0.1
0.2
0.3
0.4 bozolati (Libro per cuoco, sec. XV fine; Venezia)
0.5
0.6 buccellato (av. 1342, Domenico Cavalca, Dialogo di santo Gregorio [ed. Torino, 1851]: "Allora andò e prese due bucellati che gli erano stati offerti", TLIO nel significato di 'pane farcito con carne, oppure cotto con ingredienti dolci; tortino o piccola ciambella'; TB nel significato di 'ogni pane rotondo, e segnatam. i dolci'; GDLI nell'accezione di 'ciambella fatta con fiore di farina, zucchero, uva passita e anaci; una specie di biscotto', anche all’interno del sintagma pan buccellato 'pane costituito da una corona di panini'; GRADIT nel significato di 'ciambella dolce con uva passa e semi di anice, tipica di Lucca'; Zingarelli 2023 nelle accezioni di 'ciambella tipica di Sarzana e della Lucchesia, variamente aromatizzata', 'in Sicilia, dolce tipico natalizio a base di fichi secchi');
bocellato v. boccellato (TB nel significato di 'pane lavorato in forma di corona, o circolo, con anici, uova, e un poco di zucchero'); bozzolaro (TB; GDLI, nel significato di 'ciambella, dolce di farina', con marche ‘disus.’ e ‘dial.’); bossolà (DM 1, nell'accezione di 'voce dialettale che indica uno speciale dolce di pasta lievitata, propria di Brescia"); lig.a. bucelati; ven.a. buczolai; trevig.a. bazzolà; bellun.a. bozolá (cfr. LEI).
0.7 Dal lat. BUCCELLĀTUM 'biscotto' (LEI).
0.8 Le forme con esito assibilato bozolato e bozolado sono attestate soltanto al plurale nell'Anonimo Veneziano, dove se ne precisa l'origine conventuale (bozolati da monege, cosiddetti "perché, come molti dolciumi, si confezionavano e si vendevano nei conventi": Carnevale Schianca 2011: 80), mentre se ne registra un esempio al singolare in Celebrino (testo friulano del 1526), particolarmente interessante perché glossato ("uno bozolato, o vogliamo dir biscottello"). Due secoli dopo, nell'Arte di ben cucinare di Stefani, compaiono invece i bozzolani (con cambio di suffisso ristretto al lombardo, mil.-mantov.: vedi 0.2), glossati come ciambellette o bracciadelle, sorta di ciambelle dolci tipiche dell'Emilia Romagna (cfr. Ferrari 1853: 148; Morri 1840: 140). "Ad uso di Brescia" è, infine, il pane spongato ossia detto buzolano del Nuovo cuoco milanese di Luraschi (noto oggi nella forma femminile spongata), che chiude l'esigua serie di attestazioni del corpus. A un dolce bresciano si richiama anche il DM 1, che registra la forma bossolà come dialettismo (vedi supra), ma la voce in area centro-settentrionale si presta a designare una pluralità di manufatti dolciari: a Venezia, per es., indica originariamente un "grosso grissìn inrodolà a sercio" (Salvatori 1978: 372) e Righi Parenti (1976: 304-305), che rintraccia la prima attestazione fra le carte di un processo lucchese del 1485, ne individua la sopravvivenza in un dolce a forma di ciambella tipico di Lucca (così GRADIT e Zingarelli 2023: vedi supra; Pascoli ne discetta nel carteggio col lucchese Alfredo Caselli: cfr. Del Beccaro 1968: 134). L'etimo comune a tutte queste varianti dello stesso tipo lessicale è probabilmente il lat. BUCCELLĀTUM 'sorta di pane biscotto, razione in uso tra i soldati' (III-IV sec.; cfr. Du Cange); già in Apicio è invece la forma base BUCCELLA ‘briciola di pane’, diminutivo di BUCCA (DEI). A conferma delle risultanze AtLiTeG, uno sguardo al LEI rivela che nelle varietà italoromanze, attraverso il lat. mediev., il significato dolce appare tipico dell'area toscana e settentrionale per influsso di búccola (cfr. per es. lat.mediev.venez. buzzolatis cum marathro ‘specie di dolce’: Sella 1944: 79), mentre quello di 'pane' prevale nel sud Italia (cfr. per es. lat.mediev.sic. panem seu buccellatus: ivi: 88).
0.9 Categorie
0.10.1 fiadone (s.m.) ,
0.11 LEI; DEI; TLIO; TB; GDLI; DM 1; GRADIT; Zingarelli 2023; Du Cange; REW 1361; VEI 176; VSI 2, 517; Bracchi 1990: 507sgg.; Carnevale Schianca 2011: 80-81; Del Beccaro 1968: 134; Ferrari 1853: 148; Morri 1840: 140; Righi Parenti 1976: 304-305; Salvatori 1978: 372.
Autore della scheda: Francesca Cupelloni
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/193