0.1
0.2
0.3
0.4 mamonia (Liber de coquina (A), 1308-1314; Napoli)
0.5
0.7 Dall'antroponimo ar. Ma'mûn (Lubello 2008: 319).
0.8 L'arabismo mamonia e le sue varianti compaiono nel corpus AtLiTeG dall'inizio del Trecento alla fine del Quattrocento, all'interno delle due più antiche tradizioni culinarie italiane; fuori corpus, se ne registrano anche sporadiche attestazioni cinquecentesche in testi di cucina e scalcheria veneta (cfr. Benporat 1998; Scopel 2010: 11). Si tratta di una voce deonomastica dal nome del califfo abbaside al-Ma'mûn, secondo la consuetudine araba, poi transitata nell'Italoromania, di intitolazione ad personam delle ricette (Lubello 2008: 319). Nei federiciani il termine è assente nei ricettari volgari ma presente in quelli latini, nelle varianti scempia e geminata (mamonia, mammonia), da confrontare con l'anglonormanno maumenee, a possibile, ulteriore riprova di un legame fra Italia meridionale e Inghilterra per tramite normanno (Hieatt 1997: 120-126; Möhren 2016: 50, n. 98). Nei XII ghiotti (Anonimo Veneziano; Di buone et delicate vivande) è attestato invece nella forma malmonia (cfr. ingl. malmeny, OED; malmoma si spiega per scambio paleografico, ni > m); la ricetta corrispondente è qui espressamente associata al biancomangiare, da cui si distingue per la presenza dell'arancio e delle lumie che conferiscono alla preparazione un caratteristico colore giallo (vd. supra).
0.9 Categorie
0.10.1 biancomangiare (s.m.) ,
0.11 Carnevale Schianca 2011: 379; Faccioli 1966: 76; Hieatt 1997: 120-126; Lubello 2008: 319; Martellotti 2001: 19; Ead. 2005: 83-84; Möhren 2016: 50, n. 98; Mulon 1971: 429; Rodinson 1949: 139; Id. 1962: 742; Scopel 2010: 11.
Autore della scheda: Francesca Cupelloni
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/382