vespetrò s.m.inv. Completa da revisionare

0.1

  1. liquore dalle proprietà carminative e digestive ottenuto per macerazione e distillazione di semi di angelica, coriandoli, anici, finocchio e buccia di limone

0.2

  1. vespetro -

0.3

0.4 vespetro (Cuoco piemontese,1766; Torino)

0.5

  1. liquore dalle proprietà carminative e digestive ottenuto per macerazione e distillazione di semi di angelica, coriandoli, anici, finocchio e buccia di limone
    1. Cuoco piemontese (1766, Torino) = Ricetta per fare il buon liquore chiamato "vespetro", approvato da’ medici. Prendete una botte di vetro grosso, o di selce, che tenga alquanto più di due pinte; mettetevi dentro due pinte di buona acquavita, aggiugnendovi li semi che seguono, dopo d’averli rotti grossolanamente in un mortaio, cioè: due ottavi di semi d’angelica, un’oncia di semi di coriandro, un buon pugillo di fenocchio, altrettanto d’anice, aggiugnendovi il sugo di due citroni con li pezzi delle scorze, ed una libbra di zuccaro, lasciando il tutto infusione nella botte per quattro, o cinque giorni; ricordatevi di rimuovere di tanto in tanto la botte acciò con più facilità si dissolva il zuccaro; indi passarete il liquore per renderlo più chiaro con una carta grigia, mettendolo poscia ne’ vasi, i quali otturarete con gran diligenza. Proprietà, e virtù del liquore detto "vespetro". È buono il vespetro per i dolori di stomaco, indigestione, vomiti, colica, ostruzioni, mali di costa o di reni, difficoltà di orinare, oppressione, giri di capo, reumatismi, e respiro grave; fa pure morire li (452)

0.6 vespetrò (GDLI senza doc.; GRADIT); 
vespetro (1875, GRADIT senza fonte [ma prob. M. Lessona, C. A. Valle, Dizionario universale di scienze, lettere ed arti, Treves, Milano]; DEI).

0.7 Dal fr. vespétro, dagli imperativi  vesse, pète, rote dei verbi francesi vesser, péter e roter, dagli effetti che questo liquore avrebbe provocato (DEI)

0.8 Il vocabolo deriva dal fr. vespétro, parola composta con le prime sillabe di vesse ‘fare vesce’, pète ‘fare peti’ e rote ‘ruttare’, seconda pers. sing. degli imperativi presenti di vesser*, péter* e roter* con allusione alle virtù carminative attribuite al liquore (TFLi; DEI; GRADIT).
Nel corpus AtLiTeG vespetro è un hapax, si rintraccia infatti solo nel Cuoco piemontese perfezionato a Parigi, prima attestazione italiana e tramite privilegiato verso l'Italia (Papa 2009:222). In fr. il vocabolo è attestato dal 1752, nella Cuisinière bourgeoise di Menon (cfr. TFLi), di cui il Cuoco piemontese è una traduzione rimaneggiata. La lessicografia italiana restituisce scarse attestazioni, il vocabolo è messo a lemma da DEI, GDLI, che lo definisce liquore tipico del comasco ma di origine francese, e GRADIT; quest’ultimo non specifica la fonte, che sarà probabilmente da rintracciare nella prima edizione del Dizionario universale scienze, lettere ed arti (1875) di Michele Lessona e Carlo A. Valle.
Secondo la Guida gastronomica d’Italia del Touring Club (1931) il vespetrò è una specialità di Canzo (CO), paese in cui il liquore viene prodotto sin dalla sua importazione avvenuta nella seconda metà del XIX sec. (cfr. anche la guida ottocentesca di Karl Baedeker, L’Italie: Manuel du voyageur. Première partie: l’Italie septentrionale, 1865).  

0.9 Categorie

0.11 DEI; GDLI; GRADIT; Lessona-Valle 1875; TLFiBaedeker 1865: 186; Guida gastronomica d'Italia 1931: 80; Papa 2009: 222.


Autore della scheda: Francesca Porcu

Pubblicata il: 31/05/2024

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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/163