trebbiano s.m. Completa da revisionare

0.1

  1. vino bianco da pasto, generalmente di sapore tendente al dolce
  2. varietà di uva bianca prodotta dall'omonimo vitigno

0.2

  1. trebiani -
  2. trebiano -
  3. trebbiano -
  4. tribbiano -

0.3

0.4 trebbiano (Nozze di Lorenzo, 1469; Firenze)

0.5

  1. vino bianco da pasto, generalmente di sapore tendente al dolce
    1. Nozze di Lorenzo (1469, Firenze) = Vini: malvagìa, trebbiano e vermigli optimi. (1r)
    2. Nozze di Lorenzo (1469, Firenze) = Veniva innanzi le trombe, poi uno bacino grande d’ariento, poi molti altri piccoli pieni di bicchieri, poi molti orciuoli d’ariento pieni d’acqua; poi molti fiaschi di trebbiano, poi 25 confettiere d’ariento, piene di pinocchiati e zuccata confetta: davasene abondantemente a ognuno e tutte si votavano. (1v)
    3. Convito fatto ai figliuoli del re di Napoli da Benedetto Salutati e Compagni (16/02/1476, Firenze) = E su per la tavola erano fra e 2 una lista di carta notatovi su tutti i deti vini, et ciascuno domandava da bere di quello che più gli agradava. Malvagia, Moscadello, Vernacia, Grecho, trebbiano, Fianello, Falsamico, Bonagia di Trapani, vino del Cilento, Fasigniano, Mazachane, Asprino bianco, Asprino rosso. Il Fassigniano e Mazachane furono i più adomandati, per essere vini legieri. (2r)
    4. Banchetti, compositioni di vivande et apparecchio generale (1549, Ferrara) = Malvagia, romania, Bastardo, Greco di Somma, Greco Toscano, Siruolo, trebbiano, Amabile, Racese, Vernaccia, vin bianco, o nero o claretto, grande o picciolo, dolce o non dolce, acerbo o racente o tondo, Albana et Graspia, Magnaguerra, Latino Romanesco, Sanseverino, Raspato, Corso acquato o d’altra sorte, secondo il tempo o loco dove tu ti ritruovi. (Mem. IIIv)
    5. Diario di Pontormo (7 gennaio 1554 - 23 ottobre 1556, Firenze) = Sabato feci le braccia. Domenica 21 fui trovato da Bronzino in Sancta Maria del Fiore e promessi d'andare a desinare seco, che havevano poi a ire a vedere el toro; e la sera ero rimasto di cenarvi e mandai per uno fiasco di vino a Piero, che v' era l'Alessandra e tornamocene insieme. Dispiaquemi un buondato la cena, tale che io stetti digiuno insino a martedi sera, che bevi di quel trebiano di Vinegia e 2 huova, e avevo fatto amazare quello galletto che si gittò via. (27r)
    6. Singolar dottrina (1560, Firenze) = Quando havrete cotta una testa di vitella di porco, apritele il teschio, e cavatene le cervella destramente quanto più intiere si può, e mettansi nella malvagia o trebbiano, e lascinsi star così calde tanto che da esse stesse vengano a raffreddarsi; poi cavatele, e fatene pezzi come grosse noci, e mettasi un tegamino su la bragia sopra un picciolo tripiedi; e mettavisi mezzo bicchiere di trebbiano o altro buono e simile vino, un poco di agresto vecchio, e altro tanto brodo magro, un pezzetto di zuccaro, pepe, cannella, noce moscata, alquanto garofili con un poco di color di zafferano. (132r)
    7. Opera (1570, Roma) = Per fare brodetto detto zambaglione. Cap. LXIIII. Piglinosi sei rossi d’ova senza chiare crude, e fresche, e oncie sei di malvagia amabile, oncie tre di zuccaro, un quarto di cannella pista, oncie quattro d’acqua chiara, mescolisi ogni cosa insieme, e passisi per lo colatoro o foratoro, facciasi cuocere nella caldarina con acqua bollente, cioè piglisi una bastardella di rame con tanta acqua, che la caldarina avanzi tre dita, e facciasi bollire l’acqua fin’a tanto che il zambaglione faccia presa al modo del brodetto, e con esso zambaglione si può mettere un poco di butiro fresco, e in luogo di malvagia tribbiano di Pistoia, overo altro vin bianco dolce, e se non si vorrà così fumoso, piglisi men vino, e più acqua. Tal vivanda in Milano si usa dare alle donne gravide, benché si può fare con chiare, e rossi d’ova, ma bisogna passarlo per la stamigna, per rispetto della calatura dell’ova; servasi caldo. (405v)
    8. Opera (1570, Roma) = Per fare un zambaglione con latte di mandole. Cap LXVII. Piglinosi oncie sei di mandole ambrosine, e faccianosi stare a molle nell’acqua fredda per otto hore. Il che si fa perché siano più saporite, e più candide, monde che saranno pestinosi, e facciasene latte con brodo magro, e freddo di pollo, passisi per la stamigna con diece rossi d’uove fresche, e con sei oncie di malvagia amabile, overo tribbiano da Pistoia, o altri vini bianchi dolce, e oncie quattro di zuccaro fino, un mezzo quarto di cannella pesta, e un poco d’acqua di rose per dargli l’odore. Facciasi cuocere in un vaso di rame stagnato, lontano dalla fiamma, fin’a tanto che piglierà corpo, mescolando sempre con la cocchiara di argento o di legno, e volendosene servire per minestra si farà alquanto sodetto, ma se si vorrà servire per bere si farà liquido, e dicono i Phisici, che questo, e l’antescritto sono di grandissima sostanza. (406r)
    9. Risposta di Carlo Fontana (1668, Roma) = Giravano intanto le sottocoppe con Trebiani di Spagna, e moscatelli della Petraia con Montepulciani bianchi e rossi vecchi, magnaguerre rosse, con vini di visciole fatti di claretto, e Montepulciano, di Città di Castello bianchi, di moscatelli di Perugia, e claretti di Francia. (21)
    10. Ms. Annunziata (Fine XVII secolo, Firenze) = Minestra con mandorle Piglisi libbre sei di mandorle ambrosine, è faccin’si stare in molle nel’acqua fredda per otto ore perché sieno piu candide, monde che saranno pestinsi, è faccisene lacte con brodo magro, è freddo di pollo passisi per la stamignia, con dieci rossi di ova fresche, è con oncie 6 di malvagia amabile , ò vero trebbiano di Pistoia, ò altro vin bianco dolce, et oncie quattro di zuchero fine, è mezzo quarto di cannella pesta, et un poco di acqua di rose facciasi cuocere, in vaso di rame stagniato lontano dalla fiamma, fin tanto che pigli corpo, mescolando senpre con la cochiara d’argento, ò di legnio, è volendosene servire per minestra, si fara alquanto sodetto, ma se ara da servire per bere, si fara liquido, è dicono i fisici di questo brodo, è di grandissima sostanza. (24r)
  2. varietà di uva bianca prodotta dall'omonimo vitigno
    1. L'arte di ben cucinare (1662, Mantova) = Un piatto d’uva fresca di Bologna, come uva angiola, trebiano del Monte della Guardia, e Montonico, overo ancora Garganico di Verona. (108)
    2. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = L’uva di tutte sorte – moscatello tardivo – agrestone – bergamina – uva bianca – uva nera – rafosco – piccoletto – pizzutello – pergolese – moscato – zibibbo – malvasia, corintia – ribezate – bordelli – velletrano – trebiano – ciambusco – uvetta lacca, o sia l’amarante – uva spina [...] (326)

