0.1
0.2
0.3
0.4 caponata, capponata (1820, Cuoco galante; Napoli).
0.5
0.6 caponata (1845, nap., V. De Ritis, Vocabolario lessigrafico; 1895, Vita napoletana, ArchiDATA).
capunata (XVIII secolo, sic., O. Malatesta, La crusca della Trinacria, VS); capponadda (ante 1851, gen., G. Casaccia, Vocabolario genovese-italiano, LEI); capponata (1906, it., C. Tommasini, Vocabolario
generale di pesca con le voci corrispondenti
nei vari dialetti del regno, LEI; 1936, pis., G. Malagoli, Vocabolario pisano, LEI); caponada (ante 1965, venez., E. Rosamani, Vocabolario
marinaresco giuliano-dalmata, LEI)
0.7 Dal sic. capunata 'cibo marinaresco costituito da biscotto inzuppati in aceto e olio' (XVIII secolo: VS, s.v.), a sua volta dal lat. *căpponem 'gallo castrato, cappone', variante di cāponem (cfr. LEI 11,205-206; Nocentini, s.v. caponata).
0.8 Nel DEI (s.v. capponata_1) e in Michel 1996: 289 si connette l'it. capponata 'sorta d'insalata; vivanda fatta di gallette o biscotti immollati nell'acqua e acconci come insalata con altri ingredienti' (dal 1906: LEI 11,205) al cat. capolar 'tagliare a pezzetti' (dal XII secolo DelCAT 2,534). Toso, invece, ipotizza che la voce sia di area italiana e che si sia irradiata in area iberoromanza a partire dalla Sicilia, dove s.f. capunata 'cibo marinaresco costituito da biscotto inzuppati in aceto e olio' è attestato già nel Settecento (mentre il cat. caponada non è attestato prima del 1805: DEST, s.v. kapunádda). Il LEI inserisce gli esiti del tipo ⸢capponata⸣ sotto I. e non accoglie l'ipotesi del prestito.
Sul piano semantico, già il tipo cappone (assoluto o in sintagma) designava dei cibi tagliati e delle vivande spezzate (LEI, 11.204-205, punto I.2.a3 della voce), con la metafora che si doveva secondo il LEI (11,212) tanto alla carne quanto alla forma dell'animale; lo stesso passaggio dall'uso letterale connesso all'animale a quello traslato legato alla pietanza si può ravvisare anche per capponata, attestato a partire dal 1640 nel significato 'festa solita farsi dai contadini per la nascita dei loro figliuoli (detta dall'uccidersi e mangiarsi in essa i capponi)' (e cfr. scapponata 'pranzo a base di capponi che usavano fare i contadini in occasione di importanti avvenimenti, in particolare della nascita di un figlio maschio', documentato dal 1612: cfr. LEI 11,205-206).
Il nostro corpus documenta unicamente la variante napoletana, la quale si caratterizza rispetto alle altre per l'uso di acciughe, capperi e olive. Una prima e più articolata descrizione della caponata napoletana, rispetto alla sola menzione nel Cuoco galante (si rilevi che il tipo, con questo significato, era assente nella princeps del 1773), è nell'anonima Cucina casereccia: «Dentro un’insalatiera di cretaglia si pongono i
biscotti di buon pane, bagnati nell’acqua, cirofiglio, broccoli torzuti, o cavolofiore, o carote in
fette, prima bollite, menta, e qualche altra erba
odorosa, alici salate, fette di tarantello cotto e dissalzato, boccone di pesce, di aragoste, ed altro, olive nere, capperini, qualche poco di butarico,
o caviale, e qualche fetta di cocozzata candita,
ben accomodata con olio, e aceto; guernito il piatto
con fette di limone» (1828, 7ª ed., p. 14). Una variante con la carne è introdotta poi da Cavalcanti: «Se vuoi farla di carne , in vece del pesce ci
porrai de' pezzi di petti di pollo lessati , delle piccole braciolettine di vitella, delle keneff di
vitella farsite e fritte, facendoci la medesima
guarnizione» (1837, 1ª ed., p. 117). Originariamente, la preparazione napoletana mirava a riprodurre, mediante la giustapposizione di ingredienti, una figura a forma di gallo castrato, il cappone appunto (cfr. il passaggio «sulla punta ci porrai una dritta cimetta, o di lattuga o di scarola, figurando una piuma», sign. 1 es. 3); la medesima pratica è attestata dal GDLI per la preparazione designata dal sintagma cappone di calera (dal 1704, GDLI s.vv. capponata, cappone_1), il cui referente appare il medesimo della caponata napoletana (LEI l.c.; cfr. Rocco 1882-1891 s.v. capone: «Capone de galera è Cappone di galera, lo stesso che Caponata»). Recenti indagini sul tipo lessicale e sulle sue varie accezioni sono in Marri 2019.
0.9 Categorie
0.10.2 cappone di galera (?)
0.11 LEI 11,205-206; DEI 739 e 743; Nocentini; GDLI e Suppl. 2004; SC; GRADIT; ArchiDATA; Marri 2019; Michel 1996; Rocco 1882-1891.
Autore della scheda: Salvatore Iacolare
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/247