0.1
0.2
0.3
0.4 crispellus (Liber de coquina (A), 1308-1314; Napoli); crispelli (Libro de la cocina, Sec. XIV secondo terzo; Toscana sud-orientale)
0.5
0.6 crespello (TLIO; Crusca II-V; TB anche nella loc. crespel melato 'quello che per certo giorno dell'anno s'intigne nel mele'; GDLI con marca d’uso "Ant.", anche all’interno della loc. far crespelli senza miele 'rattristarsi, rammaricarsi'; Zingarelli 2023).
0.7 Etimologia discussa; vedi commento.
0.8 La voce crespello (o crispello, ma con -i- protonica soltanto nei ricettari federiciani su probabile influsso del lat.: vedi supra) è documentata nel nostro corpus dal Tre al Cinquecento, con una marcata oscillazione ab ovo fra maschile e femminile (vedi crespella nel VoSLiG, s.v.). Come nel caso di agresta e agresto, il maschile è prevalente nei testo toscani e settentrionali, mentre i testi meridionali prediligono il femminile (vedi agresta 1 e agresto nel VoSLiG, s.vv.). Il referente viene identificato sia con alcuni tipi di pasta ripiena (guanti, ravioli e tortelli), sia con una pietanza specifica a base di uova e formaggio, le frittelle ubaldine (vedi frittella). Ad accomunare la tipologia varia descritta dai più antichi ricettari è la colatura della pastella nel grasso (lardo, strutto o olio), da cui deriva la caratteristica increspatura che dà il nome alla pietanza. Pur ben motivato per accostamento a crespo (< lat. CRǏSPUM 'che ha la superficie increspata', DEI), per crespello andrà considerata l'ipotesi di una derivazione galloromanza per tramite normanno (cfr. AND), al quale sembra concorrere la presenza del gastronimo in varietà sia galloromanze settentrionali (cfr. fr.m. crespel, DMF, FEW; cfr. anche Du Cange: "Rustici apud Normannos vocant Crespes, ova pauca mixta cum farina, et in sartagine frixa"), sia italoromanze meridionali: cfr. per es. sic.a. crispelli (Rapisarda 2001: 177), sic. crispeddi ‘frittelle’ (VS). All’incrocio con crosta si dovrà la forma crostelli della tradizione dei "XII commensali", di cui risulta attestato anche il travestimento lat.mediev. al femminile nelle Derivationes di Uguccione da Pisa ("illa vulgo dicuntur crustella": cfr. Loporcaro 2006: 255); allo stesso meccanismo può essere ricondotta anche la forma crospelli (vedi supra). Nella ricettistica più tarda il termine scompare a vantaggio di frittella, ma la forma si mostra resistente in Toscana (e in partic. a Firenze: vedi documentazione in 0.5).
0.9 Categorie
0.10.1 crespella (s.f.) ,
0.10.2
0.11 TLIO; Crusca II-V; TB; GDLI; Zingarelli 2023; AND; DMF; Du Cange; FEW; VS; Carnevale Schianca 2011: 195-196; Faccioli 1966: 34; Loporcaro 2006: 255; Lubello 2011: 196; Martellotti 2001: 361, 364; Möhren 2016: 218; Rapisarda 2001: 177; Rodinson 1949: 139; Sada-Valente 1995: 179; Vercellin 1991: 78.
Autore della scheda: Francesca Cupelloni
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/379