0.6 trebbiano 'vino' (av. 1375, G. Boccaccio, Commento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, [ed. D. Guerri, Bari, 1918], GDLICrusca V: 581 s.v. greco; av. 1400, F. Sacchetti, TrecentonovelleCrusca I-IV; TB; GRADIT; SC; Zingarelli 2024); trebbiano 'uva, vitigno' (seconda metà del XIII sec., Folgore da San Gimignano [in Poeti del Duecento, a cura di G. Contini, vol. II, 1960], GDLI;  av. 1597, G. V. Soderini, Trattato della coltivazione delle viti, e del frutto che se ne può cavare, Crusca V, s.v. barbarossa; Crusca I-IVTBDM 1; GRADIT; SC; Zingarelli 2024);
trebiano 'vino' (1344-1345, Libro della mensa, Frosini 1993: 181 ; av. 1419, B. G. Dominici, Trattato della santissima caritàCrusca V: 293 s.v. brusco; 414 s.v. fossato; av. 1468, M. Savonarola, I trattati in volgare della peste e dell'acqua ardente, GDLI); tribiano 'vino' (1344-1345, Libro della mensa, Frosini 1993: 181; 1483, S. degli Arienti, Le porretane, [ed. Bari 1914], GDLI: IV,130 s.v. degno GDLI: V, 918 s.v. fiasco; 1531, Gli ingannati  [in Borsellino, N. (ed.), Commedie del Cinquecento, 2 voll., Milano, 1962/1967.], Hohnerlein-Buchinger 1996: 150); tribbiano 'vino' (1394, L. Mazzei, Lettera di Lapo Mazzei a Francesco di Marco Datini, [in L. Mazzei, Lettere di un notaro a un mercante del secolo XIV con altre lettere e documenti, per cura di Cesare Guasti, Firenze, Le Monnier, 1880], GDLITB: IV, 1583 s.v. trebbiano: "[...] Il popolo muta la vocale, e dice Tribbiano, colla i e Uva tribbiana."); trebiano 'vitigno, uva' (1402, Lettera di Barzalone di Spedaliere a Francesco Datini, [in F. Melis, I vini italiani nel Medioevo, Firenze, Le Monnier, 1984], Hohnerlein-Buchinger 1996: 143); trebbian 'vino' (av. 1440, S. Prudenzani, Saporetto [in Arte della cucina, a cura di E. Faccioli, vol. I, Milano, 1966], GDLI: XVI,15  s.v. ribbona; av. 1492, Lorenzo de' Medici, SimposioGDLI: VII,27 s.v. greco; av. 1449, Burchiello, SonettiCrusca III-V; XIV sec., Ciriffo CalvaneoTB); tirbiano'vino' (av. 1468, M. Savonarola, I trattati in volgare della peste e dell'acqua ardenteGDLI); tribbiano 'vitigno, uva' (av. 1596, G. V. Soderini, Trattato degli arbori, [ed. Firenze, 1817]: "Viti sancolombano, lugliole nere e bianche, di tre volte nere e bianche, i tribbiani neri e bianchi, le gallette nere e bianche, ec.", Crusca V, s.v. lugliolo; 1773, C. Villifranchi, Oenologia toscana o sia Memoria sopra i vini e in specie toscani scritta a vantaggio del Paese: come agg. "uva tribbiano"GDLI: 21, 887 s.v. vino; 1775, G. Targioni Tozzetti, Relazioni d'alcuni Viaggi fatti in diverse parti della Toscana per osservare le produzioni naturali ec., TB: IV, 1583 s.v. trebbiano "[...] Il popolo muta la vocale, e dice Tribbiano, colla i e Uva tribbiana."); treviano (GDLI, senza esempi). Per le attestazioni dialettali si rimanda a Hohnerlein-Buchinger (1996: 152-153).

