0.1
0.2
0.3
0.4 cennamata (Libro de la cocina, sec. XIV secondo terzo; Toscana sud-orientale)
0.5
0.6 cenamata (XIV sec., F Libro della cocina [ed. Faccioli, Arte della cucina], TLIO, LEI).
0.7 Dall'it. cennamo (< CINNAMUM) (LEI).
0.8 Coniato con il suffisso -ata, che unito al nome dell’ingrediente principale risulta produttivo per la formazione di nomi di cibi e bevande (es. cedronata, cocuzzata, limonata; cfr. Grossmann-Rainer 2004: 254). Che si tratti di un condimento (TLIO) o di una vivanda (LEI) a base di cannella (cinnamomo), la voce risulta attestata soltanto nel trecentesco Libro de la cocina. Si veda lo stesso contesto riportato dal TLIO s.v. cennamata, nell'edizione meritoria ma filologicamente inadeguata di Emilio Faccioli: «Tale sapore si chiama cenamata e conviensi a tutte carni di caprioli e lepore a rosto». Affine al significato di ‘condimento’ è quello di ‘salsa’ registrato da Möhren 2016: 214 (e passim), per il quale il lemma corrisponde al lat. salsa camelina ~ cam(m)ellina ~ cammelina ~ camilina (vd. ivi per le varie attestazioni); cfr. comunque Frosini 1993: 175-176 s.v. spezie camelline, cammelline: «Siamo dunque di fronte a preparazioni basate sull’impiego di cannella, noci moscate, chiodi di garofano, pane, stemperati con agresto o aceto: ciò che ne risultava poteva avere un colore “brunastro”, cosa che forse spiega l’uso del termine cammellino» (ivi, p. 176). Stando poi a LEI XIV 417, in fior.a. cennamata è agg.f. e vale però ‘di un tipo di panno o di lana del colore del cennamo’ (1318-22, con rimando al TLIO); mantiene invece il significato con cannella il fior. cennomati pl. ‘colori di cannella’.
0.9 Categorie
0.11 LEI; TLIO; Faccioli 1966, I: 33; Frosini 1993: 175-176; Grossmann-Rainer 2004: 254.
Autore della scheda: Andrea Maggi
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/221