0.1
0.2
0.3
0.4 panata (L'Apicio Moderno, 1808; Roma).
0.5
0.6 panata (av. 1704, Menz. Sat. 3, TB; GRADIT; Zingarelli 2023); pan bollito, panata (DM 1);
panada (1380, Francesco di Vannozzo, Rime, TLIO e GDLI).
0.7 Da pane (Nocentini, s.v. panata).
0.8 Panata è attestato nel nostro corpus a partire dal XVI secolo, sia nell'Italia centro-meridionale che nell'Italia settentrionale, col significato di 'crema densa ottenuta con mollica di pane cotta in acqua oppure nel brodo o nel latte, adoperata specialmente come farcitura'. Come spiega Carnevale Schianca 2011: 463, quattro ricette di panata sono contenute nel libro dedicato alla cucina per i convalescenti di Bartolomeo Scappi: «la "panata semplice" si prepara togliendo la crosta al pane raffermo, dividendolo a cubetti della grossezza di nocciole, ed ammollandolo per un quarto d'ora nell'acqua bollente; dopo di che si scola e si prosegue la cottura con aggiunta di altra acqua e zucchero (non si mette sale); il risultato è una pappa più o meno fluida; varianti più sostanziose sono previste con l'aggiunta di brodo di cappone, uova, latte di mandorle o semi di melone». Panata è anche il nome di varie minestre a base di pane cotto con acqua o brodo e odori vari («in alcune regioni italiane sono simili al pancotto, in altre a una torta con uova», Treccani, s.v.). È adoperata anche come alimento per neonati («Trascorsi i primi cinque o sei mesi si può dargli alcune cucchiajate di panata, di pappa, o d’una crema di pane ben cotta. […] La panata si prepara facendo bollire la crosta di pane, ed unendovi, in proporzione che questa si gonfia, del brodo fatto con alcune once di vitello o di bue, la si aromatizza in seguito con un poco d’acqua d’arancio, e la si addolcisce collo zucchero», Capuron 1838: 121) e come 'rimedio empirico formato da latte e mollica di pane e usato come emolliente' (GDLI, s.v. panata, significato 2). Indica invece una minestra di pane grattato, uova e formaggio, stemperata con brodo caldo e cotta con brace all'ingiro, nella Scienza in cucina di Artusi: «questa minestra, con cui si solennizza in Romagna la Pasqua d'uovo, è colà chiamata tridura, parola della quale si è perduto in Toscana il significato, ma che era in uso al principio del secolo XIV» (Artusi 2010: 73).
0.9 Categorie
0.10.1 pane (s.m.) ,
0.11 DEI; DM 1; GDLI; GRADIT; Nocentini; TB; TLIO; Zingarelli 2023; Artusi 2010: 73 e nota 16; Capuron 1838: 121; Carnevale Schianca 2011: 463.
Autore della scheda: Chiara Murru
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/202