0.1
0.2
0.3
0.4 gobellette (L'arte di ben cucinare, 1662, Mantova).
0.5
0.6 gen. cobeletto (Paganini 1837); gen. gobeletto (Paganini 1837); *gobelletti (1593, V. Cervio [Fusoritto da Narni], Il trinciante); gen. cubelettu, gubelettu (Aprosio).
0.7 Da gobelletto 'bicchiere, recipiente', a sua volta dal fr. gobelet 'id.'.
0.8 Il sostantivo, utilizzato per indicare un pasticcetto farcito, è stato messo in relazione al fr. gob(b)e 'bolo per ingrassare le oche' (attestato dal 1690) e al fr. gobet 'boccone', da una base (forse celtica) *gobbo 'bocca' (cfr. DEI s.v. gobbellétto; per le forme francesi cfr. FEW 4,177 e TLFi s.v. gob(b)e). Tale connessione troverebbe supporto negli affini morselletto 'confettino, dolciume', dal lat. MŎRSUS (attestato già nel trecentesco Libro della Mensa dei Priori, per il quale cfr. Frosini 1993: 151) e nel diffuso bocconcino, sostantivo variamente impiegato come gastronimo.
Diversamente, si potrebbe pensare che il nome del pasticcetto sia da connettere a gobelletto (per cui cfr. TLIO, s.v. gobbelletto), diffuso in Italia settentrionale con il valore di 'recipiente' e attestato già nel lat. mediev. di Bologna (gobelectum, 1334: cfr. DEI s.v. gobèllo) e di Genova (per cui cfr. Aprosio). Il sostantivo esibisce una chiara connessione al fr. gobelet (richiamato proprio da DEI per spiegare gobèllo 'tazza, bicchiere'), attestato sin dal XIV secolo (dal XIII nella forma gubulet) nel significato di 'bicchiere' (FEW 4,181; FEW considera gobelet derivato della già citata base *gobbo; cfr. anche TLFi s.v. gobelet).
L'ipotesi di una derivazione dal gobelletto 'recipiente' è corroborata, sul piano semantico, dalla diffusa tendenza a denominare certe pietanze a partire dal recipiente utilizzato per la loro preparazione (si pensi al passaggio metonimico da tiella 'teglia' a tiella 'torta rustica variamente farcita'). Posta la possibilità che il termine gobelletto sia stato scelto proprio per indicare l'involucro (simile a un recipiente) di pasta che accoglie il ripieno, la necessità di utilizzare apposite formette per il confezionamento dei gobelletti è confermata, oltre che dalle occorrenze tratte da La cuciniera genovese, anche dal Vocabolario domestico genovese-italiano di Angelo Paganini (qui in 0.6).
Sebbene la forma più diffusa sia quella con iniziale velare sonora (così anche nella più antica attestazione della voce, nell'edizione del Trinciante di V. Cervio riveduta e ampliata da Fusoritto da Narni), si lemmatizza la variante più moderna presente nel corpus AtLiTeG. La variante morfologica gobelletta occorre esclusivamente nella seicentesca Arte di ben cucinare di Stefani.
0.9 Categorie
0.10.2 bocconcino (GDLI).
0.11 DEI; FEW; TLFi; Frosini 1993.
Autore della scheda: Lucia Buccheri
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/385