0.1
0.2
0.3
0.4 caramella (1748, Marceca; Sicilia).
0.5
0.6 caramella 'pastiglia ottenuta dalla solidificazione dello zucchero giulebbato' (1725, B. Saddumene, Lo finto laccheo, ArchiDATA; 1810, O. Targioni Tozzetti, Dizionario botanico italiano, DELIN, Nocentini).
caramela 'id.' (1754, sic., DELIN [via VEI], Zingarelli 2023).
0.7 Prestito dal fr. caramel 'dolcetto realizzato con zucchero fuso e parzialmente decomposto dall'azione del fuoco' (dal 1680: FEW 2,206), a sua volta dall'a.sp. caramel 'id.' (dal 1611: DCECH 1,851; la trafila è supposta anche da Nocentini, s.v. caramella).
0.8 L'etimo remoto è incerto: von Wartburg lo ha individuato nel lat. canna mellis 'canna da zucchero' (registrando un passaggio decisivo nel cat. acaramelar 'fondere lo zucchero', che esibisce il passaggio -n- > -r- riscontrabile nelle forme italiane caramella e caramello e nello sp. e port. caramelo: FEW 2,209), mentre Krüger 1956 (pp. 74-78 e 161) ha ricondotto il vocabolo al lat. calamellu(m), dim. di calămus 'canna' (con una ipotesi ripresa da Corominas e da Nocentini: DCECH 1,851, Nocentini s.v. caramella). Il LEI, che include tra gli esiti del lat. cannamellis (10,1158-1159) soltanto alcune varianti in -n- della voce(a partire dall'it.reg.mil. cannamela ‘caramella di zùcchero
cotto’, attestato dal 1835), non inserisce la voce nemmeno sotto calamellus (9,760-9,767; ma è possibile che lo faccia in un annunciato supplemento: LEI 10,1159,49).
Il tipo presenta diverse affinità con caramello, col quale condivide d'altronde la trafila etimologica. Il femminile è già del fr. caramel 'bonbon fait avec sucre fondu et en partie décomposé par l'action du feu' (FEW l.c.). La circolazione precoce della parola in ambiente siciliano, documentata dal VEI e riproposta dal DELIN, sembrerebbe trovare riscontri nell'attestazione in Marceca. Sul piano storico, si consideri tuttavia un'osservazione di Carena, interessante per la percezione del tipo in diatopia alla metà del XIX secolo: «Il Redi sospetta che Chicca possa essere accorciamento di
Bichicca, che è un piccolo confetto di zucchero giulebbato e rappreso, liscio, trasparente, piano, tondo o quadrangolare, incartato , e che ora i Toscani chiamano Pasticca , e i Piemontesi
Caramella» (CA 1: 110). Di un certo interesse sono poi le forme con il raddoppiamento della nasale intervocalica carammella e scarammella, entrambe attestate unicamente nel Cuoco maceratese (testo di area compatibile con il fenomeno); nel derivato scarammella 'ultimo grado di cottura dello zucchero' («la sesta [cottura] è a scarammella, ed è allora che soffiando nella cucchiaia non si stacca», p. 272), il valore prefissale della s- appare di tipo intensivo e da associare alla crescente intensità della cottura dello zucchero rispetto alla forma carammella. Per le osservazioni sul referente, cfr. il commento a caramello.
0.9 Categorie
0.10.1 caramello (s.m.) ,
0.11 DEI 752; DELIN 295; Nocentini; TB; GDLI; SC; GRADIT; Zingarelli 2023; ArchiDATA; FEW 2,206; DCECH 1,851.
Autore della scheda: Salvatore Iacolare
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/252