0.1
0.2
0.3
0.4 cialda (Convito fatto ai figliuoli del re di Napoli da Benedetto Salutati e Compagni, 1476; Firenze)
0.5
0.6 cialda (XIV m., Goro d'Arezzo, Glossario latino-aretino [«Annali aretini» III, 1995, 302]: "hec placenta, te, la focaccia ella biatola e la cialda", TLIO, nel significato di 'tipo di dolce'; av. 1449, Domenico Burchiello, Sonetti, 15 [Londra 1757]: "Portavan le cialde in su' cocuzzoli", GDLI, nel significato di 'dolce di fior di farina, zucchero e uova, leggermente aromatizzato, tagliato molto sottile e cotto senza grassi in forme di metallo o di terracotta'; Crusca I-V; TB; DM 1, s.v. cannoni 'traduzione della voce dialettale milanese canòn = cialda, cialdone. Riompionsi di latte e miele o di crema'; SC, nel significato di 'pasta dolce sottile che si cuoce in uno stampo arroventato e che, spec. arrotolata in piccoli cilindri, si mangia con il gelato'; GRADIT; Zingarelli 2023); umbro a. cialda, tosc. cialda, pist. cialda, nap. cialda (LEI);
roman. ciarda (LEI).
0.7 Etimo incerto; vedi infra.
0.8 La voce cialda è attestata nel corpus AtLiTeG nella seconda metà del XV sec. e dalla fine del XVII alla fine del XIX sec. Secondo il DELIN l'ipotesi del gallicismo (dal fr. ant. chalde 'calda': cfr. DEI; LEI) è poco probabile per due ragioni: l'assenza del significato gastronomico per la voce francese (cfr. FEW 2, 90) e l'attestazione del lessema in italiano quando nel francese si sarebbe già prodotta la velarizzazione (chalde > chaude). Tuttavia, la retrodatazione consentita prima dal Libro della mensa (Frosini 1993: 55) e poi, ulteriormente, dal Glossario latino-aretino (TLIO) portano a rivedere le posizioni del DELIN, che si fondava sulla tarda attestazione quattrocentesca per confutare l'ipotesi del prestito; inoltre, come osserva Fanciullo (2002: 123), l'incongruenza fonetica potrebbe sanarsi ipotizzando che la tappa intermedia tra fr.a. chalde e it. cialda sia «l’Italia meridionale normanna o angioina», dal momento che «nel ’100 o nel ’200, in francese, o almeno in certe varietà di francese, la velarizzazione di l anteconsonantica non doveva essere ancora generalizzata»; e ad ambiente meridionale - pur trattandosi di testo fiorentino - rinvia anche la prima attestazione in AtLiTeG (vedi supra). S'aggiunga che nella recente edizione degli antichi ricettari normanni curata da Martellotti (2024: 154), la quale ne propone una datazione anteriore al 1189, compare una pietanza affine benché nella forma già velarizzata: il caudel ferree 'preparazione a base di vino, amido e uvetta' (vedi v. cialdello). Alla luce dei dati raccolti, non pare quindi da escludere che l'it cialda, con palatalizzazione di ca-, possa essere una retroformazione dal fr.a. chaudel (1160ca., Troie, LEI).
0.9 Categorie
0.10.1 nevola (s.f.) , calisone (s.m.) , cialdello (s.m.) , cialdone (s.m.) ,
0.11 LEI; DEI; DELIN; Nocentini; TLIO; Crusca I-V; TB; GDLI; DM 1: 75; SC; GRADIT; Zingarelli 2023; FEW; Fanciullo 2002: 123; Frosini 1993: 54-55; Martellotti 2024: 154.
Autore della scheda: Francesca Cupelloni
Pubblicata il: 31/05/2024
Condizioni accesso: Open Access
Licenza di utilizzo: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.it
Copyright: AtLiTeG
Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/355