coppiette s.f.pl. Revisionata

0.1

  1. polpette di carne, di forma rotonda o allungata, fritte, soffritte o cotte allo spiedo (anche nella loc. coppiette alla romanesca)
  2. polpette di pesce preparate secondo lo stesso procedimento

0.2

  1. copiete -
  2. copiette -
  3. coppiette -

0.3

  1. coppiettine -
copiette/coppiette al modo romano - Lazio 1498; Toscana 1498
copiete ala romanescha - Lombardia 1510
copiette di baccalà - Milano 1853
copiete/coppiette di manzo - Roma 1807; Napoli 1820 
coppiette brodettate alla fiorentina - Napoli 1820 
coppiette de/di vitella - Roma 1609
in coppiette - Napoli 1820 

0.4 coppiette (Libro de arte coquinaria (ms. Washington), Sec. XV ultimo quarto; Lazio)

0.5

  1. polpette di carne, di forma rotonda o allungata, fritte, soffritte o cotte allo spiedo (anche nella loc. coppiette alla romanesca)
    1. Libro de arte coquinaria (ms. Washington) (Sec. XV ultimo quarto, Lazio) = Per fare coppiette al modo romano Taglia la carne in pezzi grossi come uno ovo, ma non la fornire di tagliare perché li ditti pezzi deveno restare attaccati l’uno coll’altro. Et togli un pocho de sale et de pitartema (ciò è il seme di coriandri), overo finocchio pesto, et inbrattane bene li ditti pezzi et da poi poneli un pocho in soppresscia et coceli in lo speto arrosto, mettendo in esso speto tra l’uno pezzo et l’altro una fettolina di lardo sottile, per tenere le dicte copiette più morbide. (8v)
    2. Libro de arte coquinaria (Anonimo Catalano) (Sec. XV ultimo quarto, Toscana) = Per fare copiette al modo romano Per fare mortadelle di carne di vitello o di altra carne giovane Per fare tomacelli (79)
    3. Libro de arte coquinaria (Anonimo Catalano) (Sec. XV ultimo quarto, Toscana) = Per fare chopiette al modo romano Taglia la carne in pezi grossi come uno ovo, ma non la fornire di tagliare perché li detti pezi debbano restare attachati insieme l’uno con l’altro. E togli uno pocho di sale e di pitartema (cioè el seme de curiandoli), ho vero finochio pesto, e imbrattane bene li dicti pezi e dipoi ponili un pocho in soppressa e quocili in lo spedo a rosto, mettendo in esso spedo fra uno pezo e l’altro una fettolina di lardo sottile, per tenere le dicte coppiette più morbide. (94)
    4. Cuoco napoletano (fine XV sec.-inizio XVI sec., Napoli) = Lengue de vitella 3 fresche Copiete de vitella libre 4 Lombi de vitella lib. 3 (287)
    5. Libro de cosina (Sec. XVI inizio, Lombardia) = 19. Per fare copiete ala romanescha Per fare copiete ala romanescha, taglia la carne in pezi grossi como ove, ma non le fornire de tagliare perché le dicte peze deno stare atacati l’uno con l’altro. Et togli semenza de collanderi, fenochio et del sale (è bono non havendo la semenza di collanderi, cioè pitarda), et imbratine bene li pezi et dapoy ponelli con pocho in sopressa et coci nel spedo a rosto, mettendo nel dicto spedo uno pezo picollo de lardo suttile fra l’un pezo e l’altro, per tenere le dicte copiete più morbide. (172)
    6. Del governo della corte (1543, Roma) = ANTIPASTI E MINESTRE ORDINARIE Gli antipasti s'hanno ordinariamente dal beccaio tre volte la settimana. Per li due giorni adunque che non se n'ha, si può supplire o con coppiette di vitella o con pottaggi delle giunte d'essa , o uccellami o altro che oc corresse con la medesima spesa. (12)
    7. Singolar dottrina (1560, Firenze) = coppiette rivolte semplici e stufate. Cap. XXI. Pigliate la cossa di vitella è altra carne giovane, tagliate quei lumbetti o lucertoli, e fatene certe fettoline sottilette lunghe un palmo, per il filo della carne; distendansi in una tavoletta polita appresso l'una l'altra, battansi destramente con le coste di cortellini. (136r)
    8. Libro dello scalco (1609, Roma) = coppiette, cioè carne magra battuta, erbette, un poco d’aglio, o senza, rosso d’ova, sale, strutto battuto, e spetiarie, incorporate insieme, fattone balle, o forma di pero sottestate, imbandite, con suo brodetto, e cannella sopra. (41)
    9. Libro dello scalco (1609, Roma) = coppiette, battute con lo costa del cortello, distesa sopra una tavola, fattoci un pieno sopra, de lardo, erbeccine, spetie, aglio, voltate a torno rostite a lo spedo, con suo sapor sopra. (42)
    10. Libro dello scalco (1609, Roma) = Petto de vitella alesso, con fette di sommata sopra; ornato con coppiette di vitella a torno. (113)
    11. L'apicio (1647, Bologna) = Si riempiono copiette della medesima [della coscia, ndr], con petrosello, polvere di basilico, un poco di lardo, e aglio, ogni cosa battuto insieme, posti allo spiede, tramezzati, con fette di lardo sottile. (6)
