nevola s.f. Revisionata

0.1

  1. sfoglia sottile di farina impastata senza lievito
  2. sfoglia sottile, impastata con lo zucchero e bagnata con l'acqua rosata, servita da sola oppure adoperata per preparazioni dolci
  3. sfoglia sottile di farina adoperata per preparazioni salate

0.2

  1. nebula -
  2. neola -
  3. nevola -
  4. nevole -
  5. nevolla -
  6. nevolle -

0.3

0.4 nebula (Libro de la cocina, sec. XIV sec. secondo terzo; Toscana sud-orientale)

0.5

  1. sfoglia sottile di farina impastata senza lievito
    1. Libro de la cocina (Sec. XIV secondo terzo , Toscana sud-orientale) = Del cascio arostito. LXXXXVII [160] Togli cascio di Bria che è grasso, o buffalino o altro che tenero e grasso sia; mondalo, e, essendo molto frescho, lavalo; poi lo metti in uno bastone, fesso in due parti, overo nela roccha, e volgilo al fuocho fine a tanto che comincia a fondere, overo scorrere e sfilare per lo caldo; poi il metti sul pane, tagliato sottilmente, overo in nebula per taglieri; e porta al signore. (188)
    2. Libro de la cocina (Sec. XIV secondo terzo , Toscana sud-orientale) = Del modo a prendere pillole [183] Tolli una neola o parte, mettila nel vino, poi involgili dentro la pillola, poi la poni nel cuchiaio; e prendi. Secundo, tolli il mele bene spurato, involgila in esso. e prendi. Tertio. involvila in polta; e prendi. Quarto, mettila in uno ovo da bere; e prendi. Quinto, mettila in vino dolce spetiato; e prendi. Sexto, mettila in pelle di cerasa o d’uva; e prendi. Septimo, piglia la pillola con uno stile o aco, e infondila in cera liquida, cavalane subito; e prendi. Presa la medicina, non si de’ la persona afatigare, aciò che la natura non si tiri in derietro dal suo operare, che porrebbe seguire vomito. (193)
  2. sfoglia sottile, impastata con lo zucchero e bagnata con l'acqua rosata, servita da sola oppure adoperata per preparazioni dolci
    1. RicettarioFermo69 (1497-98, Fermo) = A fare uno marzapano. Piglia libra una de mandole ben piste nel mortaro de pietra e libre doe de zucharo spolverizato sutilmente. Poi piglia uncia iii de aqua rosata più e meno secundo che serà necessario et zetela supra el zucaro et misciala bene col pistone. Poi incorpora bene lo zucharo cum le dicte mandole distendendole supra le nevole. Ma prima onzi lo sollo de olio de mandole dolce. Et poi lo metti a cosere et dage lo focho lento quanto è possibile, siché para cocto al sole. (13r)
    2. Libro de arte coquinaria (ms. Washington) (Sec. XV ultimo quarto, Lazio) = Poi piglierai de cialdoni ho nevole fatte col zucharo e bagnate prima con l’acqua rosata uno pochetto, sopragiungendoli ancora di sopra di buon zucharo spolverizato e spianato bene per tutto con el chuchiaro. (126)
    3. Cuoco napoletano (fine XV sec.-inizio XVI sec., Napoli) = Piglia meza libra de amandole he falle bene bianche, ho vero bruscate sotto la cenere calda, che non se abrusano. Poi nettale cum uno canevazo he pistale. He piglia cinquanta nevole fatte cum zucaro he mettele a moglio nel vino rosso. Poi ponele a pistare he distemoerare cum le amandole, giongendoli canella assai he zucaro sufficiente, cum grano paradisi et garofoli tuti bene pisti. (247)
    4. Cuoco napoletano (fine XV sec.-inizio XVI sec., Napoli) = Poi pigliarai bone nevole fate cum zucaro he aqua rosada. He primo bagnale cum aqua rosata, poi distendele sopra al fondo de una tiella he pone de sopra la dita compositione. He spianala molto bene cum uno cughiaro he fala bassa, supragiongendoli zucaro he aqua rosa. Poi falla cocere adasio; he cusì te troverai torta de marzapane. (274)
    5. Cuoco napoletano (fine XV sec.-inizio XVI sec., Napoli) = Poi fa’ la paste pigliando zucaro, farina, olio, aqua he sale, he miscola insieme he fa’ questa pasta. Poi distendela sopra lo fondo de una padella bassa he poi poneralli dentro questa tale compositione, che non sia alta più de uno digito. Poi falla cocere alo forno ho al foco, como hè dito de le altre torte. Poi quando serà quasi cotta, piglia nevole he spolverizale de sopra questa tartara, che siano fate le dite nevole cum bono zucaro. He quando serà cotta, getta de sopra zucaro he aqua rosa. (276)
    6. Libro de cosina (Sec. XVI inizio, Lombardia) = Per fare tartare di pome ala francesa, fa’ cocere le pome como è dito de sopra, e haby pignolli ben pisti et mette le pome in esse con zucharo asay, canella, zenzero, zafrano pocho, poche ova de luzio ben pisto, distemperando ogni cossa insema con aqua rossa o altra aqua, passando per la stamegna per forza per esse uno pocho spissa, ma non troppo. Poy fali una pasta distemperata con uno pocho de ollio, zucharo e aqua e salle, fazendolla dura et fa’ che in questa pasta sia dela materia supradicta suttille de uno ditto, et volle esse cotte al forno, overo ala padella, dandogli lo focho adaxio. Farane poy ale nevole in polvere con pocho di zucharo e polveriza di sopra con aqua rossa. (205)
    7. Banchetti, compositioni di vivande et apparecchio generale (1549, Ferrara) = Di nevole et zaldoni, piati 50. (Conv. 11r)
    8. Banchetti, compositioni di vivande et apparecchio generale (1549, Ferrara) = Di nevole, et zaldoni, piati 20. (Conv. 19v)
    9. Banchetti, compositioni di vivande et apparecchio generale (1549, Ferrara) = Di nevole e zaldoni, piati 74. (Conv. 20v)
    10. L'arte di ben cucinare (1662, Mantova) = Navicelle di marzapane Pigliarai due libre di mandole ambrosine ben pelate, pestandole nel mortaro, le andrai spruzzando d’acqua rosa: pestate che saranno, haverai una libra di zuccaro chiarificato, quale tirato alla cottura, lo metterai nel mortaro, e ogni cosa insieme incorporata, prenderai nevole, e sopra poste, ponendo questa compositione, formarai navicelle, stellette, e cose simili. (77)
    11. Il cuoco reale e cittadino (1791, Bologna) = Navicelle di marzapano. Piglierai libbre due di mandole ambrosine ben pelate; pestandole nel mortaro, le andrai spruzzando d’acqua rosa: pestate che saranno, avrai libbre una di zucchero chiarificato, quale, tirato alla cottura, lo metterai nel mortaro; ed ogni cosa incorporata insieme, prenderai nevole e, soprapposte, ponendo questa composizione, formerai navicelle, stellette e cose simili. (439)
  3. sfoglia sottile di farina adoperata per preparazioni salate
    1. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = 33 Timpallo di Nevole alle Cervella. (214)
    2. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = 11 Nevole farsite e fritte alla bragona. (224)
    3. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = 35 Timpallo alle nevole farsito. (224)

