0.1
0.2
0.3
0.4 scapeta (Liber de coquina A, 1308-1314; Napoli); schibeci (Modo di cucinare et fare buone vivande, Sec. XIV primo quarto; Firenze).
0.5
0.6 scapece (1869, Michele Lessona, Volere è potere [Firenze 1869]: "Insegnò a tener di conto altresì di quelle parti del pesce che prima si gettavano, e raccorre olio a farne concio; e delle parti carnose a cavarne più frutto, introducendo la preparazione dello scabéccio, o tonno in olio, che mandava per tutta l’Italia", GDLI, con marca "region.", nel significato di 'preparazione di pesci (o anche di verdure) in aceto con cipolle e altri aromi o, anche, di tonno bollito e messo sott’olio per essere conservato e mangiato freddo. - Anche: confezione di pesce o di verdure preparate e conservate in tale modo'; GRADIT, come loc. alla scapece nel significato di 'fritto e condito con una marinata di aceto, mentuccia e altri aromi'; Zingarelli 2023);
schibezia (GDLI, con marca "ant.", nel significato di 'scapece').
0.7 Dall'ar.pers. sikbâj 'carne marinata' (Carnevale Schianca 2011: 604).
0.8 Scapece e le sue varianti sono documentate nel corpus AtLiTeG dall'inizio del XIV sec. alla prima metà del XV sec., per poi ricomparire nel XIX sec. all'interno della loc. alla/in scapece. Analogamente alla voce parmigiana (v. voce AtLiTeG), l'assenza della preparazione nella cucina rinascimentale sembra testimoniare il cambio di gusto intervenuto nelle corti italiane. La prima attestazione rinvia ai ricettari federiciani e dunque ad area meridionale (Liber de coquina; cfr. anche la lettera del 1240 di Federico II, che usa il termine askipecia: cfr. Sada-Valente 1995: 57; la definiscono voce d'area napoletana GDLI e Zingarelli 2023); andrà notato tuttavia che il termine è già documentato all'inizio del Trecento nel fiorentino Riccardiano 1071 e nel resto della tradizione dei XII ghiotti. Il sintagma schibetia di tavernaio del Libro de la cocina - equivalente semantico della gelatina di pesci - fa pensare a una produzione quasi industriale della pietanza nella secondo terzo del Trecento. Si tratta probabilmente di un arabismo (ar.pers. sikbâj 'brodetto all'aceto', da sik 'aceto'), variamente adattato in volgare (Carnevale Schianca 2011: 604; Martellotti 2024: 97, 121). Ancora da chiarire la storia e l’irradiazione araba nel mondo romanzo (cfr. Frosini-Lubello 2023: 49).
0.9 Categorie
0.10.1 gelatina (s.f.) ,
0.11 GDLI; Carnevale Schianca 2011: 604-607; Frosini 1993: 93; Lubello 2002: 1149; Id. 2010: 534-535; Frosini-Lubello 2023: 49; Martellotti 2024: 97, 121; Pregnolato 2019: 299; Sada-Valente 1995: 57.
Autore della scheda: Francesca Cupelloni
Pubblicata il: 31/05/2024
Condizioni accesso: Open Access
Licenza di utilizzo: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.it
Copyright: AtLiTeG
Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/432