0.1
0.2
0.3
0.4 pane impepato (Ricette Wellcome 425, 1504; Firenze)
pampapato (Banchetti, compositioni di vivande et apparecchio generale, 1549; Ferrara)
0.5
0.6 pane pepato (dalla prima metà del XV sec., G. Sermini, Novelle [ed. Livorno, 1874]: "Facemmo ier mane colazione in bottega con certo pane pepato, che per tanto pepe ch’aveva mi misse uno fuoco addosso che anco ne sento", GDLI).
pampapato (av. 1548, C. Messi Sbugo, Banchetti, composizioni di vivande et apparecchio generale [ed. Milano, 1966]: "Poi farai i mostazzoli grandi e piccioli, come a te piacerà. Poi li farai cuocere come i pampapati, ma questi si fanno d’oncie 4 in 6 l’uno, e non più grandi", GDLI).
pampepato (av. 1574, G. Vasari, Carteggio [ed. Monaco, 1923-1940]: "Io desidero più lui che i predicatori la quaresima o vero i medici le malattie o vero i pampepati l’Ognissanti", GDLI).
pan pepato (av. 1574, A. F. Doni, Attavante [ed. Firenze, 1857]: "Con i sodi contanti si provede il semplice vestire e calzare, la carne due volte la settimana, a Ognissanti il pan pepato, il pecorino a Pasqua", GDLI).
panpapato (av. 1581, N. Secchi, L'interesse [ed. Venezia, 1581]: "Quella ella mostra di cere bianche, di zuccari, confetti, conditi, marzapani, panpapati, cetronàti", GDLI).
0.7 Composto di pane e (im)pepato (DELIN).
0.8 La voce panpepato - insieme alle varianti pampapati, pan impepato, pan pepati, pane impepato - è attestata nel nostro corpus a partire dall'inizio del Cinquecento. Le occorrenze si concentrano, in particolare, nel XVI secolo e in area fiorentina. Si precisa che l’attestazione più antica della parola fino a ora rintracciata è quella che incontriamo «nel Libro della Mensa dei Priori di Firenze del 1344-45 (ms. Ashburnham 1216 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze), che documenta minutamente le spese necessarie per la vita quotidiana dei supremi reggitori del comune, fra cui quelle alimentari avevano un peso assolutamente rilevante. Dal reticolato fitto delle registrazioni emergono i nomi degli alimenti, i migliori, acquistati sul Mercato Vecchio, degli ingredienti e delle preparazioni» (Frosini-Lubello 2023: 23). L’unica attestazione, dunque, è quella relativa al giorno di Natale del 1344: «per uve e per pepe e per zaferane per lo pane i[m]pepato», a dimostrazione che si tratta di un vero e proprio dolce delle feste fin dalle sue origini. Secondo alcune fonti lessicografiche si potrebbe trattare di un dolce a forma di focaccia, ma anche di ciambella e spesso si aggiunge che si tratta di una specialità di Siena (cfr. GDLI s.v.). In realtà, dall’inizio del Duecento di questo pane dolce ricco di spezie si trova traccia nel territorio senese: «Dal 1206 ca. le monache del monastero di Montecelso (a Fontebecci, nei pressi di Siena) ricevevano dai coloni censuari del convento come tributo dei panes piperatos et melatos, cioè pani insaporiti di pepe e miele» (Malinverni 2016: 43). Il panpepato è legato a un altro dolce tipico del territorio senese, il cui legame è messo in evidenza da Panzini che «evidenzia il passaggio dal «nome antico» di panpepato al nome odierno di panforte» (cfr. Frosini 1993: 153).
0.9 Categorie
0.10.1 pane (s.m.) ,
0.11 ArchiDATA, CA 1, CA 2, Crusca, DEI, DELIN, DM 1, EVLI, GDLI, GRADIT, LEI, TLIO, TB, SC, Zingarelli 2023.
Frosini-Lubello 2023: 23; Malinverni 2016: 43.
Autore della scheda: Valentina Iosco
Pubblicata il: 31/05/2024
Condizioni accesso: Open Access
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/137