trionfo s.m. Completa da revisionare

0.1

  1. Decorazione di grandi dimensioni realizzata in materiale deperibile (generalm. zucchero) posta a ornamento della tavola

0.2

  1. trionfi -
  2. trionfo -

0.3

trionfetti (Roma 1814)

trionfo di zucchero (Bologna 1647)
trionfi di zucchero (Bologna 1647)

0.4 trionfo (Lo scalco prattico, 1627; Roma). 

0.5

  1. Decorazione di grandi dimensioni realizzata in materiale deperibile (generalm. zucchero) posta a ornamento della tavola
    1. Lo scalco prattico (1627, Roma) = Il quinto piatto fù adornato con un trionfo pur di pasta di marzapane, che conteneva tre statue intrecciate insieme, che rappresentavano le tre gratie, in atto di sparger fiori di varie sorti di pasta di zuccaro, ogni cosa miniata, e arricchita d’oro. (291)
    2. Lo scalco prattico (1627, Roma) = Trionfi di pasta di marzapane; al primo piatto l’Abbondanza; al secondo piatto la Charità; al terzo piatto la Temperanza; al quarto piatto la Giustitia, tutti regalatamente fatti, e serviti in baciletti dorati. (36)
    3. Lo scalco prattico (1627, Roma) = Il medesimo servitio freddo haveva di più cinque trionfi di butiro, uno per piatto, cioè . Al primo, un ballo di pastori, e di ninfe, con varii instromenti in atto di suonare. Al secondo, un lione, che con la zampa destra alzata sosteneva uno scudo, nel quale erano le armi dello sposo, e della sposa. Al terzo piatto, un barbaro in atto di correre; e il piano del piatto dove era posato si vedeva tutto tempestato d’api indorate. Al quarto piatto, quattro arboretti, che rappresentavano lauri coperti da moltitudine d’api indorate. Al quinto piatto una serena, appoggiata à una colonna incoronata. (292)
    4. L'apicio (1647, Bologna) = Nel mezzo della tavola, compariva un trionfo tutto di zucchero contornato d’oro, che rappresentava la Giustizia, la Pietà, e il Valore, che sosteneano ciascheduno con una mano in alto una grande aquila inargentata, e nel piedestallo di detto trionfo si leggevano in lettere d’oro le seguenti parole di quel poeta famoso. E cosi sia che vole L’aquile estense oltre le vie del sole. (89)
    5. L'apicio (1647, Bologna) = Amore in trionfo di zucchero artificioso. Amoretti fatti di zucchero in atto di ferire. (Indice-1)
    6. L'apicio (1647, Bologna) = V’erano prima alcuni trionfi di zucchero dorati, l’uno de’ quali rappresentava l’abbondanza, col cornucopia, e spiche alla mano. L’altro rappresentava la pace con un ramo d’olivo, e ambe alludevano allo stato, in che sua eminenza lasciava la città. Nel mezzo d’esse, v’era la statua fatta al naturale d’esso eminentissimo con una felsina prostrata, che in un bacino dorato le presentava i regni pontificii col motto che dicea augurium felsineum. Ogni cosa di purissimo zucchero. (46)
    7. L'arte di ben cucinare (1662, Mantova) = Da capo della tavola s’ergerà un trionfo fatto di zuccaro, quale sarà la caduta di Fetonte. Dall’altro canto, il carro trionfale di Cesare, quando entrò in Roma vincitore doppo haver superato Marc’Antonio. (127)
    8. L'arte di ben cucinare (1662, Mantova) = Levate che saranno le frutta, nel mezo della tavola s’erga un trionfo, fatto di zuccaro a guisa d’un monte, nella sommità di cui veggasi Orlando quando partito dalla famosa rotta di Roncisvalle, doppo ch’hebbe sonato il tremendo corno per invitar Carlo Magno ad assisterle in quell’estremo bisogno, né vedendolo comparire, né altri de’ suoi al necessario soccorso, disperato, tutte le sue forze raccogliendo, con la sua spada diede un colpo così gagliardo, che divise una vastissima pietra in due parti. S’ha da vedere la gran pietra divisa, la Dorlindana impugnata, e il corno a’ piedi. (132)
    9. L'arte di ben cucinare (1662, Mantova) = Nel mezo della tavola s’ergeva un trionfo fatto di zuccaro, ed era il monte Olimpo, con l’altar della fede, nella sommità del quale erano due puttini, che sostentavano una corona reale sopra l’arma di sua maestà, d’ambedue le parti della tavola vi erano compartiti quattro vasi di naranci con l’albero, frutti, e frondi fatti di gelatina, quali havevano apparenza naturale; fra un vaso, e l’altro, era una galeria fatta tutta di zuccaro in buon dissegno d’architettura, e nella prospettiva d’ambe le parti da una parte dodici colonne corinthie, e dall’altra dodici di ionico, e in una di queste galerie erano le statue de’ primi guerrieri, che nell’arte militare fatto hanno opere di meraviglia, e anco con varie bizzarie d’animali, come in tali galerie soglionsi vedere. (135)
