cobelletto s.m. e f. Revisionata

0.1

  1. pasticcetto realizzato con pasta sfoglia o frolla e variamente farcito

0.2

  1. cobeletti -
  2. cobelletti -
  3. gobellette -
  4. gubellette -

0.3

0.4 gobellette (L'arte di ben cucinare, 1662, Mantova). 

0.5

  1. pasticcetto realizzato con pasta sfoglia o frolla e variamente farcito
    1. L'arte di ben cucinare (1662, Mantova) = [f.] Gobellette sfogliate con butiro, quali empirai con rognonata di vitello prima fatta arosto, polpa di pollastrelli piccati minuti con un poco di zuccaro, midolla, pistacchi, pignoli amaccati, sale, e sue speciarie, il tutto prima rifatto in una cazzetta a fuoco lento, mescolando bene ogni cosa, e poi lasciarai raffreddare questa compositione; levata che sarà dal fuoco con questa empirai le gobellette, e sopra il loro coperchio di pasta sfogliata, e ne porrai nel piatto quante vorrai, e le tramezarai con frutti fatti di pasta scottata con zuccaro, canella in polvere, spruzzata con acqua di fior di cedro, servite con zuccaro sopra. (124)
    2. L'arte di ben cucinare (1662, Mantova) = [f.] Gubellette sfogliate con butiro. (Indice-III)
    3. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = Colla suddetta pasta si fanno pure gusci di pasticcini (cobelletti), di tartallette, di budini e ciambelle (canestrelletti). (243)
    4. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = Pasticcini (Cobelletti) colla marmellata. 447. Ungete di burro le forme da pasticcini e fasciatene l’interno colla suddetta pasta frolla, lasciandole vuote nel mezzo, riempitele di quella marmellata che più vi piace e poscia copritele con una sfalda della medesima pasta; formatevi in ultimo sull’orlo una specie di ricamo a smerlo (a raviêu) e metteteli a cuocere in forno, oppure al forno di campana con fuoco sopra e sotto. Si servono con zucchero fino, spolverizzato di sopra. (244)
    5. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = Pasticcini (Cobelletti) di latte. 448. Formate i frusci dei pasticcini con pasta frolla, in tutto come sopra; prendete quindi un litro di latte e stemperatevi dentro 75 grammi di farina e 100 di zucchero, ponetelo al fuoco e fatelo bollire per 20 minuti rimestandolo sempre; sbattete poscia sei tuorli d’uova, ai quali unirete pochi pistacchi dipellati, zucca candita, cedro, pinocchi e un poco di cannella in polvere, e fate cuocere per altri 20 minuti; raffreddato che sia, riempitene i pasticcini che coprirete come sopra con una sfalda della stessa pasta, ricamateli come i suddetti nell’orlo e metteteli a cuocere come sopra. Nota. — Lo stesso latte si può mettere anche nella torta invece della marmellata; in tal caso si tralasciano i pistacchi e i pinocchi. (245)
    6. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = marmellata per torte e pasticcini (Cobeletti). (241)

0.6 gen. cobeletto (Paganini 1837); gen. gobeletto (Paganini 1837); *gobelletti (1593, V. Cervio [Fusoritto da Narni], Il trinciante); gen. cubelettu, gubelettu (Aprosio). 

0.7 Da gobelletto 'bicchiere, recipiente', a sua volta dal fr. gobelet 'id.'

0.8 Il sostantivo, utilizzato per indicare un pasticcetto farcito, è stato messo in relazione al fr. gob(b)e 'bolo per ingrassare le oche' (attestato dal 1690) e al fr. gobet 'boccone', da una base (forse celtica) *gobbo 'bocca' (cfr. DEI s.v. gobbellétto; per le forme francesi cfr. FEW 4,177 e TLFi s.v. gob(b)e). Tale connessione troverebbe supporto negli affini morselletto 'confettino, dolciume', dal lat. MŎRSUS (attestato già nel trecentesco Libro della Mensa dei Priori, per il quale cfr. Frosini 1993: 151) e nel diffuso bocconcino, sostantivo variamente impiegato come gastronimo. 
Diversamente, si potrebbe pensare che il nome del pasticcetto sia da connettere a gobelletto (per cui cfr. TLIO, s.v. gobbelletto), diffuso in Italia settentrionale con il valore di 'recipiente' e attestato già nel lat. mediev. di Bologna (gobelectum, 1334: cfr. DEI s.v. gobèllo) e di Genova (per cui cfr. Aprosio). Il sostantivo esibisce una chiara connessione al fr. gobelet (richiamato proprio da DEI per spiegare gobèllo 'tazza, bicchiere'), attestato sin dal XIV secolo (dal XIII nella forma gubulet) nel significato di 'bicchiere' (FEW 4,181; FEW considera gobelet derivato della già citata base *gobbo; cfr. anche TLFi s.v. gobelet). 
L'ipotesi di una derivazione dal gobelletto 'recipiente' è corroborata, sul piano semantico, dalla diffusa tendenza a denominare certe pietanze a partire dal recipiente utilizzato per la loro preparazione (si pensi al passaggio metonimico da tiella 'teglia' a tiella 'torta rustica variamente farcita'). Posta la possibilità che il termine gobelletto sia stato scelto proprio per indicare l'involucro (simile a un recipiente) di pasta che accoglie il ripieno, la necessità di utilizzare apposite formette per il confezionamento dei gobelletti è confermata, oltre che dalle occorrenze tratte da La cuciniera genovese, anche dal Vocabolario domestico genovese-italiano di Angelo Paganini (qui in 0.6). 
Sebbene la forma più diffusa sia quella con iniziale velare sonora (così anche nella più antica attestazione della voce, nell'edizione del Trinciante di V. Cervio riveduta e ampliata da Fusoritto da Narni), si lemmatizza la variante più moderna presente nel corpus AtLiTeG. La variante morfologica gobelletta occorre esclusivamente nella seicentesca Arte di ben cucinare di Stefani. 

0.9 Categorie

0.10.2 bocconcino (GDLI).

0.11 DEI; FEW; TLFi; Frosini 1993. 


Autore della scheda: Lucia Buccheri

Pubblicata il: 31/05/2024

Condizioni accesso: Open Access

Licenza di utilizzo: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.it

Copyright: AtLiTeG

Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/385