0.1
0.2
0.3
0.4 lucanica (Libro B, Sec. XIV-XV; Italia meridionale intermedia)
0.5
0.6 lugàniga (TB nel significato di 'specie di carne insaccata in budella, dopo essere stata pesta: è simile alla salsiccia'; GDLI con rinvio a lucànica, lucàniga e lugànega);
lugàneg (1271-1280, Bonvesin, Disputatio mensium [ed. Roma, 1941]: "Luganeg e indugieri e' g'appareg a si, / tomasel, cervelao ge fo aver oltresí, / olcei, salvadhesine ancora el á per mi", TLIO nel significato di 'salsiccia tipica dell'Italia settentrionale');
luganega (TLIO; SC nel significato di 'salsiccia lunga e stretta da consumare fresca, tipica della Lombardia e del Veneto'; GRADIT; Zingarelli 2023, con rinvio anche a lucanica); lucanica (TLIO nel significato di 'specie di polpetta di pesce').
0.7 Dal lat. LUCĀNĬCAM 'propria della Lucania' (DELIN).
0.8 Già in Apicio (1990: 34: lucanicarum confectio) e con antiche corrispondenze romanze (cfr. per es. spagn. longaniza: Corominas 1987: 365) ed extraromanze (cfr. ar. laqaniq in al-Warraq, Kitāb at-Tabikh: Nasrallah 2010: 187; Martellotti 2024: 21), la voce luganiga (e varianti) è probabilmente un detoponimico da Lucania (DELIN; DI: 781-784, con documentazione cronologica e geolinguistica esaustiva, dal genovese luganega all'anconetano locanica). La prima attestazione del gastronimo è però milanese (in Bonvesin: TLIO) e ad area settentrionale rinviano anche le definizioni fornite dai vari repertori lessicografici, che recano concordemente il significato di 'salsiccia cilindrica tipica del nord Italia' (così anche nel Cuoco senza pretese di Odescalchi: vedi supra). Non ha invece sembianze di insaccato la lucanica attestata nel Liber quoquine (Libro B) – posta fra le due preparazioni affini del cervallato e della bona solciça –, che prevede l'impiego di un cucchiaro forata [sic], integrazione proposta dall'ed. Boström (1985: 45). La condivisione della ricetta con l'Anonimo Toscano (che parla di "tortelli di pescio": Möhren 2016: 159) permette di sanare l'incongruenza: più che un cucchiaro, lo strumento mancante potrebbe essere infatti il panno di lino menzionato dal ricettario federiciano ("poi metti tutto in uno panno di lino bene largo e bucato"), attraverso il quale spremere la polpa di pesce per ricavarne una sorta di grossi spaghetti da friggere in olio (cfr. Carnevale Schianca 2011: 365). Alla forma con sorda documentata nel Libro B, che è anche quella "coincidente graficamente con l'etimo latino" (Mosti 2019: 130), viene sempre preferita come entrata nella lessicografia dell'italiano la forma adattata alla fonetica settentrionale luganiga o la sua variante luganega, tipica dell'area veneta.
0.9 Categorie
0.11 DEI; DELIN; Nocentini; TLIO; TB; GDLI; SC; GRADIT; Zingarelli 2023; DI: 781-784; Apicio 1990: 34; Boström 1985: 33, 45; Carnevale Schianca 2011: 365, 586; Corominas 1987: 365; Martellotti 2024: 21; Migliorini 1960: 282; Möhren 2016: 159; Mosti 2019: 130; Nasrallah 2010: 187; Olivieri 1942: 84.
Autore della scheda: Francesca Cupelloni
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/228