0.1
0.2
0.3
0.4 fricandò (Il cuoco piemontese, 1766;Torino)
0.5
0.6 fricandò (av. 1812, L. Pignotti, Poesie [ed. Firenze, 1813]: " Tu mi farai crepar. - Quel fricandò / non trascurare. - Oibò. - / Sentilo, l’odor suo molto promette", GDLI, nel significato di 'coscia o noce di vitello lardellata, rosolata e cotta in casseruola nel suo sugo, con burro e erbe aromatiche. - In fricandò: stufato (la carne, il pollo, ecc.'); GRADIT 'carne lardellata, rosolata e poi cotta in una casseruola con erbe aromatiche e verdure'; Zingarelli 2023.
frigando (av. 1755, S. Maffei, Opere drammatiche e poesie varie [ed. Bari, 1928]: " Non farò la mala / creanza mai di far portare in tavola / un cappone, se non in frigandò", GDLI).
0.7 Dal francese fricandeau (1552), di etimologia incerta (DELIN).
0.8 La voce fricandò e le sue varianti sono attestate nel nostro corpus fra Settecento e Ottocento. Mentre per DEI e e DELIN l'etimologia resta incerta, Panzini ipotizza la derivazione di fricandeau inteso come 'pezzo di vitello lardellato e disossato' dal francese fricasser, che significa 'friggere in padella'; casse è un'antica voce del francese accostabile a poéle, che significa 'padella'. GDLI segnala la forma antica fracandò, non attestata nel nostro corpus.
0.9 Categorie
0.11 Crusca V; DEI 1717; DELIN 615; DISC; DM 1; GDLI; GRADIT.
Autore della scheda: Valentina Iosco
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/250