caffettiera s.f. Completa da revisionare

0.1

  1. bricco impiegato per bollire o servire il caffè
  2. bricco dotato di coperchio forato attraverso il quale passa un frullino, impiegato per preparare la cioccolata; cioccolatiera 
  3. Nella loc. caffettiera di Harel: utensile composto da tre contenitori sovrapponibili, realizzati in terracotta, usato per preparare il caffè tramite infusione senza farlo bollire direttamente, ma scaldandolo a bagnomaria; anche ciascuno dei due contenitori principali
  4. Nella loc. caffettiera all'inglese: utensile di latta diviso in due parti nel quale si prepara il caffè per infusione versando la polvere macinata e l'acqua bollente su un filtro posto nel mezzo che permette  di separare il liquido dal caffè macinato e ottenere così la bevanda

0.2

  1. cafettiera -
  2. caffettëa -
  3. caffettiera -
  4. caffettiere -

0.3

caffettiera all’inglese - Torino 1899
caffettiera di Harel - Napoli 1852

0.4 cafettiera, caffettiera (Cuoco piemontese,1766; Torino) 

0.5

  1. bricco impiegato per bollire o servire il caffè
    1. Cuoco piemontese (1766, Torino) = cioccolatiera è specie di caffettiera, per far il cioccolatte, in mezzo al coperchio della quale v’ha un buco, per cui passa il manico del frugone ossia mulinello. Forno ve n’ha di due sorta, il murato, e quel di campagna. (13)
    2. Cuoco piemontese (1766, Torino) = crema al caffè. Mettete tre quartini d’acqua in una caffettiera, e quando bollirà mettetevi due oncie di caffè, rimenatelo bene con un cucchiaio, lasciandolo al fuoco che bolla finché siasi elevato almeno quattro o cinque volte [...] (340)
    3. Cuoco piemontese (1766, Torino) = Cafettiera è un vaso, in cui si mette il caffè per farlo cuocere, e poscia servirlo. (11)
    4. Cucina teorico-pratica (1852, 7ª ed., Napoli) = Vi sono quelle forchette di legno a quattro denti di quel legno stesso che si sanno i setacci; ve ne sono di quelli di bosso che sembrano come un lungo pennello; e ve ne sono di quelli di tanti fili di ottone ravvolti, e le loro punte infilzate in una manicetta di legno tornita come una manicetta per caffettiera, sembrando il suo assieme come una conocchietta. Tre o quattro dozzine di piccoli spiedini di ferro filato, bastantemente consistenti, da servire per braciolette; uccelletti, granelli ec. Questi potrebbero essere ancora d’argento perché vanno presentati in tavola con l’oggetto. (8)
    5. Cucina teorico-pratica (1852, 7ª ed., Napoli) = Delle diverse caffettiere per riscaldare caffè. Molte scodelle di creta, per farci le dosi dei sorbetti. Diversi bottoni di cristallo per conservarci, sensi, ogli, spiriti ec. Un cucchiaio da tavola d’argento, ed il piccolo per caffè, per formare le diverse mirenghe. (10)
    6. Cucina teorico-pratica (1852, 7ª ed., Napoli) = §8. Di cannella. Porrai in una caffettiera una caraffa ed un quartino d’acqua, ci (22)
    7. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = Quando sarà freddo, mettete le due qualità in due vasi di lana separati, e macinatelo ogni qualvolta volete farne uso, mescolando due terzi di Portorico ed un terzo di moka. La maniera di ridurlo a bevanda è la seguente: Fate bollire mezzo litro d’acqua; prendete poscia un feltro a modo di cappuccio, di pannolana, mettetevi dentro 50 grammi di caffè e versatevi sopra l’acqua bollente: quando il caffè sarà filtrato, attortigliate in sé stesso il cappuccio e spremetelo fortemente affinché n’esca il più che sarà possibile tutta l’acqua contenente la sostanza del caffè. Riponete questo filtramento in caffettiera, e mettetelo al fuoco affinché si scaldi bene, avvertendo però che non levi il bollore. Versatelo, raddolcitelo con zucchero a vostro piacere, ed avrete una squisita tassa di caffè. (273)
    8. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = Caffettëa; caffettiera. — da læte; Lattiera. Caffè; Caffè. (301)
