0.1
0.2
0.3
0.4 marmolata (Libro di secreti per fare cose dolci, 1748; Sicilia)
0.5
0.6 marmellata (Crusca V; dal 1588, Filippo Sassetti, Lettere [ed. Firenze, 1855]: "Que’ Mori di Barberia hanno poi loro [ai Portoghesi] dimostrato che bisogna altro che pappare buona marmellata... a farsi ridottare", GDLI; DM 1; SC; GRADIT, nel significato di 'conserva alimentare spec. di frutta, che viene cotta lentamente con l’aggiunta di zucchero'; Zingarelli 2024).
0.7 Dal portoghese marmelada, der. di marmelo 'mela cotogna' (DELIN).
0.8 La voce marmellata e le sue varianti sono attestate nel nostro corpus dalla metà del Settecento in poi. Il significato più diffuso è quello di ‘composta di frutta cotta con zucchero fino alla densità desiderata’: si deve “sempre maneggiare con un bastone” perché non si attacchi (Libro di secreti per fare cose dolci, 1748) e va fatta bollire “finché la Marmellada regga alla cucchiaia” (L'Apicio Moderno, 1808). Viene usata per farcire “torte e pasticcini” (La Cuciniera genovese, 1893), “croste dorate" (Il piccolo Vialardi, 1899) o, nel Nuovo cuoco milanese economico (1853), i “craffen”, vale a dire il krapfen ‘la ‘frittella di pasta molto lievitata, in forma di palla o più raramente di ciambella, ripiena di solito di marmellata di albicocche e spolverata di zucchero’’ (Frosini-Lubello 2023: 53). La marmellata viene realizzata con i frutti più vari come albicocche, meloni, pere, pomi e altri ancora; nei contesti non si è trovato riscontro del significato oggi primario di ‘conserva di agrumi lasciati cuocere, con aggiunta di molto zucchero, fino ad ottenere una buona consistenza’ (GRADIT), che infatti è dovuto alla classificazione merceologica introdotta successivamente al nostro periodo di riferimento. Alfredo Panzini, riferendosi alla marmellata nel Dizionario Moderno, sottolinea il suo legame con composta, percepita come la forma italiana più corretta per riferirsi a questo tipo di preparazione gastronomica ("In puro italiano, conserva di frutta"), e afferma che “è uno dei tanti vocaboli derivati dal francese (marmelade) e penetrati nell'uso: del quale però non mancano antichi ed autorevoli esempi. [...] La parola francese proviene alla sua volta dallo spagnuolo mermelada, cioè la conserva fatta di mele cotogne (membrillo e nel portoghese marmelo lat. melimelum)”. In realtà, si potrebbe smentire questa circostanza - e, sulla scia del DELIN, preferire l'ipotesi di derivazione dal portoghese, dove marmelada è riscontrata dal 1521 (DELP) - dando uno sguardo alla cronologia: in francese, le forme mermelade e marmellade sono attestate rispettivamente dal 1573 e dal 1642.
0.9 Categorie
0.10.1 composto (agg.) , piccatiglio (s.m.) ,
0.11 Crusca V; DEI; DELIN; DM 1; GDLI; GRADIT; Nocentini; SC; TB; Zingarelli 2024. Frosini-Lubello 2023.
Autore della scheda: Valentina Iosco
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/234