0.1
0.2
0.3
0.4 mortariolo (Liber de coquina (A), Napoli, 1314)
0.5
0.6 mortaiuolo (col significato di' oggetto liturgico a forma di piccolo mortaio', Bibbia, XIV-XV (tosc.), TLIO e GDLI; col significato gastronomico di 'pietanza preparata ponendo gli ingredienti direttamente nella teglia; sformato', Libro per cuoco, sec. XV fine, Venezia, TLIO e GDLI).
0.7 Da mortaro 'mortaio', a sua volta dal lat. tardo MORTARIǑLUM; vedi commento.
0.8 Mortarolo è documentato nel corpus AtLiTeG esclusivamente tra XIV e XV secolo. Assente negli strumenti etimologici, la sua etimologia viene ricondotta al latino tardo MORTARIǑLUM da TLIO e GDLI. Scarsamente documentato anche negli strumenti lessicografici, il mortarolo (sempre a lemma nella forma mortaiuolo) viene inteso generalmente nel suo significato gastronomico come ‘pietanza preparata ponendo gli ingredienti direttamente nella teglia; sformato’ (TLIO), ‘vivanda a base di carne, uova, formaggio, con aggiunta di ingredienti vari, cotta al forno in una teglia o testo; sformato’ (GDLI, che rimanda allo spagnolo morteruelo ‘pietanza di fegato di maiale pestato con spezie e pane nel mortaio’ e al francese antico morteruel ‘miscela di pane e di latte’).
Come risulta evidente dai diversi significati che il vocabolo assume, mortarolo ha invece uno spettro semantico più ampio, riconducibile alla trafila etimologica che va per metonimia dall’utensile (il mortaio) agli ingredienti in esso lavorati, a ciò che con esso si produce: assume infatti i significati di 'battuto di carne cotto nel brodo', di 'carne pestata, variamente condita e ridotta in forme rotonde; polpetta' e di 'contenitore o supporto (di pasta o di altro materiale) in cui si dispongono gli ingredienti di una torta; la torta stessa'. Un tipo particolare di mortarolo 'torta' è rappresentato dal grandioso o «morteruolo romanescho» di Buone et delicate vivande, una torta a più piani che prevede, a partire dal basso, un battuto di pancia di porco lessata, formaggio fresco pestato, formaggio secco grattato, uva passa, spezie e zafferano; datteri snocciolati e uva passa; ravioli di un battuto di cacio fresco pestato con uova; ravioli colorati con lo zafferano; salsicce (senza budello) di carne di porco con uova e spezie, fritte nel lardo; salsicce lessate in acqua; morteruoli ‘polpette’ di fegato di porco mescolato con uova, spezie, formaggio avvolte nella rete e fritte nel lardo; salsicce (con budello) di cacio fresco e uova lessate, divise nel mezzo e fritte nel lardo; salsicce (con budello) con cacio fresco, uova, prezzemolo, menta e maggiorana lessate e poi, divise nel mezzo, soffritte: tutti questi ingredienti vengono posti «a ssuolo a ssuolo» e la torta viene cotta tra i testi.
I significati di mortarolo risultano paralleli a quelli di mortadella, a cui è strettamente legato dal punto di vista semantico ed etimologico. Sulla questione si veda Murru 2023.
0.9 Categorie
0.10.1 mortadella (s. f. e m.) ,
Autore della scheda: Chiara Murru
Pubblicata il: 31/05/2024
Condizioni accesso: Open Access
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/215