    10. Risposta di Carlo Fontana (1668, Roma) = Il terzo trionfo erano due vasoni di pasta di zucchero historiato di basso rilievo, divisi in due piatti imperiali, e dalle bocche loro uscivano quindeci rami di gigli che terminavano in una campanella che buttava fuori frutti sciroppati; d’intorno al giro del piatto sorgevano cinque guglie alte un palmo di diversi frutti sciroppati. (18)
    11. Risposta di Carlo Fontana (1668, Roma) = Ricorreva intorno al secondo trionfo di biscotti di cioccolata una balaustrata di cedro candito, che sostentava quattro fronde di pasta di zucchero piene di amandoline, e briccocole verdi candite, sopra le quali usciva un pomo d’Adamo con foglie grandi, che reggeva il secondo piatto in aria con dentro castagnole di zucchero coll’odore d’anisi, risaltandovi un mazzo di fiori di zucchero lumeggiato d’oro, regalato il piatto di biscotti di zucchero bianco. [...] Il settimo trionfo era una torta di diversi canditi, tempestata di cime di cedro, e di sparigi canditi, che si foltivano una selva, con due statuette rappresentanti la favola di pane, e Siringa alzate sopra una vite, che contornava il piatto, e nel mezzo siedeva un cagnolo di pasta di zucchero pieno di canditi regalato il piatto di frutti in aceto. (19)
    12. Risposta di Carlo Fontana (1668, Roma) = Erano sei i trionfi di credenza alti palmi cinque, e mezzo in circa. (17)
    13. Libro di secreti per fare cose dolci (1748, Sicilia) = Modo di fare statuette Tirarete vostro zuccaro a tavoletta; quando arriva a quella cottura, ci metterete un poco di zuccaro fino con un poco d’agro di limeone, che sia ben battuta – questa sudetta robba la tenerete pronta –. Arrivato il detto zuccaro al dovere, ci metterete queste dentro e meschiarete sempre, avertendo di tenere le forme unte, le statuette, d’oglio d’amandole dolce, o pure un poco di menteca fresca; per buttare la detta robba dentro, avertite che le dette forme siano ben legate con li tasselli; fredde che siano, sciogliete con diligenza e servitevi per dove volete, sopra li trionfi sono buonissime. (64)
    14. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = Pastigliaggio per abbellimento delle croccanti, e per trionfetti di credenza. Zucchero in pane, o fioretto asciutto una libra, ed una libra e mezza, o due ancora di polvere fina d’amido, gomma dragante ammollata nell’acqua, e passata per setaccio, quanto basta per fare una pasta maneggievole nel mortaio, che dopo formati con essa i lavori con le stampe, si fanno asciugare in stufa. Questa pasta potrete colorirla come volete, ved. i colori diversi nel principio del Trattato della Credenza, alla fine di quest’Operetta. Potrete ancora far la pasta più buona, con tanta polvere d’amido, e tanto zucchero. Si osservi ancora di far la pasta più presto dura, ma che sia ben maneggiata, e nel tempo che si fanno i lavori con essa, si deve tener coperta con un panno umido acciò si conservi maneggievole. (210)
    15. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = ancora una zuccheriera a parte, oppure un tondino con zucchero fino in polvere. I fichi, ed i meloni, oltre che si possono servire per orduvre di Credenza, si possono ancora servire per frutti con il servizio istesso di Credenza. I frutti in aceto, e le olive si possono servire, tanto per orduvre, che per insalate con il secondo servizio di Cucina. I salati di maiale, ed i salumi di pesce, crostini, butirro, radicette ec. si servono per orduvre di Credenza con il primo servizio di Cucina; alcune volte ancora si serve per orduvre il Cappone di galera fatto dal Credenziere, abbenché questo è meglio di servirlo con le insalate. I formaggi si servono con sotto una salvietta ben piegata. I sorbetti gelati in pezzi, o in casciotte, si servono sempre in tavola nei tondini con una salvietta sotto al sorbetto. Le castagne tanto allessate, che cotte arrosto, si servono ben calde dentro una salvietta piegata con molta pulizia. Tutta la biscottineria si serve dentro piccoli trionfetti guarniti di pastigliaggie, oppure di cartine di Francia, o di altri adornamenti ancora secondo il buon gusto di chi lavora. Non avendo trionfetti, oppure servendo l’ordinario, si accomoda la biscottineria nei tondini con sotto una carta bene intagliata, e che formi una certa guarnizione, ed ancora si possono coprire con campane di cristallo. I sciroppati serviti per composta, si servono (349)

0.7 da triŭmphu(m), a sua volta dal gr. thríambos 'inno in onore di Dionisio'. 

0.9 Categorie


Autore della scheda: Lucia Buccheri

Pubblicata il: 31/05/2024

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Doi: 10.35948/ATLITEG/Vocabolario/465