diavolone s.m. Completa da revisionare

0.1

  1. nel pl. diavoloni: confetti di zucchero speziati
  2. liquore a base di spezie

0.2

  1. diavolone -
  2. diavoloni -

0.3

diavolone rosso - Roma 1814

0.4 diavoloni (L'Apicio Moderno, 1808; Roma)

0.5

  1. nel pl. diavoloni: confetti di zucchero speziati
    1. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = Quando sarà quasi al punto di caramello metteteci una libbra di mandorle dolci pelate, tagliate in filetti, e asciugate alla stufa, fate anche bollire, e rosolare alquanto le dette mandorle; quindi versate sopra una lastra grande di rame unta con un idea di olio, e spandete subito col coltello in forma rotonda, e più sottile che potete; abbiate pronta una cazzarola pulita, e unta al di fuori come la lastra, posateci sopra le mandorle, piegate colle mani all’intorno a guisa di un berretto, e fate raffreddare; servite sopra una salvietta, con cannellini, o diavoloni, attaccati ritti sopra, e all’intorno, con un poco dello stesso zucchero restato attaccato nel pozzonetto delle mandorle. (VI.246)
    2. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = diavolini, e Diavoloni. Abbiate una pasta da bombon come la precedente, ma con odore di olio di cannella; formatene come tanti confetti bislunghi, che i sottili si chiameranno diavolini, ed i grossi Diavoloni; indi fateli asciugare in stufa; poi metteteli dentro una boccia larga, e versateci dell’olio di cannella in più volte, e sempre fateli asciugare (295)
    3. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = diavolini , e Diavoloni (378)
  2. liquore a base di spezie
    1. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = diavolone rosso. Cannella due oncie, pepe forte una quarta di oncia, zenzero un’ottava d’oncia, spirito due fogliette. (270)
    2. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = diavolone rosso 270 (375)

0.6 diavolone (av. 1769, A. Genovesi, Lettere accademiche su la questione se siano più felici gl’ignoranti degli scienziatiGDLI; 1790, F. Leonardi, L'Apicio modernoTB: 'pasta con droghe'; Crusca V; GRADIT: 'grosso confetto che veniva un tempo lanciato durante le sfilate di carnevale'; Zingarelli 2024). diavolon (av. 1806, C. Gozzi,  La Marfisa bizzarra, [ed. a cura di C. Ortiz, Bari, 1911, (1 ed., 1761 e seguenti)], GDLI). Per le attestazioni dialettali si rimanda al LEI.

0.7 Accr. di diavolo, dal lat. cristiano e tardo DIABOLUS ‘diavolo’, a sua volta dal gr. διά­βολος (LEI).

0.8 La voce è documentata nel corpus AtLiTeG per la prima volta al pl. diavoloni nell'accezione di 'confetti di zucchero' nell'Apicio moderno di Francesco Leonardi (ma il vocabolo è già nella prima ed. del 1790). La troviamo ancora nella Nuovissima cucina economica di Agnoletti, sia al pl., nella già menzionata accezione, sia al sing. nella loc. diavolone rosso, quale nome di un liquore speziato. La lessicografia restituisce documentazione (comprensiva di numerose attestazioni dialettali, per le quali cfr. LEI) solo nella prima accezione, mentre non è stato possibile trovare nessun ulteriore riscontro per la seconda. 
Come riporta Nocca 2020: 153 – e come dimostra il nostro corpus in cui sono attestati anche diavolini, diavolotti e diavoletti – in italiano e nei dialetti sono numerose le accezioni riferibili alla produzione del confetto e associabili al diavolo. La ragione dell’associazione alla sfera diabolica, comune in tutti i dialetti, non è chiara. Cravattin 2004: 3 riferisce che secondo alcune fonti durante il Carnevale i diavoloni  venivano lanciati al pubblico  e venduti insieme a numeri da giocare al lotto, il che potrebbe aver ispirato il collegamento scherzoso con il Demonio. 
Rispetto a questa spiegazione, Nocca 2020: 155 ritiene invece più probabile una connessione con il sapore intenso e deciso del confetto, tanto da essere associato a una sensazione diabolica, e non escludere nemmeno un legame stretto tra la sfera diabolica e il colore rosso vivo dell'impasto utilizzato per la sua preparazione, in cui dominava lo zafferano (secondo la ricetta riportata dalle fonti consultate dall’autore). Bianchi 2008: 126 rintraccia diavoloni tra i dialettalismi e regionalismi designanti dolci della tradizione napoletana natalizia o carnevalesca che ricorrono nei ricettari meridionali ottocenteschi; l'origine napoletana del dolce si ricava già nel '700 anche da uno stralcio delle Memorie inutili della vita di Carlo Gozzi, in cui l'autore parla di diavoloni napoletani (Nocca 2020: 155). 

0.9 Categorie

0.10.1 diavolini (s.m.pl.) ,

0.11 Crusca V; DEI; GDLI; GRADIT; LEITB;  Zingarelli 2024; Bianchi 2008: 126; Cravattin 2004: 3; Leonardi 1790; Nocca 2020: 153-156.


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