0.1
0.2
0.3
0.4 moka (L'Arte di convitare, 1851; Milano)
0.5
0.6 moka (1777, Nota de' Prezzi Corenti delle Mercanzie [...] [riportata in G. Bellosio, Usi, alimentazione e commerci nella Napoli settecentesca, in Appunti di Gastronomia, vol. XXV]: "caffè di Mòka", DI: III, 294; 1825, Cenni storici su il caffè, in Annali universali di statistica, economia pubblica, storia e viaggi, ArchiDATA; TB: III, 312 s.v. caffè: "caffè moka"; GDLI, con rimando a moca; DM 1: "forma fr. più comune dell' italiana moca"; GRADIT; SC, con rimando a moca; Zingarelli 2024);
mocca (1824, G. B. Brocchi, Giornale delle osservazioni fatte ne' viaggi in Egitto, nella Siria e nella Nubia: "caffè di Mocca", DI: III, 295; 1826, F. Ottomani, Il costume antico e moderno [in M. Mancini, Viaggiare con le parole: l'esotismo linguistico in Salgari, 1997], DI: III, 295; 1931, M. Venditti, Il nottambulo deluso, GDLI: XIII, 995 s.v. portorico); moca (1850, Dizionario delle invenzioni, origini e scoperte relative ad arti, scienze, geografia, storia, agricoltura, commercio, ec. [...], compilato da Noel, Carpentier, e Puissant figlio. Traduzione dal francese di Angiolo Orvieto: "caffè di Moca", DI: III, 295; TB; 1861-1879, N. Tommaseo, Dizionario della lingua italiana, GDLI; DM 1; GRADIT, come var. di moka; SC; Zingarelli 2024, con rimando a moka).
0.7 Dalla località yemenita, in ar. al-Mukka, luogo di produzione della pianta del pregiato caffè (DELIN s.v. mòca).
0.8 La voce proviene dalla località yemenita al-Mukka (DELIN; nella grafia Ar. al-Mukhā/ al-Makhā / al-Mokhā per DI: III, 294). La prima attestazione italiana della voce nell'accezione qui considerata si rintraccia nella loc. caffè di Moka in un documento commerciale: una nota che reca i prezzi delle merci presenti sulla piazza napoletana relativa alla settimana dal 2 all’8 novembre 1777 (cfr. Bellosio 1996: 83). Nel corpus AtLiTeG moka è documentato nella seconda metà dell’Ottocento, a partire dall’Arte di convitare di Giovanni Rajberti. Si tratta di una varietà di caffè molto pregiata e apprezzata, come si evince dall'attributo divino impiegato da Rajberti e dalle descrizioni di Ratto e Vialardi in 0.5, nonché dal costo tre volte superiore rispetto ad altri tipi di caffè che ricaviamo dalla nota riportata da Bellosio. I repertori lessicografici registrano il vocabolo nelle varianti moca e moka, documentando, sul piano semantico, le accezioni di 'qualità di caffè', di 'bevanda' e la più recente, novecentesca, di 'caffettiera', nata in seguito all'invenzione della caffettiera moka. Anche DELIN riporta entrambe le forme ma registra le accezioni poc’anzi menzionate s.v. moca; s.v. moka fa invece riferimento al marchionimo, neologismo, specifica, facilmente entrato anche nei dialetti.
0.9 Categorie
0.10.1 caffettiera (s.f.) ,
0.11 ArchiDATA; DEI; DELIN; DI: III, 295; DM 1; GDLI; GRADIT; Nocentini; SC; TB: III, 312; Zingarelli 2024; Bellosio 1996: 83.
Autore della scheda: Francesca Porcu
Pubblicata il: 31/05/2024
Condizioni accesso: Open Access
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/324