bonbon s.m. Revisionata

0.1

  1. confetto o dolcetto di varie forme e gusti, perlopiù a base di zucchero o bagnato in uno sciroppo di zucchero

0.2

  1. bombo -
  2. bombò -
  3. bombon -

0.3

bombò col senso di anisi - Napoli 1852  
bombò col senso di rose - Napoli 1852
bombò di anisi - Napoli 1852
bombò di Francia – Napoli 1852
bombò di menta - Napoli 1852
bombò di rose - Napoli 1852 

0.4 bombon (La Nuovissima Cucina Economica, 1814; Roma)

0.5

  1. confetto o dolcetto di varie forme e gusti, perlopiù a base di zucchero o bagnato in uno sciroppo di zucchero
    1. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = Pastiglie, o siano Bombon di ogni genere. Impastate del zucchero finissimo con la gomma dragante ammollata con poc’acqua, e passata per setaccio; uniteci l’odore, e colore che vorrete, indi formateci camei, stellette, lumachelle, giglietti, fiori ec.; fateli asciugare in stufa, e conservateli ben chiusi in luogo asciutto. (295)
    2. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = [f.] Piccole bisutterie. Fate una pasta liquida con zucchero finissimo, l’odore, e colore a vostro piacere, ed acqua densissima di gomma arabica: indi ponetela dentro un imbottatorino con buco strettissimo, e con un zeppetto fate sortire le piccole gocciette, che farete cadere sopra i piatti, sui quali avrete passata una mandola acciò non si attacchino; indi fatele bene asciugare in stufa, e conservatele come le bombon. (296)
    3. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = diavolini, e Diavoloni. Abbiate una pasta da bombon come la precedente, ma con odore di olio di cannella; formatene come tanti confetti bislunghi, che i sottili si chiameranno diavolini, ed i grossi Diavoloni; indi fateli asciugare in stufa; poi metteteli dentro una boccia larga, e versateci dell’olio di cannella in più volte, e sempre fateli asciugare ad un’aria di fuoco, movendoli, e tenendoli bene otturati; allorché saranno arrivati al suo punto, e che abbiano molto spirito, si conservano dentro le bottigliette di cristallo. (295)
    4. Cucina teorico-pratica (1852, 7ª ed., Napoli) = [struffoli a variati colori] Se poi vorresti formare un bel piatto di struffoli a variati colori farai così: Della pasta ne disporrai in diverse forme, taluni più piccoli, altri a mostaccioletti, talun’altri incavati, diversi formati a tarallini come ginetti, ed a partite a partite li friggerai, dipoi farai il giulebbe a caramello solo di zucchero, di questo ne prenderai una parte, che basti a rivoltarci una diversa porzione de’ struffoli, e per darci il color nero porrai nel polsonetto della cioccolata polverizzata, e così li farai neri; se rossi, porrai nel polsonetto della lacca sciroppata; se gialli col senso, prenderai dei bombò di Francia, li pesterai, e così darai quei colori e quei sensi, che più ti piaceranno, purché però li saprai ben montare nel piatto. (15)
    5. Cucina teorico-pratica (1852, 7ª ed., Napoli) = §5. Di rose. Per questa crema prendi once quattro dei bombò di Francia col senso di rose, che son rossi, li pesterai, e li scioglierai nella mezza caraffa d’acqua ove farai liquefare le once dodici di zucchero, che mescolerai con la dose già detta, vedi sempre la prima composizione, che è la generale, passerai per setaccio, ed avrai la crema di rose, ma se per caso ti trovassi in un sito, che bombò non ve ne sono, e potrai avere dell'oglio di rose, sarà ottimo, e ce ne porrai tante stille per quanto il gusto ti darà, e per darci il colore ci mescolerai un pochino dell’alacca sciroppata, ed avrai il medesimo intento; se neppure oglio potrai avere userai una caraffa d’acqua di rosa distillata, che la supplirai a quella per lo zucchero, e per l’amido, se poi neppur questa aver potrai, la crema di rose non farai. (22)
    6. Cucina teorico-pratica (1852, 7ª ed., Napoli) = Gelato di rose. Farai il giulebbe con un rotolo e quarto di zucchero, portandolo al terzo punto di cottura, cioè al piccolo perlé, vedi il cap. VII. §3; dipoi prendi numero venti bombò col senso di rose, li polverizzerai e li scioglierai con un poco d’acqua bollente quanto basti, e quando questa polvere si sarà ben disciolta la mischierai col giulebbe, aggiungendoci quattro buoni bicchieri d’acqua; e rivolgendo bene tutto, gusterai come sia di senso, potendoci aggiungere degli altri bombò oppure delle stille d’oglio di rose; passerai tutto per setaccio e lo porrai in una sorbettiera in fresco, per quindi fare il sorbetto come gli altri precedenti. Farai in ultimo la solita decozione di caffè giusta il cap. IX. (90)

0.6 bomboni (1801-1803, Foscolo; DELIN); bonboni (GRADIT); bonbon (DELIN; SC; GRADIT; ArchiData); bombone (GDLI); bombò (Ugolini 1855); bon bon (DM1); lig. bumbuìn; tic. bombọ́ŋ; mil. bombon, bombòn; emil. bun bun; rover. bombo; macer. mbombò, bbombò; abr. bobó (LEI).

0.7 Fr. bonbon 'nel linguaggio infant. reduplicata richiesta di qualcosa di buono (bon) da mangiare' (DELIN).

0.8 La voce bonbon è un forestierismo francese attestato nel corpus dall’Ottocento; il ripudio da parte di Panzini e la preferenza di confetti in Artusi 2010 (n. 659 ‘Budino di farina di riso’ e n. 669 ‘Budino di mandorle tostate’) potrebbero aver contribuito al declino del lemma nell’uso. Il significato si estende talvolta, a livello regionale, dal confetto a paste, cioccolatini, e dolcetti, fino a confetture (Ugolini 1855; Boerio 1856; Sant’Albino 1859). 

0.9 Categorie

0.11 LEI VI, 919-926; DELIN; GDLI; SC; ArchiData; DM1; Boerio 1856; Casaccia 1876; Cherubini 1814; Samarani 1852; Sant’Albino 1859; Paganini 1857; Ugolini 1855; Zalli 1830.


Autore della scheda: Francesca Giuditta Mazzola

Pubblicata il: 31/05/2024

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Doi: 10.35948/ATLITEG/Vocabolario/446