0.1
0.2
0.3
0.4 zanzarelli (Libro de arte coquinaria, 1498, Lazio)
0.5
0.6 zanzarèlli (zanzarèli) dial. anche femm. -e ant. dial. ‘minestra fatta con brodo, uova sbattute, pane e formaggio grattuggiati; stracciatella' (Mastro Martino, GDLI); a. ven. nel sign. 'minestra a base di formaggio e pan grattato’ fine sec. XV, Libro di Cucina, LEI
0.7 da cinctium/cīnctia > ćénć- (LEI)
0.8 Gli zanzarelli (anche femm. zanzarelle) sono descritti nei ricettari del nostro corpus come una sorta di minestra a base di brodo, uova sbattute, pane e formaggio grattuggiati, molto simile alla stracciatella romanesca. Così si esprime Schianca, s.v. zanzarelli: "antenati della stracciatella, gli zanzarelli si preparano con circa otto uova, formaggio grattuggiato, mollica di pane grattuggiato. Gli zanzarelli si cuociono in brodo preparato con zafferano. Esistono altre versioni nelle quali manca lo zafferano, sostituito con bietole o prezzemolo, oppure in una versione ancor più diversa, con latte di mandorle". Anche nel nostro corpus sono attestate varianti verdi, per le quali occorre sostituire lo zafferano con le erbe con le quali si prepara il brodetto verde. Gli zanzarelli o zanzarelle sembrano tuttavia indicare nello specifico la forma che le uova assumono quando vengono gettate nel brodo bollente. Il gastronimo è attestato in GDLI, s.v. zanzarèlli dove si riporta come prima attestazione quella di Mastro Martino, poi seguita da Beolco e in Boerio 806 dove si sottolinea "‘Zanzarèle’ (colle zz aspre e l’e aperta): sorta di minestra o sia di zuppa fatta con brodo misto con uova dibattuto: non è in uso presso i Toscani, i quali accostumano a Pasqua in luogo d’essa il brodetto". E si aggiunge anche un ulteriore specificazione: andàr in zanzarele o in zanza 'spappolarsi' è detto di minestra d'uovo che non si rapprende e nel senso figurato di cose che non si tengono assieme. Secondo il GDLI, la voce sarebbe di area settentrionale, come le attestazioni di Ruzante e Boerio farebbero pensare. Di un certo interesse per un'ipotesi etimologica è il tipo cianciarelle attestato a Roma nel Libro dello Scalco del 1609. La forma cianciarella potrebbe derivare da ciancia nel sign. di ‘oggetto o faccenda di poco valore, sciocchezza, bagattella' (TLIO) + suff. alterativo. Nelle Rime di Francesco di Vannozzo del XIV di area tosc.-ven., con questo significato, compare con la forma settentrionale principiante per z: zanzarelle "Fuzir dovria zascun fuor de la zente / che tien suo vita in cotal zanzarelle, / qual tanto a Cristo spiace e a suo santi, / ch'ancor riaffocarete tutti quanti" (TLIO, s.v. cianciarella). Allo stesso modo, GDLI, s.v. zanza.
Tuttavia, LEI, s.v. cinctium/cīnctia ‘pezzo di stoffa che ornala capigliatura’, attesta il tipo venez.a. zanzarelli ‘minestra a base di formaggio e pan grattato’ (fine 1400 circa, Libro di cucina, ed. Consiglio), accostato all'it. cenci ‘specie di pasta dolce, fatta di farina e uova, spianata, tagliata a strisce fritta e spolverata di zucchero’. Sotto la stessa base sono attestati anche il lomb. (Novate Mezzola) sciansciarèl ‘vivanda semisolida di farina di frumento cotta nellatte’, ven.merid. (vic.) sansarele ‘tocchetti di pane,briciole; specie di minestra, brodetto con pasta abavettini, a brandelli, minuzzoli di forma irregolare’ nel Dizionario vicentino-italiano e italiano-vicentino preceduto da osservazioni grammaticali e da regole di ortografia di Pajello, istr. zanzarele nel Vocabolario giuliano dei dialetti parlati nella regione giuliano-dalmata di Rosamani, e nel Bisiacco sandzaréla ‘stracciatella (anche nome di pasta)’ nel Vocabolario fraseologico del dialetto "bisiàc" di Domini.
0.9 Categorie
0.10.1
0.11 LEI, TLIO, GDLI, Schianca
Autore della scheda: Valentina Retaro
Pubblicata il: 31/05/2024
Condizioni accesso: Open Access
Licenza di utilizzo: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.it
Copyright: AtLiTeG
Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/333