0.1
0.2
0.3
0.4 ganta (Liber de coquina (A), 1308-1314; Napoli)
0.5
0.6 guanto 'frittella di ceci' ( Libro della cocina, XIV, ed. Faccioli, TLIO); con la glossa 'ravioli', GDLI
0.7 dal germ. (francone) want 'guanto’(REW)
0.8 Il gastronimo guanto, perlopiù plurale, guanti, assume nel corpus un significato 1 di ‘frittella a base di ceci’, simile alla cosiddetta cecina toscana o alle panelle siciliane, e un significato 2 di ‘striscia di pasta fritta e ricoperta di zucchero e/o miele’. Come ricordato in Catricalà 1982, s.v. guanto ‘sfogliatina fritta’, la voce è anche in Citolini (1561) e Garzoni (1585, La piazza universale) ed è in provincia di Catanzaro una sfogliatina fritta “simile ai cenci toscani”. In effetti tanto nelle ricette contenute nel nostro corpus, quanto noto a livello dialettale, i guanti assumono l’aspetto di strisce di pasta fritte, ricoperte con zucchero e/o miele, simili ai dolci del Carnevale, conosciuti, a seconda delle regioni, con i nomi di chiacchiere, frappe, cenci, etc. (cfr. Beccaria 2009: 12). A tal proposito, sono spesso associate nei ricettari del corpus alle reticelle. Non sembra trovare conferma invece il sign. di ‘raviolo’, quale pasta ripiena, poiché non si evince nelle attestazioni del corpus alcun riferimento all’uso ripieno dell’impasto. Del resto, Schianca 2011, s.v. raviolo, afferma che esso “occasionalmente può prendere la forma di un migliaccio o di una schiacciata, confondendosi non di rado con crispelli e guanti”; e infatti, s.v. guanto, l’autore afferma che i guanti sono “crespelle composte con brodo di ceci e farina, fritte nel lardo o nell’olio e poi cosparse di miele”.
La base etimologica è il germ. want, più nello specifico la voce è dal francone (FEW 9500). Secondo DEI, s.v. guanto, la voce, dall’area galloromanza, è passata all’it., allo spagn. e al port. per tramite dell’a. fr. gant .
Sul legame semantico con il termine guanto, si può avanzare l’ipotesi che si tratti di un riferimento all’aspetto rigonfio e cavo al suo interno che assume l’impasto una volta fritto nel lardo o nell’olio. Il commento di Sada all’attestazione di guanto presente in Passero (per il quale si veda anche Rocco, s.v. guanto), come ricorda Coluccia 2022: 191, riconduce il gastronimo ad un tipo di impasto che «serviva ad inguantare carni trite di varie qualità, debitamente adattate a ripieno». Tuttavia, nelle attestazioni del nostro corpus i guanti non sono mai utilizzati come involucro di pasta da farcia.
La voce come gastronimo è attestata in calabrese (Cosenza) nguantu 'sp. di frittura (lasagne di pasta fritte nell'olio' (NDDC).
0.9 Categorie
0.10.1 reticella (s.f.) ,
0.11 LEI; DEI; TLIO; REW; FEW 9500; Rocco; Beccaria 2009: 12; Catricalà 1982; Coluccia 2022: 191; Schianca 2011
Autore della scheda: Valentina Retaro
Pubblicata il: 31/05/2024
Condizioni accesso: Open Access
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/270