0.1
0.2
0.3
0.4 paniccia (Libro de la cocina, 1366, Toscana sud-orientale)
0.5
0.6 paniza 'farinata di panico', Bonvesin, Volgari, XIII (TLIO);
paniccia, 'farinata di panico', Libro dela cocina, XIV (tosc.); nel sign. di 'farina usata per preparare la farinata di panico', Registro di Entrata e Uscita di Santa Maria di Cafaggio (REU) 1286-1290 (TLIO); nel senso di 'farinata', e di 'materia ridotta come farinata', TB; 'vivanda fatta d'acqua, e farina, cotta nella pentola al fuoco, alla quale anche diciam PANICCIA, usata da' poveri huomini, e contadini', Crusca I-IV, ma si veda anche Crusca I-IV, s.v. polenta 'vivanda, secondo noi, fatta d'acqua, e di farina di castagne, a guisa di paniccia'; GRADIT
0.7 Lat. mediev. panicia (DEI s.v. paniccia), lat. mediev. panīcĭa(m), der. di panicium “panico” (GRADIT).
0.8 La paniccia, preparazione a base di panico, si presenta generalmente come una sorta di polenta molto debole che accompagnava le carni particolarmente grasse, come la carne d'oca. Viene spesso associato al miglio al quale assomiglia. Il panico è in effetti una antica graminacea. Nel nostro corpus si distinguono le preparazioni nelle quali il panico è cotto insieme alla carne, dalle preparazioni nelle quali è cotto separatamente. Si attesta anche una versione fritta nella Cuciniera genovese del 1893, dove tra l'altro è attestato anche un uso di paniccia come sinonimo di composto denso, come attributo della crema pasticciera.
In effetti, prima Crusca I-IV e poi GRADIT distinguono tra un sign. di 'massa liquida piuttosto densa e molliccia, poltiglia' (che GRADIT assegna al toscano) da un sign. 'focaccia di farina di ceci ' (che GRADIT assegna alla Liguria).
0.9 Categorie
0.10.1 panicata (s.f.) ,
0.11 DEI, TLIO, TB, Crusca I-IV, GRADIT, Schianca 2011
Autore della scheda: Valentina Retaro
Pubblicata il: 31/05/2024
Condizioni accesso: Open Access
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/424