    9. Il piccolo Vialardi (1899, Torino) = Volendo preparare il caffè ponete nella caffettiera dell’acqua; quando bolla, levate un po’ d’acqua, gettate nella caffettiera 15 grammi circa di caffè macinato di recente per ogni tazza d’acqua, ovvero 3 cucchiarini colmi per ogni 2 tazze; bollito in modo che risalga per tre volte, aggiungete l’acqua tolta e lasciatelo depositare; divenuto chiaro, versatelo in un’altra caffettiera e ponete nella prima dell’acqua, la quale servirà per un’altra volta, e servitelo ben caldo nelle tazze con zucchero nella zuccheriera e con a parte del latte o fior di latte. (286)
  2. bricco dotato di coperchio forato attraverso il quale passa un frullino, impiegato per preparare la cioccolata; cioccolatiera 
    1. Cucina teorico-pratica (1852, 7ª ed., Napoli) = Quattro cocome di rame di diversa grandezza per fare il caffè. Quattro caffettiere di rame con manico di legno, due di esse col buco sul coverchio, col corrispondente frollatoio per fare la cioccolata. (9)
    2. Il piccolo Vialardi (1899, Torino) = Per preparare il cioccolatte tagliate a pezzetti o grattugiate il cioccolatte e, quando l’acqua bolle nella caffettiera del cioccolatte [...] (285)
  3. Nella loc. caffettiera di Harel: utensile composto da tre contenitori sovrapponibili, realizzati in terracotta, usato per preparare il caffè tramite infusione senza farlo bollire direttamente, ma scaldandolo a bagnomaria; anche ciascuno dei due contenitori principali
    1. Cucina teorico-pratica (1852, 7ª ed., Napoli) = Nuova caffettiera di Harel (vd. la fig. num. 7) Essa è preferibile a quelle di ferro battuto che sono comunali e a tutti i sistemi sinora in proposito immaginati. Escludendo il ferro battuto, si cessa la ruggine che presto guasta l’utensile, e che, combinandosi col caffè, ne lo spoglia dell’acido gallico e forma così l’inchiostro da scrivere. La caffettiera b, di terra di Serreguemines, è posta sul vaso a pieno di acqua, il quale, messo sul fornello, fa scaldare a bagno-maria il caffè mano mano che cola pel feltro c. Così senza farlo bollire si prepara il caffè, e non pertanto può servirsi caldissimo come se avesse bollito. Il feltro è di stagno forato alla macchina e il caffè vi si preme sopra con un pastello di legno. Il capo morto si comprime poi fortemente versandovi sopra dell’acqua che può servire per fare altro caffè. Volendosi ottener il miglior caffè (dice il signor Harel) bisogna feltrarlo con acqua fredda o appena tiepida. A convincere di tal verità, già conosciuta, potrei invocare l’esperienza; basta provare una volta per avvedersi della gran differenza di sapore tra il caffè fatto all’acqua fredda e l’altro all’acqua bollente... nel primo modo è migliore e richiede minor quantità di caffè. Si lascia il pestello di legno sopra il caffè nel mentre che si versa l’acqua sopra in picciole parti con momenti di sosta, principalmente da principio, onde il caffè abbia tempo d’imbeversi. (456)
  4. Nella loc. caffettiera all'inglese: utensile di latta diviso in due parti nel quale si prepara il caffè per infusione versando la polvere macinata e l'acqua bollente su un filtro posto nel mezzo che permette  di separare il liquido dal caffè macinato e ottenere così la bevanda
    1. Il piccolo Vialardi (1899, Torino) = Usasi in molte famiglie la caffettiera allinglese che è di latta e divisa in due parti con un filtro nel mezzo. Ponete 20 grammi circa di caffè abbrustolito e macinato di recente, per ogni tazza d’acqua sul filtro, versategli sopra l’acqua bollente che filtrerà chiara ed il caffè sarà fatto, servitelo ben caldo col zucchero in pane a pezzetti. Nella caffettiera potete rimettere dell’acqua che servirà per fare il caffè un’altra volta. — Per le macchine a caffè collo spirito ed a vapore servono le istruzioni che si trovano annesse. (287)