    12. Il cuoco reale e cittadino (1791, Bologna) = pasticcio riportato. Si prende della coscia di vitello, si taglia in dadi la vostra carne. Si cuoce in una cazzarola con coppiettine, o polpettine, carciofi, latti di vitello, pignoli, piselli, punte di sparagi, rossi d’ova tosti, e condito con speziarie a sufficienza. (329)
    13. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = Polpette involtate di Manzo. Antrè = Tagliate in fette fine un pezzo di scannello di manzo, o filetto, o qualche altro taglio, ma che sia magro, battetele ben sottili, bagnandole con un poco d’acqua. Stendete sopra ad ogni fetta un poco di farsa come troverete descritta all’articolo delle Polpette, o coppiette di Manzo, Tom. IV. Cap. I. (I.146)
    14. Il Cuoco maceratese (1820, 5ª ed. veneta, Macerata) = farete una farza con zinna di vitella, poca carne magra, pistata fina e pane mollo spremuto bene e formaggio parmigiano, uova, spezierie e sale, e fate che questa farza vi possa bastare per fare il fondo, e intorno intorno alla cazzarola, e per coprirla anche di sopra, e questa farza deve avere la somiglianza della pasta di coppiette (119)
    15. Il Cuoco maceratese (1820, 5ª ed. veneta, Macerata) = Li salcicciotti indorateli e rivolgeteli nel pane grattato, e friggeteli; le coppiette indoratele, friggetele; e ritornatele a cuocere in una cazzarola con succo o colì di pesce. (228)
    16. Il Cuoco maceratese (1820, 5ª ed. veneta, Macerata) = Prendete la farza come sopra e formatene tante coppiette. Prendete una cazzarola con olio, aglio, erbetta, maiorana ed un alice purgato ec., fatela soffriggere, ponetevi con diligenza le coppiette, fatele incorporare con un poco di colletta e mandatele in tavola asciutte con salsa di pomidoro o di limone. (263)
    17. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = Della Coscia del Vitello. Coscia di V. in coppiette. — La coscia del Vitello essendo un taglio di carne poco nervosa, se ne possono fare quelle vivande che non si possono dagli altri tagli. Eccone la prima, che saranno le coppiette. Per farle, bisogna prendere un pezzo di coscia, levarne que' piccoli nervicciuoli e pestarla con Midolla di Manzo, cedro candito, parmegiano grattato, poco pane bagnato in brodo e gialli d’uova, con qualche chiara e spezie. Mescolando bene il tutto, se ne formeranno le coppiette in forma rotonda o lunga, ed in buon brodo di carne si faranno cuocere, servendole dopo con Colì di Vitello o con Purè di gialli di uova. (31)
    18. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = In coppiette. — Con la suddetta composizione se ne possono fare delle coppiette o Gnocchi, cott’in brodo o pure in latte, e poi serviti con buon Colì di presciutto o con latte alla crema. (64)
    19. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = coppiette. 308. Preparatevi magro di vitello tagliato a larghe fette; prendete quindi del prezzemolo, piuttosto in abbondanza, alcuni spicchi d’aglio e discreta quantità di midolla d’osso (se di bue, meglio) e poco sale: tritate il tutto sul tagliere e copritene abbondantemente le fette di vitello. Dopo ciò incartocciatele strettamente ad una ad una, legatele in girlo con refe e fatele cuocere allo spiedo. Le potete anche mettere in casseruola con burro. Servonsi calde. (177)
    20. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = 56 coppiette » 177 Coratella (gianco e neìgro) » 144 (336)
  2. polpette di pesce preparate secondo lo stesso procedimento
    1. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = In coppiette per Entrèes. — Pesta la carne dello Storione con acciughe, butirro, erbette trite, mollica di pane bagnata in brodo e condita di passarina, pignoli e spezie, si legherà con uova e se ne formeranno coppiette in forma rotonda, le qual’infarinate si friggono per incrostarli, e poi in Colì di Gambari si fanno finir di cuocere e si serviranno. (85)
    2. Nuovo cuoco milanese economico (1853, 3ª ed., Milano) = Copiette di baccalà. 19. Tagliate a quarti il baccalà, fatelo imbianchire nell’acqua, disossatelo e pulitelo dalla sua pelle, fate una salsa di once due butirro, mezzo cucchiaio di farina bianca e poco brodo liscio freddo, incorporato il tutto, tiratelo al fornello sempre mischiando, quando bolle legatelo con due rossi d’uovi, un sugo di mezzo limone e poco presemolo tridato e versatelo sopra al baccalà, imboraggiatelo, passatelo all’uovo, dopo impanatelo, fatelo friggere all’olio al butirro purgato e servitelo con presemolo fritto sopra salvietta. (496)

