0.1
0.2
0.3
0.4 coscossone (Apparecchi diversi, 3 agosto 1524; Lazio)
0.5
0.6 cuscus (1964, GDLI, DELIN; GRADIT; SC; Zingarelli 2023);
cuscusu (av. 1554, Leone l'Africano, Descrittione dell’Africa [Aresti 2015]; 1563, G.B. Ramusio, Primo libro delle navigazioni et viaggi, DELIN ); cuscus (1781, Compendio della storia generale de’ viaggi, tomo III, Venezia, Presso Rinaldo Benvenuti, p. 130, ArchiDATA); couscous (1820, G. Canestrari, Viaggio nell’interno dell’Africa, traduzione dal francese, vol. I, Milano, Gianbattista Sonzogno, p. 41, ArchiDATA); cuscussù (1891, Pellegrino Artusi, La scienza in cucina [Alba 2024]; 1892, Garollo, Piccola enciclopedia Hoepli, DELIN; GDLI; GRADIT, voce reg. siciliana).
0.7 Dall’ar. kuskus (DELI2);
0.8 Cuscus è parola, e pietanza, di origine araba, che comincia a circolare sul territorio italiano, come si ricava dai testi e dai repertori, intorno al Cinquecento. Le prime tracce della pietanza sono rintracciabili nel Cuoco napoletano (fine XV sec.-inizio XVI sec. Napoli), in cui troviamo la cemolella alla ciciliana: "Falla cocere in brodo grasso ponendola a pocho a pocho nela pignata, menando continuamente cum lo cughiaro. He falla bullire per spacio de meza hora supra la braxe longe dal focho. Poi fa’ le menestre he meteli sopra caso he specie. Alla quaresima la po’ fare cum latte de amandole he zucaro he aqua rosata" p. 239 (vedi anche Zanini De Vita 2004: 169).
In AtLiTeG, la voce compare per la prima volta all'altezza del 1524, negli Apparecchi diversi da mangiare di Antonio Camuria, ma nella variante coscossone, che, rispetto a quanto consultato, rappresenta la prima attestazione finora nota. È interessante notare che la voce è veicolata da testi collocati geograficamente in area romana e laziale: un dato che potrebbe far pensare "a questa zona come centro irradiatore del piatto" (Alba 2024: 340). Il cuscussù attestato nella Scienza in cucina, invece, è piatto della cucina ebraica, oggi una delle pietanze più rappresentative della città labronica (composta di brodo di verdure, salsa di pomodoro e delle polpettine di manzo), «portata dagli ebrei ispano-portoghesi giunti nella città toscana alla fine del Cinquecento dopo essere stati espulsi dalla penisola iberica» (Aresti 2015: 106).
La pietanza denominata scucuzzù, rintracciata nella Cuciniera genovese, è da intendersi come 'pasta da minestra molto piccola, simile alla grandine'. Mentre per curcussù e scurcussù, termini presenti nello stesso ricettario, indicano - secondo quanto riferito nel vocabolario di Casaccia 1876 - grani di farina più grossa; si legge: 'dicesi in Toscana la farina un po' più grossa del semolino'.
0.9 Categorie
0.11 ArchiDATA; Casaccia 1876; DELIN; GDLI; GRADIT; SC; Zingarelli 2023; Alba 2024; Aresti 2015; Zanini De Vita 2004.
Autore della scheda: Monica Alba
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/342