0.7 Etimo incerto; vedi infra.

0.8 Il vocabolo ricorre nel corpus AtLiTeG in un arco cronologico compreso tra la fine del XV secolo e l'inizio del XIX secolo, con attestazioni di area centro-settentrionale. L’etimologia della parola è incerta. Secondo DELIN trebbiano potrebbe derivare da un toponimo tipo Trebbio, ma non sarebbe da trascurare l'ipotesi alternativa di Devoto (più probabile anche secondo Frosini 1993:182) che porta al lat. trebulanu(m) sulla base dei vina trebulana citati da Plinio.
Un’ulteriore proposta etimologica è stata avanzata da Hohnerlein-Buchinger 1996: 155-156,  che a partire dalle caratteristiche intrinseche del vitigno stesso, ossia la sua forza vegetativa e la sua produttività, ipotizza una probabile derivazione dal franco *draibio ‘forza interiore rampollante, germoglio’. 

0.9 Categorie

0.11 Crusca I-IV; Crusca V; DELIN; DEI;  GDLI; GRADIT; Nocentini; SC; TB; Zingarelli 2024; Carnevale-Schianca 2011: 677-678; Frosini 1993: 181; Hohnerlein-Buchinger 1996: 139-156. 


Autore della scheda: Francesca Porcu

Pubblicata il: 31/05/2024

Condizioni accesso: Open Access

Licenza di utilizzo: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.it

Copyright: AtLiTeG

Doi: