rosolio (1750, C. Goldoni, Il cavaliere di buon gusto, GDLI; CA 1; CA 2, TBDM 1: 12, 18, 46, 89 e passim ss.vv. alchermes; anisette; bénédictinSC; GRADIT; Zingarelli 2024);
rosoli (1663, A. Oudin, VEI; 1670, F. Redi, Dardi 1992: 228; 1670, F. Redi, Lettera al signor Giulio Giannerini [in Opere, 9 voll., 1809-1811], GDLI; GRADIT); rosolis (1677, L. Magalotti, Dardi 1992: 228); rosolì (av. 1712, L. Magalotti, Dardi 1992: 228 [e non ca. 1685, F. Redi, come indicato da DELIN];  av. 1722, G. Gigli, Lezioni di lingua toscana con l'aggiunta di tre discorsi accademici e di varie poesie sagre e profaneGDLI; av. 1736, F. Arisi, VEI); rosolino (1721, A. Vallisneri, Istoria della generazione dell'uomo, e degli animali, se sia da' vermicelli spermatici, o dalle uova, DARDI 1992: 229; av. 1730, A. Vallisneri, Opere fisico-medicheGDLI; TB come rosoliino  'dim. di rosolio. Rosolio leggero e poco spiritoso'); rosolio maraschino (1754, G. Gozzi, in una lettera datata 2 ottobre 1754, [in Opere, 28 voll., Bologna, 1832-1836], GDLI: IX, 763 s.v. maraschino; TB); rosoglio (1762, C. Goldoni, La buona figliuola maritata; 1819-1820, G. Maironi da Ponte, Dizionario odeporicoGDLI); friul. rosòli; rosolìn; sic. rosolì; rosulì; piem. rosöli (cfr. Zolli 1971: 112 per i relativi repertori); vogher. ruʃòli; crem. ruʃòli; pav. ruʃoli; bol. rusoli; ramagn. ruʃöli; laz. roʃòrio; abr. rəʃòrie ru- (Dardi 1992: 229 e n. 389).

0.7 Etimologia discussa; vedi commento.

0.8 Nel corpus AtLiTeG rosolio e le sue varianti sono attestati dalla metà del XVIII secolo, a partire dal Libro di secreti per fare cose dolci (1748).
L'origine del vocabolo è discussa. Per DEI, che attesta la voce a partire dal XIV sec., sarebbe o composto del lat. alchim. di rosa ed oleum, perché il liquore era caratterizzato da un infuso di petali di rose, o derivato dal nome di pianta ‘rosolida’. Il vocabolo sarebbe poi passato in fr. come ros(s)olis (av. 1645), per tornare nelle varianti rosolì e rosolino, anch’esse lemmatizzate dal repertorio (cfr. anche Alessio 1939: 43-44). L’ipotesi dell’origine italiana è contestata da DELIN, che propone, viceversa, la derivazione dal fr. rossolis; per l’origine dal fr. rossolis, a sua volta dal lat. scient. rōs sōlis 'rosolida' (propr. 'rugiada di sole'), documentata per la prima volta in un testo inglese del 1578 (OED), propendono anche Dardi 1992: 228 e Schweickard 2011: 593.
Per Prati 1940: 146 il nome del liquore si deve a qualche liquorista francese o torinese del XVII secolo che avrebbe chiamato la bevanda "ros solis [...] prendendo facilmente il nome da quello latino medievale della pianta, che nel suo significato letterale era assai acconcio al nuovo liquore e che il fr. rossolis rispecchia in pieno". Il nome, ancora secondo lo studioso, in Italia sarebbe diventato rosòlì per accostamento a ròsa e poi rosolino in Toscana, forse per attrazione di maraschino o altro.
La variante moderna rosolio, maggioritaria nel nostro corpus, inizia a imporsi sulle concorrenti nel Settecento (Dardi 1992: 229) per passare poi anche in fr. (rosolio, rosoglio, dal 1805) (Schweickard 2011: 593). La terminazione in -ino di rosolino per DEI e VEI non è un diminutivo, ma rende il fr. -i del tipo bengioino; cremisino, ec.; per la forma rosolì si precisa che la data di prima attestazione è av. 1712 (cfr. Dardi 1992: 228 e Schweickard 2011: 593), e non av. 1685 (così in  DELIN s.v. rosolio).
Tra i vari tipi di rosoli menzionati nel corpus, la loc. rosolio maraschino rimanda al liquore di ciliegie marasche, rimasto in seguito semplicemente maraschino; il rosolio verdolino deve invece il suo nome al colore verde chiaro conferitogli dalle erbe officinali con cui è preparato, come si evince dalle ricette riscontrate in Google libri (cfr. ad esempio la ricetta rosolio di verdolino proposta da La cucina casereccia, pubblicata a Napoli nel 1817) e dal repertorio di L. Molossi 1839-1841 che s.v. verdolino scrive: "Verdolino, in forma di sm. è anche una specie di rosolio, così detto dal suo colore (us. tosc.)".
Si segnala infine che la voce rosolio è largamente presente anche nei dialetti, in merito ai quali cfr. la doc. in 0.6.

0.9 Categorie

0.11 CA 1CA 2; DEI; DELIN; DM 1GDLI; GRADIT; Molossi 1839-1841; Nocentini; OED; SCTB; VEI; Zingarelli 2024;  Alessio 1939: 43-44; Dardi 1992: 72; 76; 228-229; La cucina casereccia 1871: 71; Prati 1939: 145-146; Schweickard 2011: 593; Zolli 1971: 111-112.


Autore della scheda: Francesca Porcu

Pubblicata il: 31/05/2024

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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/153