0.1
0.2
0.3
0.4 stracchino (L'Arte di convitare, 1850-1851 [1ª ed.]; Milano)
0.5
0.6 stracchino (dal 1770, A. e P. Verri [da Zolli, Saggi sulla lingua italiana dell'Ottocento, 1974], DELIN; 1779, Carlo Innocenzo Frugoni, Poesie, GDLI; TB 'Sorta di cacio molto burroso, che ci viene di Lombardia'; SC, GRADIT);
strachin 'raviggiuolo' (Patriarchi 1775); stracchìn 'stracchino' (Cherubini 1843); strachìn (Lombardia e Piemonte orientale: AIS, vol. VI, cc. 1209 e 121).
0.7 Etimo incerto, vedi infra.
0.8 L'etimologia è stata molto dibattuta; DELIN sottolinea la provenienza milanese della voce ( dal milanese stracchìn) e riporta diverse ipotesi circa l'origine, come quella addotta da Canevazzi nel Vocabolario di Agricoltura (1871-1892), secondo il quale la forma lombarda alla base della parola, stracch 'stanco', sia in riferimento alle mucche divenute stanche a causa della transumanza autunnale; secondo un'altra ipotesi, invece, il riferimento è al latte con cui si produceva il formaggio, stracch 'stanco' perché di lenta condensazione (Cherubini aveva suggerito la derivazione da lacc stracc 'latte stracco'); Nocentini nega ogni possibile riferimento alla stanchezza delle mucche, e ribadisce che "la spiegazione sta nella confezione artigianale dello stracchino, che viene posto sopra un telo in modo da rilasciare gradualmente la parte acquosa nel secchio sottostante" e dunque deriverebbe dal verbo straccare 'far perdere il liquido' (dim. di stracco, part. breve di straccare *far perdere il liquido', in quanto formaggio che è stato prosciugato del siero"). Una recente ipotesi, addotta da Michele Burgio (2015: 302), vede nella denominazione stracchino un diretto riferimento alle tecniche di produzione del formaggio e alle sue stesse caratteristiche: "al termine della fase di stufatura, gli stracchini rischiano di freddarsi e di 'scappare'", in altre parole, di sformarsi; allo stesso modo, sempre secondo lo studioso, la denominazione richiamerebbe la forma stracca, ossia floscia del formaggio.
La parola comincia a circolare al di fuori del territorio lombardo tra Sette e Ottocento, come dimostra l'attestazione del lemma nel Vocabolario piemontese di Patriarchi, sebbene venga inteso nel senso di 'raviggiolo' (cfr. anche DELIN, Burgio 2015). La vera diffusione avviene tuttavia successivamente; come emerge in AtLiTeG, nell'Ottocento la parola è ancora attestata, quasi in maniera esclusiva, nei ricettari di area milanese. Come afferma Burgio (p. 303), a contribuire alla sua diffusione in lingua è stato certamente il noto passo dei Promessi Sposi in cui Renzo -- scappato da Milano -- entra nell'Osteria di un paesello; si legge: "Non c’era che una vecchia, con la rocca al fianco, e col fuso in mano. Chiese un boccone; gli fu offerto un po’ di stracchino e del vin buono".
0.9 Categorie
0.11 Cherubini 1843; DEI; DELIN; GDLI; GRADIT; Nocentini; TB; SC; Patriarchi 1775; Burgio 2015: 301-304.
Autore della scheda: Monica Alba
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/157