0.1
0.2
0.3
0.4 fonduta (Il piccolo Vialardi, 1899; Torino)
0.5
0.6 fonduta (av. 1768, DEI [senza es.]; av. 1854, G. Vialardi, DELIN; av. 1925, A. G. Cagna, Alpinisti ciabattoni [ed. Torino, 1925]: "Gaudenzio, stimolato dall’allegria, ordinò una fonduta con tartufi, malgrado le opposizioni di Martina che voleva sbrigarsi per uscire all’aria fresca", GDLI; SC, nel significato di 'piatto tipico piemontese a base di formaggio fuso con rosso d'uovo e panna, a volte arricchito con tartufo bianco'; GRADIT, 'preparazione tipica della Val d’Aosta e del Piemonte , realizzata fondendo a bagnomaria della fontina amalgamata con panna e tuorli d’uovo, che si consuma da sola con pezzetti di pane , oppure viene usata per condire riso , come ripieno di vol-au-vent , ecc.'; Zingarelli 2023).
0.7 Adattamento della voce piemontese fondùa, derivata dal fr. fondue 'fusa’, participio passato di fondre 'fondere' (DELIN).
0.8 La voce fonduta è attestata nel nostro corpus in un solo testo, vale a dire Il piccolo Vialardi (1899, Torino), dove si ha a che fare con una pietanza a base di fontina fusa e altri ingredienti. Per ArchiDATA la variante francesizzante fondue risulta attestata con il significato di 'vivanda preparata con formaggio fuso, tipica della Svizzera' già a partire dal 1854, quando appare nel Trattato di cucina di Giovanni Vialardi. Il controllo in Google Books da parte di ArchiDATA ha permesso un'ulteriore retrodatazione: «fondue [1846] in La cucina sana, economica ed elegante secondo le stagioni, di F. Chapusot, già capo cuoco dell’ambasciatore d’Inghilterra (vol. Inverno, Torino, dalla Tipografia Favale, 1846, pp. 126, 142: «Fonduta (fondue) alla Parigina»). Maconi (2020: 66), nel descrivere le retrodatazioni individuabili grazie alla Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi grazie all’utilizzo del RALIP (Retrodatatore Automatico del Lessico Italiano Postunitario), mette in rilievo la scelta linguistica dell'autore, che al francesismo corrente preferisce l'italiano cacimperio. Alberto Capatti (2007: 23) ha osservato che «alla grafia cacimpero presente nel Rigutini-Fanfani e definita 'vivanda fatta di formaggio fresco, sbattuto con burro, uovo e un poco di brodo finché si rassodi un poco', Artusi preferisce cacimperio, ricavata dal Pananti, autore a lui ben noto e presente nella sua biblioteca. Della fonduta - che dall’edizione della Scienza del 1899 viene realizzata con la fontina e non più con il gruviera - Artusi aveva richiesto la ricetta della fonduta a un corrispondente e aveva gustato questa pietanza a Torino, presumibilmente prima del 1891, ma non era da lui particolarmente apprezzata: «di questo piatto fo poco conto».
0.9 Categorie
0.11 ArchiDATA, Crusca V, DEI, DELIN, GDLI, GRADIT, SC, TB, VEI, Zingarelli 2023. Capatti 2007: 23; Maconi 2020: 66.
Autore della scheda: Valentina Iosco
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/285