0.1
0.2
0.3
0.4 salcicias (Liber de coquina (A), 1314, Napoli)
0.5
0.6 sossiça, nel sign. 'alimento costituito da carne tritata e insaccata con sale e spezie in budella d'animale', bol., XIII sec. (Serventese Lambertazzi, “Troppo li costa cara la sossiça / del porco, e la carne arostita, / ch’eli cavòno for de la stalla / a Tibaldello”) TLIO;
salsiccia, 1366, Documenti di Assisi, (TLIO); nel sign. 'spezie di salame. Carne minutissimamente battutta, e messa con sale, e altri ingredienti, come finocchio, curiandoli, nelle budella del porco' Crusca I-IV, con l'etimologia 'Lat. lucanica: da altri *Isicium, overo *Insicium”Crusca I; GDLI; GRADIT; Nocentini; Zingarelli 2023; FEW 11: 107-108; REW 4551
salcicia, sic. 1348, Declarus del Senisio, TLIO; salciccia, TB
0.7 dal latino tardo salsicĭa, con sovrapposizione di salsus e insicĭa ‘polpetta’, composto dalla preposizione in e da un derivato di secāre ‘tagliare’ (DELI, DEI)
0.8 Alimento principe delle tavole italiane, la salsiccia attraversa la storia della gastronomia dalle prime attestazioni del XIII sec. fino ai giorni nostri. La prima attestazione, nella variante settentrionale sossiça, è del XIII secolo, in un testo di area bolognese (TLIO, s.v. salsiccia).
Le varianti della voce, numerose e differenti da regione a regione, sono ben rappresentate nella carta AIS 599: accanto a salsiccia, abbiamo salciccia tipica delle regioni centrali, mentre al sud prevale sauciccia, sauziccia o sauzizza, sazizza, salzizza, sanzizza o altre forme simili. Al Nord, predomina salsisa, salsesa o sasisa.
La voce salciccia è del tutto assente nel Vocabolario degli Accademici della Crusca, dove l’unica forma presente è salsiccia. Salciccia è invece in TB (cfr. Frosini 1993).
In GDLI la forma principale è salsiccia, mentre salciccia è variante antica e regionale. Anche nel GRADIT salciccia è “variante popolare”.
I dati presenti nel nostro corpus permettono di retrodatare la forma salcicia al 1314, in area napoletana, qualche decennio prima della attestazione siciliana del Declarus (TLIO). Si conferma la distribuzione delineata in AIS per la forma salsiccia che compare nei testi di area principalmente mediana (Liber coquine del 1401). Di rilievo l'attestazione salzicchie di area laziale, nel Libro de arte coquinaria di Mastro Martino di fine XV sec.
Si segnalano infine alcune varianti particolarmente interessanti, come la salsiccia fina, nella quale la carne è tritata finemente, attestata a partire dalla fine del XV sec. nel ricettario toscano Di buone et delicate vivande, e la variante salcizza gialla, per il colore dato da uno degli ingredienti fondamentali come lo zafferano (Messi Sbugo 1549). Esiste poi una salsiccia imperiale a base di carne cotta di tacchino o cappone condito con spezie varie, latte e chiare d'uovo (Bologna 1791) e salsicce persino di pesce, condite con spezie e aromi vari, dalla forma cilindrica allungata, nelle quali il composto macinato è per lo più spremuto attraverso un panno di lino. La salcicias de piscibus è attestata a Napoli nel Liber de coquina (A), 1314.
Il termine infine può essere utilizzato per indicare la forma che un qualsiasi impasto può assumere, se di forma cilindrica, come testimoniano le attestazioni dei ricettari di area centro-settentrionale di inizio e metà Ottocento.
0.9 Categorie
0.10.1 salsiccione (s.m.) ,
0.11 DEI, DELI, Nocentini, TLIO, GDLI, TB, Crusca I-IV, GRADIT, Zingarelli 2023, AIS, Frosini 1993.
Autore della scheda: Valentina Retaro
Pubblicata il: 31/05/2024
Condizioni accesso: Open Access
Licenza di utilizzo: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.it
Copyright: AtLiTeG
Doi: 10.35948/ATLITEG/Vocabolario/488