0.1
0.2
0.3
0.4 bavaresa (Cuoco piemontese, 1766; Piemonte)
0.5
0.6 bavarése (bavarésa) (1905, Cherubini [in Panzini, IV-64], 'bevanda di latte caldo e cioccolata con rossi d’uovo e un liquore: si prepara frullandola, fino a farla spumosa' e nella locuz. crema bavarese 'preparata con latte, uova, panna e apprestata in forme', GDLI);
bavarése (DM 1, GRADIT 'dolce a base di latte e panna, aromatizzato con frutta, caffè, ecc., cotto a bagnomaria e raffreddato in stampi: bavarese alle fragole, al cioccolato', 'bevanda calda a base di latte, cioccolato, tuorli d’uovo e liquore frullati insieme', 'salsa da pesce ottenuta facendo scaldare a bagnomaria aceto, pepe, tuorli d’uovo e burro'; DISC 'dolce a base di uova, zucchero e panna amalgamati a freddo'; Zingarelli 2023 'bevanda calda a base di latte, cioccolata o tè, uova e liquore, preparata frullando tutti gli ingredienti' e 'semifreddo a base di latte, uova, panna e gelatina').
0.7 Dal francese bavaroise (DELIN, s.v., vd. Infra).
0.8 Deonimico da Baviera (Deonomasticum Italicum, vol I, f. 2: 201), bavarese sembra dipendere dal francese bavaroise (DELIN): in Cherubini 1839-56, s.v. bavarésa (riportato anche in DM 1), si legge: «sorta di bevanda ch’è fior di latte con giulebbe, per lo più riscaldato. Anche i francesi dicono une bavaroise au lait; e Grand d’Aussy dice che fu così nominata perché i Principi reali di Baviera, trovatisi a Parigi nei primi anni del secolo XVIII, desiderarono una bevanda così fatta»; Cherubini spiega anche che «in Toscana chiamano bavarese quella che noi diciamo barbajada» ('sorta di bevanda ch'è un misto di fior di latte e cioccolata. In Toscana la chiamano Bavarese con nome equivoco per noi', s.v. barbajada). Come si legge in Artusi 2010: 681, nota 57, «se o come la Bavarese sia venuta dalla Baviera a Parigi, o come sia nata a Parigi con quel toponimo, non lo si sa, in compenso è un termine con varie significazioni». Come sostantivo, bavarese è attestato nel nostro corpus a partire dal XVIII sec, con i significati di 'bevanda a base di tè e sciroppo di capelvenere' e di 'dolce semifreddo alla vaniglia di forma rotonda' (quest'ultima preparazione assume nella Cucina teorico-pratica il nome di bomba americana alla vainiglia). Ma, come si legge al punto 0.6, il sostantivo ha vari significati, riassunti nel Deonomasticon Italicum: è attestato col significato di 'bevanda calda a base di latte, cioccolata uova e liquore, preparata frullando tutti gli ingredienti fino a ottenere un composto spumoso' a partire dal 1843 (Nuova Enciclopedia Popolare ovvero Dizionario generale di scienze, lettere, arti, storia, geografia ecc), di 'semifreddo a base di uova, latte, panna e gelatina' dal 1845 (La cucineria di città e di campagna o Nuova cucina economica), nel sint. crema bavarese dal 1877 (La cucina classica) e col significato di 'salsa a base di aceto, uova e burro per condire il pesce' dal 1955 (Dizionario enciclopedico italiano). Ancora in Artusi 2010 si legge che la ricetta della bavaroise, intesa come una crema senza biscotto in gelatina, è stampata in Francia nel 1827 ne La cusinière de la campagne e de la ville e in Italia nella prima versione dello stesso testo, apparsa nel 1845 con il titolo La cuciniera di città e di campagna. A partire dal 1868 (nel Re dei Cuochi) comparirà anche la bavarese alla milanese, che parte dalla bavarese alla vaniglia e si ottiene con tre colori, il bianco della crema, il rosso della cocciniglia e il nero del cioccolato. Artusi a sua volta, nella sua ricetta per la Bavarese lombarda, fodera la stampo coi savoiardi inzuppati. Dunque, «il termine bavarese è in Italia, alla fine dell'Ottocento, polisemico e ne esistono almeno tre significati correnti, come bibita calda (in quattro versioni almeno, la più nota con caffè, cioccolata e latte), come sformato freddo di crema e biscotti, e come crema fredda, ed è questa la vincente» (ibid.).
0.9 Categorie
0.10.1 bavarese_1 (agg.) ,
0.11 DEI; DELIN; DM; GDLI; GRADIT; Nocentini; SC; Zingarelli 2023; Artusi 2010: 681; Deonomasticum Italicum (vol. 1, fascicolo 2: 201); Demarchi 1843; Audot 1845; Dubois-Bernard 1877.
Autore della scheda: Chiara Murru
Pubblicata il: 31/05/2024
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