0.1
0.2
0.3
0.4 brasura, brasure (Cuoco milanese, 1853; Milano).
0.5
0.6 brasura 'sugo concentrato ottenuto in una pentola posta sulla brace' (1829, G.F. Luraschi, Nuovo cuoco milanese economico, LEI 7,219 [via Faccioli 1966]).
0.7 A partire da una base prelatina *brasi̯- 'bruciare', la voce andrà ricondotta a un tipo brasia, ottenuto per retroformazione da brasiare 'bruciare' (LEI 7,219).
0.8 Per quanto riguarda l'opera di Luraschi, il tipo è attestato già nella prima ed. del Nuovo cuoco milanese economico del 1829 (una cit. indiretta è in Thomassen 1997: 65). Sotto il primo significato si raggruppano alcune particolari denominazioni (che tuttavia non sembrano essersi lessicalizzate) usate per designare dei fondi di cottura; la brasura semplice (o alla milanese) prevede la cottura in brodo della vivanda principale con cipolle, garofani, vino e limone, mentre tutte le altre variano nel tipo di alcolico usato per sfumare: in quella al vino è usato il vino bianco, in quella alla predouillet dei «vini forestieri» (presumibilmente spumanti), in quella alla moscovita dell'alcool etilico. Altre sporadiche occorrenze della voce sono nella terza edizione del Cuoco senza pretese di Odescalchi, di area comasca (1834, p. 41: «un poco di fondo di qualche sostanza ossia brasura»; il tipo è assente nell'ed. del 1826 presente nel nostro corpus), e nel Nuovo cuoco ticinese economico di Luigi Franconi (1846, p. 27: «cuocetela nella brasura fatta con poco butirro ed un cucchiaio di vino bianco»). La geografia delle attestazioni appare giustificare l'ipotesi di una circolazione estremamente limitata della parola. Va registrato che in friulano il tipo è attestato nel significato 'frattaglie, interiora di animali' (Marcato 2019: 31).
0.9 Categorie
0.11 LEI. Franconi 1846. Odescalchi 1834. Thomassen 1997.
Autore della scheda: Salvatore Iacolare
Pubblicata il: 31/05/2024
Condizioni accesso: Open Access
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/364