0.6 nèvola (sec. XV ultimo quarto, Libro de arte coquinariaGDLI, nel significato di 'cialda sottilissima e leggera, appunto come una nuvola'; nel significato di 'abruzz., tipo di cialda sottile e leggera, fatta di farina impastata con mosto e cotta tra due ferri arroventati', GRADIT; Zingarelli 2023);
nebula (sec. XIV secondo terzo, Libro de la cocina, TB, nel significato di 'fettolina sottile di pane senza sale né lievito' e GDLI nel significato di 'sfoglia sottile di farina impastata senza lievito; ostia').

0.7 Dal lat. nebula (DEI).

0.8 La voce nevola è attestata nel corpus AtLiTeG dal XIV al XIX secolo. Il nome deriva dal lat. nebula 'nebbia, nube' e, per metonimia, 'cosa estremamente sottile'; in origine designava le ostie nel gergo dei medici («nievole senza zucaro facte e altro condimento, è materia de humori flegmatici putrescibili», si legge in Savonarola 1515: 4), che si consigliava di impastare con zucchero e semi d'anice. Carnevale Schianca 2011: 437 spiega che  «si servono di norma con il dessert o nelle colazioni; il convito offerto nel 1492 dal cardinale Ascanio Sforza a Ferrandino principe di Capua si chiude con "nevole e ipocras in abondantia" [...]; al termine di un altro banchetto alla fine del XV sec., si servono "zaldoni grossi" e "nebule tonde piane de più colori" (Benporat 2001: 160); ma le nevole trovano impiego anche nelle preparazioni propriamente di cucina: bagnate con l'acqua rosata, si stendono sul fondo della padella per fare la torta di marzapane di Maestro Martino».  Nel corpus in esame nevola ricorre coi significati di 'sfoglia sottile di  farina impastata senza lievito' in area toscana (in particolare, in uno dei contesti si tratta proprio dell'uso della nevola in quanto ostia, adoperata in ambito medico per assumere delle pillole), di 'sfoglia sottile, impastata con lo zucchero e bagnata con l'acqua rosata, adoperata per preparazioni dolci', come il marzapane, e di 'sfoglia sottile di farina adoperata per la preparazione di timballi' esclusivamente in area napoletana. Come si legge in GRADIT, il sost. nevola identifica oggi una preparazione dolce tipica dell'Abruzzo, un 'tipo di cialda sottile e leggera, fatta di farina impastata con mosto e cotta tra due ferri arroventati'.

0.9 Categorie

0.11 DEI; GDLIGDLI; GRADIT; TB; Zingarelli 2023; Benporat 2001: 160; Carnevale Schianca 2011: 437; Savonarola 1515: 4.


Autore della scheda: Chiara Murru

Pubblicata il: 31/05/2024

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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/274