barchiglia s.f. Completa da revisionare

0.1

  1. stampo stretto e lungo, usato per la cottura dei dolci
  2. pietanza dolce ripiena cotta al forno

0.2

  1. barachiglie -
  2. baracchiglie -
  3. barchiglie -

0.3

barachiglie piatte da pasticcietti - Roma 1807-1808

0.4 barachiglie, baracchiglie (Apicio moderno, 1807-1808; Roma).

0.5

  1. stampo stretto e lungo, usato per la cottura dei dolci
    1. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = Coprite delle barachiglie piatte da pasticcietti di pasta frolla, o all’Inglese, formate colla medesima pasta grossa come uno scudo tanti coperchi, quante sono le barachiglie, bucateli tutto all’intorno con un cannellino di latta, e fateli cuocere ad un forno temperato, unitamente alle baracchiglie, e glassateli sopra con zucchero fino. (IV. 300)
    2. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = Tartellette Vol-o-vant. Antremè = Coprite delle barachiglie piatte da pasticcietti di una sfoglia di pasta frolla, rifilatele all’intorno, e fatele cuocere senza niente. (IV. 302)
    3. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = [...] tagliatene con un taglia paste rotondo tanti tondi grandi come la circonferenza delle barachiglie, aggiustateceli sopra, fateli cuocere di un bel color d’oro ad un forno assai temperato; quindi lasciateli un pochino raffreddare, e levateli dalle stampe. (VI.232)
    4. Il Cuoco maceratese (1820, 5ª ed. veneta, Macerata) = [...] di questa ne dovete tagliare due, una di sotto e una di sopra, larga quanto sarà il piatto di rame, e va tagliata con il coltello scaldato al fuoco, il quale raffreddato che sarà, ne terrete un altro in ordine per poter finire d’intagliare la torta; di questa si possono fare e formare barachiglie, pasterelle quadre, e con le stampe tonde fatte fare a posta per questo effetto, vanno sempre scaldate per tagliarle [...] (115)
    5. La cuciniera moderna (1845, Siena) = PASTA SFOGLIA E FROLLA IN BARACHIGLIE . Foderate alcune stampe per mezzo di pasta frolla della grossezza di due o tre monete, quindi procurate di avere un ragù di animelle ossivvero di fegatini fatto nel modo da noi altrove descritto e riempite le stampe o barachiglie: copritele con altra pasta sfoglia tirata alla stessa grossezza, doratele, e cuocete in forno per mandarle in tavola. (126)
    6. Cucina teorico-pratica (1852, 7ª ed., Napoli) = Farai la pasta frolla, con libbre due di fior di farina giusta la proporzione generale data nel cap. IV. §1, senza molto maneggiare, terrai pronte le barchiglie ovvero le formette lunghe per li pasticcetti [...] (64)
  2. pietanza dolce ripiena cotta al forno
    1. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = Delle tartellette, o siano baracchiglie in generale. Antremè. Con la pasta sfoglia, mezza sfoglia, a vento, all’Inglese, frolla, croccante, di marzapane ec. si fanno le tartellette in più maniere, cioè coprite il di dentro delle piccole stampette con una sfoglia di quella pasta, che vorrete, riempitele di una crema fredda, o di una marmellata, o di qualunque composizione, che trovarete accennata nelle torte servite per antremè qui avanti descritte, copritele con l’istessa pasta, fatele cuocere al forno, e servitele. (219)
    2. Il Cuoco maceratese (1820, 5ª ed. veneta, Macerata) = Questa composizione serve anche per ripieni di turbantini, barachiglie, e pasticetti, e timpanetti di riso, e timpani di farza bianca. (113)
    3. Il Cuoco maceratese (1820, 5ª ed. veneta, Macerata) = Pasta di amandorle. Prendete le amandorle, fatele come nel primo avvertimento, ma bagnatele, mentre che le pestate, con chiara di uova sbattuta; prendete dieci oncie di farina, quattro rossi di uova, cinque oncie di butirro, quattr’oncie di zucchero, e ponete tutto nella spianatora; poi prendete le amandorle e sale; impastate il tutto e fatela come la pasta dei tagliolini. Questa pasta può servire per pasticci, barachiglie ed altre che sogliono cuocersi al fornello, spolverizzate con zucchero ec. (213)

0.6 barchiglia (1694, A. Latini, Scalco alla moderna, LEI [via Faccioli 1966]).

0.7 Dallo spagn. s.m. barquil­lo 'sottile sfoglia di pasta un tempo convessa o a forma di barca', attestato dal 1605 (DCECH 1,508, LEI 4,1390).

0.8 Il tipo barchiglia è documentato per la prima volta nello Scalco alla moderna di Antonio Latini (1694, LEI 4,1388). Il DEI la definisce una voce calabrese comune ad altri dialetti meridionali (s.v. barchiglia), ma considerando da un lato la frequenza degli ispanismi in napoletano nel XVII secolo, e dall'altro la vicenda biografica di Latini, che svolse gran parte della carriera proprio a Napoli, appare possibile che la parola si sia irradiata appunto dall'ex capitale del Regno (cfr. nap. varchiglia 'pasta dura a forma di barca ovale che si riempie di crema, di conserve, di tuorli d’uovo impastati collo zucchero', attestato in un'opera di Francesco Oliva composta tra la seconda metà del XVII secolo e la prima del XVIII: Vinciguerra 2018, s.v.). Per le forme barachiglia e baracchiglia, attestate in Belli per l'area romanesca (LEI, III.1.g) e da spiegare forse con un accostamento al tipo baracca, si può risalire fino al 1790, anno di pubblicazione della prima edizione dell'Apicio moderno. Il passaggio dal maschile della forma spagnola al femminile di quella italiana può forse doversi all'influenza del s.f. barca. La storia del referente e del suo doppio significato è illustrata in Montinaro 2020.

0.9 Categorie

0.11 LEI. DEI 437. DCECH. Montinaro 2020. Vinciguerra 2018.


Autore della scheda: Salvatore Iacolare

Pubblicata il: 31/05/2024

Condizioni accesso: Open Access

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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/169