0.1
0.2
0.3
0.4 cesame (Modo di cucinare et fare buone vivande, 1325; Firenze)
0.5
0.6 cesame ‘salsa densa (usata per condire preparazioni di carne o di pesce)’ (TLIO, 1359-63, fior. Libro di spese del monastero di Santa Trinita di Firenze);
cesime ‘sorta di salsa, intìngolo’ (LEI, 1344-45, LibroMensaFrosini, GAVI 16/6); cisame nella loc. (rosto in) cisame, venez. ant. ‘sorta di salsa,intìngolo’ (LEI, fine sec. XV, LibroCucinaConsiglio 93);
cesame, orv. ant. ‘fritto elaborato di pesce’ (LEI, ante1438, Prodenzani, Ugolini, ContrDialUmbra 1.1);
0.7 lat. *caesāre/*caesus; *cisus (LEI)
0.8 Alternativa ad altri condimenti o salse, come lo schibece o il civiere (Schianca 2011), il cesame è una sorta di salsa agrodolce, a base di cipolle, aceto e/o vino bianco, spezie di vario tipo (ad es. zafferano), pane, uova e frutta secca (ad es. datteri) utilizzata in accompagnamento a carni arrostite o pesci fritti. La parola sembra assumere tuttavia un significato ulteriore, indicando una preparazione nella quale la carne e il pesce sono ingredienti del cesame. In questi casi, nei ricettari antichi appare frequente la formula ‘cesame di’ (cfr. Schianca 2011, s.v. cesame). A tal proposito va ricordata l’attestazione di cesame quale ‘fritto elaborato di pesce’ in orvietano antico (ante 1438, Prodenzani, Ugolini, ContrDialUmbra 1.1, via LEI, s.v. *caesāre/*caesus; *cisus).
La voce cesame, ampiamente documentata nei ricettari del nostro corpus, è assente nei vocabolari storici e moderni. Benché costituisca una delle più diffuse salse dell’epoca medievale, la parola non sembra avere continuatori moderni. Tuttavia, una preparazione molto simile sembra essere il sisam o sisame del lago di Garda. Il sisam di area gardesana è una preparazione a base di alborelle essiccate (pesci tipici dei laghi settentrionali), cipolla affettata, aceto e vino bianco, zucchero, chiodi di garofano. La ricetta condivide con l’antico cesame la maggior parte degli ingredienti. Dopo essere stato fritto, il pesce viene fatto sobbollire lentamente con i vari ingredienti per poi essere servito con polenta; oppure viene conservato con il liquido di cottura in barattoli di vetro o vasi di ceramica per essere consumato nelle settimane a venire.
Che il moderno sisam di pesce del lago di Garda, conosciuto anche nel bresciano, sia da collegarsi all’antico cesame/cisame resta una suggestiva ipotesi che se confermata costituirebbe un continuatore moderno dell’antica ricetta.
Dal punto di vista etimologico, la voce cesame viene fatta derivare da *caesare/*caesus; *cisus (LEI, s.v.). Secondo Frosini (1993) la base è caedere/caesum (per il quale cfr. TLL) e potrebbe fare riferimento al tipo di taglio della carne o del pesce utilizzato nella preparazione della ricetta. Dal punto di vista fonetico, cesame alterna con cisame, per il quale secondo il LEI andrebbe considerata una diversa base etimologica, *cisus. La prima attestazione è tuttavia cesime (fior.a. m. ‘sorta di salsa, intìngolo’ 1344-45, che seguendo Frosini (1993: 165-166) è la prima attestazione di un continuatore in -IMEN della voce più frequente che termina in -AMEN. Trova riscontro l’affermazione circa la presenza delle forme in -i- nei ricettari di area veneta, contro le forme in -e- presenti nei ricettari toscani. Nel nostro corpus la forma in -i- è presente anche nel ricettario ferrarese “Banchetti, compositioni di vivande et apparecchio generale”, mentre le forme in -e- anche nei ricettari di area mediana.
Sul collegamento semantico con la base *caesare/*caesus; *cisus (LEI, s.v.) l’ipotesi che si tratti di una preparazione nella quale il “taglio” del pesce o della carne costituisca un aspetto di rilievo viene suffragata dall’esistenza del berg. ant. vi ciso m. ‘vino tagliato’ (Lorck 1429: 121) e dal sintagma it. sett. vini cisioli (overo sforzati) cioè ‘vini tagliati’ (Gallo 1569: 81) come riportato in LEI, s.v. *cisus. Tuttavia, 'tagliato' in enogastronomia è termine tecnico con il quale si intende un vino prodotto con una miscela di uve o di vini diversi detti vini da taglio (si veda GDLI, s.v. taglio, “miscelazione di un vino corposo e ricco di alcool e di colore con uno più debole per migliorarne le qualità”; “vino ottenuto dalla miscelazione di uve provenienti da vitigni diversi”).
0.9 Categorie
0.11 LEI; TLIO; GDLI; Lork 1429: 121; Gallo 1569: 81; Frosini 1993: 165-166; Pregnolato 2019; Schianca 2011
Autore della scheda: Valentina Retaro
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/405