0.1
0.2
0.3
0.4 ragù (L'arte di ben cucinare, Mantova; 1662)
0.5
0.6 ragù (1715, Pier Jacopo Martello, Della tragedia antica e moderna, GDLI; GRADIT; SC; Zingarelli 2023).
0.7 Dal francese ragoüt (DELIN)
0.8 La voce ragù è attestata nel corpus AtLiTeG a partire dal XVII secolo: la prima attestazione nel corpus, nella forma ragù, occorre infatti nel testo di area mantovana di Bartolomeo Stefani, L’arte di ben cucinare (cfr. anche Thomassen 1997: 196-197). Come sostiene anche Dardi 1992: 220, ragù deriva dal francese ragoüt, deverbale del verbo ragoüter attestato in francese a partire sec. XVI col significato di ‘risvegliare (ra-) il gusto (goût)’ e diffuso nel Settecento con il prestigio della cucina francese. Risulta evidente dalle attestazioni nel corpus che la grafia oscilla a lungo (ragó, ragò, ragô, ragout, ragoût e ragù, su cui infine si assesta) confermando l’incertezza tra la riproduzione della forma francese e l’adattamento italiano (su questo aspetto cfr. anche Migliorini 1960: 579).
Come si evince dagli esempi riportati al punto 0.5, il ragù viene definito come ‘manicaretto', ‘stracotto’ o come ‘intingolo’: in tutti i casi è realizzato con ingredienti vari, per preparazioni di carne, di verdure o, meno frequentemente, di pesce. Spiega con precisione Francesco Leonardi, il quale nel suo Apicio moderno dedica un intero capitolo (Tomo IV, cap. I) ai ragù, che «si fanno in diverse maniere, cioè cotti, o crudi, semplici, o composti, e quasi tutti poco, o niente variano nella base della loro composizione, ma soltanto negli ingredienti, che più o meno vi si aggiungono. I Ragù sono di un grand’uso nella cucina. Essi servono non solo per Terrine, e Antremè, ma inoltre per riempimento di Polli, Uccelli, Pesci ec. ed a guarnire un’infinità di Antrè. Tutti i Ragù cotti che si vogliano servire in Tavola debbano essere apprestati con Salse legate tanto al Rosso, come al Bianco, e mai chiare, come alcuni cuochi poco prattici sono costumati di fare. I Ragù crudi sono del tutto senza Salsa, e non servono che per ripieno; ed i cotti per ripieno deggiono essere con poca Salsa, e ben legati». E ancora «un Ragù lo potete variare come volete, e secondo il vostro gusto, cioè o con animelle, o senza, creste, granelletti, fegatini, code di gamberi, tartufi, prugnoli, picciole Chenef, uovette nonnate ec., ovvero piselli, carciofoletti, culi di carciofi, punte di sparagi, uovette composte, teste di sellero, cipollette ec., e finalmente con olive dissossate e ripiene, cedrioletti, capperi ec. Ogni Ragù lo potete fare al Bianco, come al Rosso». Il vocabolo ragù indicava dunque preparazioni di diverso tipo utilizzate per accompagnare o condire delle pietanze oppure come ripieno, a differenza di quanto avviene oggi: nel lessico comune indica infatti un 'condimento per pastasciutta o sformati che si prepara cuocendo a fuoco lento carne, intera o tritata, pomodoro, cipolla, aromi, ecc. a seconda degli usi regionali' (GRADIT s.v. ragù).
0.9 Categorie
0.10.2 DEI; DELIN; GDLI; GRADIT; Nocentini; SC; Zingarelli 2023; Dardi1992: 220; Migliorini 1960: 579 Thomassen 1997: 196-197.
Autore della scheda: Chiara Murru
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/318