0.1
0.2
0.3
0.4 barachiglie, baracchiglie (Apicio moderno, 1807-1808; Roma).
0.5
0.6 barchiglia (1694, A. Latini, Scalco alla moderna, LEI [via Faccioli 1966]).
0.7 Dallo spagn. s.m. barquillo 'sottile sfoglia di pasta un tempo convessa o a forma di barca', attestato dal 1605 (DCECH 1,508, LEI 4,1390).
0.8 Il tipo barchiglia è documentato per la prima volta nello Scalco alla moderna di Antonio Latini (1694, LEI 4,1388). Il DEI la definisce una voce calabrese comune ad altri dialetti meridionali (s.v. barchiglia), ma considerando da un lato la frequenza degli ispanismi in napoletano nel XVII secolo, e dall'altro la vicenda biografica di Latini, che svolse gran parte della carriera proprio a Napoli, appare possibile che la parola si sia irradiata appunto dall'ex capitale del Regno (cfr. nap. varchiglia 'pasta dura a forma di barca ovale che si riempie di crema, di conserve, di tuorli d’uovo impastati collo zucchero', attestato in un'opera di Francesco Oliva composta tra la seconda metà del XVII secolo e la prima del XVIII: Vinciguerra 2018, s.v.). Per le forme barachiglia e baracchiglia, attestate in Belli per l'area romanesca (LEI, III.1.g) e da spiegare forse con un accostamento al tipo baracca, si può risalire fino al 1790, anno di pubblicazione della prima edizione dell'Apicio moderno. Il passaggio dal maschile della forma spagnola al femminile di quella italiana può forse doversi all'influenza del s.f. barca. La storia del referente e del suo doppio significato è illustrata in Montinaro 2020.
0.9 Categorie
0.11 LEI. DEI 437. DCECH. Montinaro 2020. Vinciguerra 2018.
Autore della scheda: Salvatore Iacolare
Pubblicata il: 31/05/2024
Condizioni accesso: Open Access
Licenza di utilizzo: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.it
Copyright: AtLiTeG
Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/169