0.1
0.2
0.3
0.4 lasanis (Liber de coquina A, 1308-1314; Napoli); lasagne (Modo di cucinare et fare buone vivande, Sec. XIV primo quarto; Firenze)
0.5
0.6 lasagna (1282, Memoriali bolognesi [Torino 1981]: "de gliocch'e de lasagne se fén sette menestra", TLIO, nel significato di 'sfoglia di pasta di farina di grano bollita in acqua o in brodo, servita a strati cosparsi di formaggio grattugiato (eventualmente con l'aggiunta di spezie o altri ingredienti, oppure in altro modo'; Crusca IV-V; TB; GDLI; SC; GRADIT; Zingarelli 2023);
lasagne (Crusca I-III, nel significato di 'pasta di farina di grano, distesa sottilissimamente sopra graticci, e secca, per cibo. Lat. lagana λάγανα'; CA 1: 398, 433, 441-442; CA 2: 409; 444; 452-453);
lazagnes (DM 1, nel significato di 'voce incomprensibile in ogni lingua, ma che dimostrava nell'estensore della lista la volontà deliberata di volere con vesto francese nobilitare la plebea voce italiana').
0.7 Dall'ar.-pers. lawzīnaǧ 'involucri di sfoglia ripieni di pasta di mandorle' (Nocentini)
0.8 La voce lasagna è attestata nel corpus AtLiTeG dal primo quarto del Trecento alla fine dell'Ottocento. Per molto tempo è stata considerata come etimologia una base lat. *LASĀNIA, derivata da LĂSĂNUM 'vaso da cucina; pentola' (gr. λάσανον 'treppiede': cfr. DEI; GRADIT; Zingarelli 2023), ormai definitivamente superata dalla nuova ipotesi dell'arabismo lawzīnaǧ 'dolce di mandorle tagliato in rombi' (ampiamente documentato nel mondo arabo sin dal X secolo), postulata per la prima volta da Rodinson 1966 e Vollenweider 1963 ripercorrendo la storia lessicale del francese losange 'piatto in forma di rombo'; ripresa, benché dubitativamente, dal DELIN e poi convintamente proposta da Nocentini e Schianca (2011: 336); infine, recentemente confermata da Schweickard 2023 e Lubello 2023: 32. Gli studiosi dei testi antichi concordano sul carattere non ordinario del piatto ("piatto non ordinario": Frosini 1993: 61; "piatto di pregio": Larson, TLIO), probabilmente il tipo più arcaico di pasta italiana (cfr. Grieco-Redon 1989: 86). Per l'antichità del termine, con una precoce attestazione già in Uguccione da Pisa ("lagana de pasta [...] vulgo dicuntur [...] lasania"), cfr. anche Loporcaro 2006: 255; sull'oscillazione moderna tra forma singolare e plurale, cfr. Canneti 2022. In AtLiTeG la prima comparsa del piatto si trova nel Liber de coquina, dov'è già documentato il condimento con formaggio grattugiato ("caseum grattatum"); meno perspicua la definizione di "pastam fermentatam" (cfr. Frosini 1993: 61), particolarità che, in qualche modo, la assimila al pane. Nelle attestazioni rinascimentali le lasagne, anche nella forma diminutivale lasagnuole (cfr. Ricotta 2023: 310), sono assimilate a tagliatelle da servire spesso in accompagnamento alle carni (vd. 0.5), mentre è soltanto a partire dall'Ottocento che compaiono le moderne varianti con denominazioni del tipo "alla x" (alla genovese, alla bolognese, ecc.)
0.9 Categorie
0.11 DEI; DELIN; Nocentini; TLIO; Crusca I-V; TB; GDLI; CA 1: 398, 433, 441-442; CA 2: 409; 444; 452-453; DM 1; SC; GRADIT; Zingarelli 2023; AIS V 992; REW 4917; Canneti 2022; Carnevale Schianca 2011: 336-338; Frosini 1993: 59-61; Grieco-Redon 1989: 86; Loporcaro 2006: 255; Lubello 2023, 31-32; Martellotti 2024: 62-67; Ricotta 2023: 310; Rodinson 1966; Schweickard 2023.
Autore della scheda: Francesca Cupelloni
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/360