0.1
0.2
0.3
0.4 vespetro (Cuoco piemontese,1766; Torino)
0.5
0.6 vespetrò (GDLI senza doc.; GRADIT);
vespetro (1875, GRADIT senza fonte [ma prob. M. Lessona, C. A. Valle, Dizionario universale di scienze, lettere ed arti, Treves, Milano]; DEI).
0.7 Dal fr. vespétro, dagli imperativi vesse, pète, rote dei verbi francesi vesser, péter e roter, dagli effetti che questo liquore avrebbe provocato (DEI)
0.8 Il vocabolo deriva dal fr. vespétro, parola composta con le prime sillabe di vesse ‘fare vesce’, pète ‘fare peti’ e rote ‘ruttare’, seconda pers. sing. degli imperativi presenti di vesser*, péter* e roter* con allusione alle virtù carminative attribuite al liquore (TFLi; DEI; GRADIT).
Nel corpus AtLiTeG vespetro è un hapax, si rintraccia infatti solo nel Cuoco piemontese perfezionato a Parigi, prima attestazione italiana e tramite privilegiato verso l'Italia (Papa 2009:222). In fr. il vocabolo è attestato dal 1752, nella Cuisinière bourgeoise di Menon (cfr. TFLi), di cui il Cuoco piemontese è una traduzione rimaneggiata. La lessicografia italiana restituisce scarse attestazioni, il vocabolo è messo a lemma da DEI, GDLI, che lo definisce liquore tipico del comasco ma di origine francese, e GRADIT; quest’ultimo non specifica la fonte, che sarà probabilmente da rintracciare nella prima edizione del Dizionario universale scienze, lettere ed arti (1875) di Michele Lessona e Carlo A. Valle.
Secondo la Guida gastronomica d’Italia del Touring Club (1931) il vespetrò è una specialità di Canzo (CO), paese in cui il liquore viene prodotto sin dalla sua importazione avvenuta nella seconda metà del XIX sec. (cfr. anche la guida ottocentesca di Karl Baedeker, L’Italie: Manuel du voyageur. Première partie: l’Italie septentrionale, 1865).
0.9 Categorie
0.11 DEI; GDLI; GRADIT; Lessona-Valle 1875; TLFi; Baedeker 1865: 186; Guida gastronomica d'Italia 1931: 80; Papa 2009: 222.
Autore della scheda: Francesca Porcu
Pubblicata il: 31/05/2024
Condizioni accesso: Open Access
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/163