0.1
0.2
0.3
0.4 Sign. 1: lattaroli (Banchetti, compositioni di vivande et apparecchio generale, 1549; Ferrara); sign. 2: lattaiuoli (Li tre trattati, 1621; Padova); sign. 3: lattaroli, lattaroni (Il cuoco galante, 1820; Napoli); sign. 4 lattaroli (Il cuoco galante, 1820; Napoli).
0.5
0.6 lattaiolo (XIV sec., R. Canigiani, Il Ristorato, Crusca V, 'dente lattaiuolo'; GRADIT, 'dolce caratteristico di alcune località della Toscana e delle Marche, composto di latte, uova, zucchero e aromi');
lattaiuolo (XIV sec., G. D'Arezzo, Glossario latino-italiano, TLIO, 'dolce preparato con il latte'; av. 1698, F. Redi, GDLI, 'dolce caratteristico di alcune località della Toscana e delle Marche, composto di latte, uova, zucchero e aromi; si cuoce nel forno in una teglia e assume l'aspetto di una crema'; av. 1806, C. Gozzi, GDLI, 'ghiandola mammaria; mammella'; Crusca I-V, 'aggiunto dei primi denti che cominciano a spuntare ai lattanti, parlandosi così di persone come di animali','aggiunto di erba, vale che contiene un umore simile al latte'; GRADIT, 'lattaiolo'); latteruolo (av. 1400, F. Sacchetti, Rime diverse, TLIO, 'alimento ricavato dal latte; giuncata', «denar quaranta per la malvagìa, / e diece belli e dolci latteruoli»; TB, 'Vivanda fatta di latte, come la giuncata, torta di latte, o simile'; GDLI, 'formaggio fresco'; Crusca IV, 'vivanda fatta di latte, come la Giuncata, Torta di latte, o simile'; 1891, P. Artusi, La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene, dolce romagnolo a base di latte); lattarolo di pesce spada (1634, G.B. Crisci, La lucerna de' corteggiani, p. 334); lattarolo (1694, A. Latini, Lo scalco alla moderna, GDLI, 'ghiandola mammaria; mammella'; GRADIT, 'lattaiolo'); nap. lattarulo (1882-1891, E. Rocco, Vocabolario del dialetto napolitano, 'ovaja di pesce').
0.7 Etimologia discussa; vedi commento.
0.8 Tutte le forme e i significati individuati rimandano, in maniera più o meno diretta, al latte; nel farlo disegnano percorsi semantici differenti e probabilmente autonomi, si ritiene pertanto preferibile, in questa sede, una loro analisi compartimentata.
- Significato 1. Questa accezione è attestata nel corpus solo nel secondo Cinquecento: Messi Sbugo e Scappi sono espliciti nella descrizione di un prodotto caseario, non lo è invece il Panonto, anche se si può dedurre che il referente sia il medesimo, in quanto i latteroli da lui citati affiancano altre tipologie di formaggio. Affidandosi alla documentazione di Crusca IV, GDLI, TB e TLIO, che citano F. Sacchetti, si può fissare la prima attestazione del significato av. 1400. Nella designazione di una varietà di formaggio, per di più fresco, è evidente il rapporto metonimico con il latte; ciò si riflette nell'etimologia della voce, plausibilmente da ricondurre al lat. tardo lactārĭum 'latticino' (cfr. DEI, latteruolo), anche se il GDLI propende per una derivazione diretta da latte.
- Significato 2. La forma lattaiuolo, e il significato ad essa associato, ossia 'lattante', sono un hapax nel corpus AtLiTeG, documentato esclusivamente in Li tre trattati (1629) di M. Gieger. Il contesto rende palese il riferimento a un animale giovane, che si nutre quindi ancora del latte materno: nel nesso logico tracciato si può riconoscere un evidente parallelo con il ben più comune lattante, e si può inoltre scorgere un nesso con l'accezione di lattaiolo come 'dente da latte' (GRADIT, Zingarelli 2023).
- Significato 3. L'accezione è quasi esclusivamente espressa nei sintagmi l. di vitella e l. di vitello, ed ha la sua prima attestazione nota ne Lo scalco alla moderna (1694) di A. Latini (GDLI); nel corpus AtLiTeG il significato è ancora documentato a metà XIX sec. ma, come suggerisce l'assenza in CA 1, la sua vitalità doveva essere già fortemente limitata. Il nesso logico con latte è trasparente, e scaturisce dal fatto che la ghiandola mammaria "produce latte"; tuttavia, è possibile ipotizzare sia una derivazione diretta da latte sia un'etimologia latina, forse dall'agg. lactārĭus 'da latte, che allatta'. La forma latteroni attestata ne Il cuoco galante potrebbe costituire un refuso analogicamente motivato.
- Significato 4. Il rimando è qui al colore e alla consistenza del latte, un uso metaforico per il quale si può trovare un parallelo nei fr. laite e laitance 'sperme des poissons, qui forme une substance blanche ressemblant à du lait caillé' (DAF IX); cfr. anche latte di pesce, presente nel corpus e segnalato nel DEI ('liquore seminale di pesce'; av. 1731, A. M. Biscioni). Il lemma può pertanto essere considerato parzialmente sinonimico con il più diffuso lattume (dal sic. lattumi, GDLI). Questo specifico significato nel corpus è riscontrabile solo ne Il cuoco galante (1820) di V. Corrado, e ulteriori occorrenze, esterne alla banca dati testuale, si rintracciano in un altro ricettario di area napoletana, ossia Lucerna de' corteggiani (1634) di G. B. Crisci: ciò lascia supporre che l'accezione sia specifica dell'area campana, o comunque in essa radicata, e che questo lattarolo sia quindi un adattamento di nap. lattarulo - registrato in diversi vocabolari dialettali, sebbene con significati non pienamente concordi. Il solo repertorio lessicografico napoletano che riporta, sotto lattarulo, un'accezione pertinente è il Vocabolario del dialetto napolitano (1882-1891) di E. Rocco: 'ovaja di pesce', una glossa però segnalata come non certa; è invece pienamente coerente la definizione di lattarulo data da D.R. Greco, nato a Lecce ma di casa a Napoli, nel suo Nuovo vocabolario domestico-italiano mnemosino o rimemorativo per avere in pronto e ricercare i termini dimenticati o ignorati (1856): 'sostanza bianca e consistente, che trovasi ne' pesci maschi al tempo della fregola, e con la quale fecondan l'uova gettate dalle femmine'.
Nessuno dei significati ancora vitali, riportati nel GRADIT e nello Zingarelli 2023, è rappresentato nel corpus AtLiTeG.
0.9 Categorie
0.11 CA 1; Crusca I-V; DAF IX; DEI; GDLI; GRADIT; Greco 1856; Rocco 1882-1891; TB; TLIO (lattaiuolo; latteruolo); Zingarelli 2023; Crisci 1634: 334.
Autore della scheda: Giovanni Urraci
Pubblicata il: 31/05/2024
Condizioni accesso: Open Access
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/134