0.6 caffettiera (1711, L. Magalotti, DELIN; 1750, C. Goldoni, La bottega del caffè, GDLI; CA 1; CA 2Crusca IV-V: 'vaso in cui si fa bollire il caffè tostato, e polverizzato per farne bevanda; Crusca V aggiunge: [...] oggi più comunemente detto bricco; e dicesi pure così il vaso, dal quale si mesce il caffè'; TB nell'accezione 2; nell'accezione 1 'moglie del caffettiere'; DM 1: 58 s.v. bouilloir; GRADIT; SC; Zingarelli 2024).

0.7 Der. di caffè (dal turco qahve, a sua volta dall'ar. qahwa) (DELIN); ma vedi anche commento.

0.8 Caffettiera è registrata tra i derivati di caffè da DELIN e Nocentini; quest’ultimo specifica che la voce si è formata sul modello del fr. cafetière (dal 1690, cfr. anche DEI e TFLi). Nel corpus AtLiTeG il termine è attestato a partire dal Cuoco piemontese perfezionato a Parigi (1766), come noto traduzione rimaneggiata de La cuisinière bourgeoise di Menon (1746), dove l’adattamento trova sostegno nel tramite dialettale (Quaglino 2015: 127). La voce veicolata dal ricettario piemontese circola tra Sette e Ottocento insieme a diversi geosinonimi, come bricco o cuccuma, verso i quali è invece sbilanciata la lessicografia coeva (ibid.). 
Nella distribuzione attuale delle voci concorrenti, fotografata dalla carta ALI V, 456 ‘bricco di caffè’, forme riconducibili a caffettiera prevalgono in Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria, nel versante occidentale della Lombardia, in Sicilia e Sardegna; forme riconducibili a cuccuma in area lombarda, veneta, emiliana e romagnola, mentre bricco è documentato quasi solo in Toscana, dove è voce prevalente, se si eccettuano scarse attestazioni di cuccuma;  si unisce a questi anche cioccolatiera prevalente, invece, in area meridionale intermedia e meridionale estrema. Anche il nostro corpus documenta l’interessante sovrapposizione semantica di caffettiera e cioccolatiera, sulla quale forse potrebbero aver influito le fattezze (cfr. Carena 1846 s.v. cioccolatiera) e la simile destinazione d’uso dei due strumenti, entrambi impiegati per scaldare e/o preparare bevande aromatiche e corroboranti, quali caffè e cioccolata.
Alla popolarità del caffè sono legate le numerosissime macchinette per la preparazione della bevanda inventate e brevettate in Francia nel corso dell’Ottocento; tra queste anche la caffettiera di Harel descritta da Cavalcanti, composta da tre parti: un contenitore superiore in cui si versa l’acqua che attraversando un filtro con il caffè passa in un contenitore intermedio, messo a bagnomaria in un terzo contenitore posto sul fuoco in modo che il caffè possa essere anche infuso a freddo e scaldato senza bollire (cfr. Leone 1999: 103, anche per un excursus sui diversi modi di preparare il caffè).
Nel corso del Novecento l’evoluzione tecnologica della caffettiera porta un’evoluzione linguistica: in relazione all’invenzione della moka Bialetti Setti (2017: 301) osserva infatti: «questo nuovo strumento ha richiesto una sua denominazione: caffettiera, originariamente il ‘recipiente in cui si fa bollire il caffè tostato’, dopo l’invenzione della Bialetti, è passata a indicare quasi esclusivamente quella particolare ‘macchinetta’, la macchinetta per il caffè appunto, espressione che ben presto ha affiancato e, in larga parte, sostituito quella di caffettiera».  

0.9 Categorie

0.10.1 cioccolatiera (s.f.) ,

0.11 ALI V, 456; CA 1; CA 2Crusca IV-V; DEI; DELIN; DM 1: 58;  GDLI; GRADIT; Nocentini; SCTB; TLFi Zingarelli 2024;  Leone 1999; Quaglino 2015: 127; Setti 2017: 300-301. 


Autore della scheda: Francesca Porcu

Pubblicata il: 31/05/2024

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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/392