0.6 coppietta (1765, S. Manetti, Delle specie diverse di frumento e di pane siccome della panizzazione e di tutte quelle piante, e parti di esse singolarmente, che in occasione di carestia possono panizzarsi, o per alimento in altra maniera usato possono al pane supplire [ed. Firenze, 1765]: "A Pisa e altrove usano fila di due soli pani, e diconsi picce, coppiette e panelle", Crusca V nel significato specifico di 'piccia di due pani').

0.8 Glossata come gnocco o polpetta, la voce plurale coppiette è attestata nel corpus AtLiTeG dal Quattrocento all'Ottocento. Nella lessicografia storica se ne trova traccia soltanto nella quinta Crusca, che fa derivare coppietta da coppia ma con riferimento esclusivo al lessico toscano della panificazione (vedi supra). L'etimologia è confermata da Laurioux anche per il diverso significato gastronomico documentato nel De arte coquinaria, "puisque Martino précise que les morceaux doivent rester attachés l'un à l'autre" (Laurioux 1988: 743); più che di polpette, secondo lo studioso si tratterebbe di cotolette di vitello o di maiale arrostite allo spiedo, da confrontare col copadium di Apicio. Quanto ai vocabolari bilingui e dialettali, è nel Vocabolario romanesco-belliano di Gennaro Vaccaro (1969) che compare per la prima volta l'accezione moderna di coppietta 'coppia di salamini', dove il nome potrebbe collegarsi alla forma della carne secca (ricurva, a ferro di cavallo: cfr. D'Achille-Giovanardi 2023), mentre nel lessico del romanesco cinque-seicentesco il significato sembra coincidere con quello documentato nel ricettario di Martino all'interno della loc. coppiette alla romanesca (cfr. ad es. cupiete 'polpette, salsicce' nella confessione di Bellezze Ursini, ed. Trifone 1988: 162, e coppiettoni 'grosse polpette' nel Peresio, ed. Ugolini 1939). 

0.9 Categorie

0.11 Crusca V; Boni 1983: 36; Chiappini 1933; D'Achille-Giovanardi in prep.; Laurioux 1988: 715-717, 743; Ortolano 2013: 193; Trifone 1988: 162; Ugolini 1939; Vaccaro 1969.


Autore della scheda: Francesca Cupelloni

Pubblicata il: 31/05/2024

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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/356