0.1
0.2
0.3
0.4 almivere (Lo scalco prattico, 1627; Roma)
0.5
0.7 Dallo sp. almíbar 'sciroppo' < ar. sp. al-mība 'sciroppo di mela cotogna'.
0.8 La voce non è registrata in nessuno dei principali repertori lessicografici, e risulta attestata esclusivamente ne Lo scalco prattico (1627) di Vittorio Lancellotti e nel ms. conv.soppr.F.VIII.1834 conservato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
Si tratta di un probabile ispanismo, che risulterebbe peraltro coerente con altri innesti lessicali del Lancellotti: è possibile ipotizzare una derivazione dallo sp. almíbar 'azúcar disuelto en agua y cocido al fuego hasta que toma consistencia de jarabe' (DLE), e più precisamente un adattamento della forma almívar, la cui prima attestazione è documentata dal DCECH tra il 1493 e il 1495. A sua volta almíbar deriverebbe dall'ar. sp. al-mība 'sciroppo di mela cotogna', per cui Dozy ipotizza una provenienza dal persiano mey be 'nettare di mela cotogna' (DCECH).
Indagini nel NTLLE mostrano che almívar è forma vitale almeno sino al primo 1700, e ha quali referenti gli sciroppi prodotti mediante l'ebollizione sia del solo zucchero sia della frutta. Almívar è inoltre attestato in due dizionari plurilingue italiano-spagnolo, ossia Vittori 1609 ('licore di confetture liquide') e Franciosini 1620 ('miva, cioè sugo di cotogne inzuccherate'), e particolarmente eloquente risulta la definizione offerta da Oudin 1607: 'sucre fondu, sirop, composte ou confiture faite avec du sucre'.
0.9 Categorie
0.11 DCECH; DLE; Franciosini 1620; NTLLE; Oudin 1607; Vittori 1609.
Autore della scheda: Giovanni Urraci
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/287