0.1
0.2
0.3
0.4 frittata (Libro de arte coquinaria (Anonimo Catalano), 1498; Toscana)
0.5
0.6 *Frittata (av. 1484, DELIN, nel significato di 'pietanza d'uova frullate e cotte in padella con olio o burro, in forma tondeggiante'; TLIO; Crusca V, ‘vivanda fatta di uova frullate, spesso stemperate con un poco di acqua, e leggermente fritte nella padella, in forma schiacciata e rotonda come il fondo della padella stessa’; TB, 'vivanda d'uova dibattute e versate in padella con poco olio, burro o strutto, cotte celeremente in forma più o meno sottile, larga e piana'; GDLI, che riporta il significato antico di 'frittura (di pesce)', ma anche i diversi modi di preparare la frittata: frittata alla campagnola o frittata verde 'quella che si ottiene aggiungendo alle uova crude sbattute erbe varie tritate'; frittata avvolta 'quella che, dopo la cottura, si condisce con burro e formaggio o verdura, oppure si spalma con marmellata, e si avvolge quindi a rotolo'; frittata doppia o ripiegata 'quella che si ripiega a metà, dandole forma semicircolare, quando ha preso consistenza da un lato'; frittata in zoccoli 'quella che si prepara tagliando prosciutto a piccoli dadi, soffriggendolo in padella, versandovi quindi sopra le uova frullate e ripiegando per lo più a metà il composto così ottenuto'; frittata rognosa 'quella arricchita con pezzi di carne secca'; frittata semplice, toscana, fiorentina o frittata in foglio 'quella a base di sole uova e formata da un solo foglio sottile'; GRADIT: 'vivanda preparata friggendo un impasto di uova sbattute con aggiunta di ingredienti vari fino a che non si rapprenda'; SC).
0.7 Da fritto (DELIN s.v. friggere).
0.8 La voce frittata e le sue varianti sono attestate nel nostro corpus a partire dall'ultimo quarto del Quattrocento. DELIN fa derivare frittata da friggere, a sua volta dal verbo latino di probabile origine onomatopeica frīgere. DEI, oltre a riportare due forme non attestate nel nostro corpus, frittatone (XVIII sec.) e frittatuccia (XIX sec.), informa che frīgere in origine significava 'cuocere a secco' e che poi pass al significato di 'friggere'. Carnevale Schianca evidenzia che la preparazione soffritta a base di uova coincide con quella delle «ova crispata» del Liber de coquina - che prevede che le uova vengano ben battute e poi fritte in un grasso come si fa con crispelli e tortelli - e con quella del ricettario di Maestro Martino, in cui si consiglia di aggiungere un poco di latte e acqua per ottenere una frittata più morbida (2011: 245). A caratterizzare la frittata è il «consolidarsi del battuto d'uova in uno strato uniforme, che conferisce alla preparazione l'aspetto di un tortino»: la semplicità e la diffusione popolare della preparazione fa sì che spesso nei testi le istruzioni su come realizzare vivande a base d'uova sbattute vengano implicitamente affidate alla parola frittata (v. infra). Capaci ricorda il tono di confidenza e quasi di complicità a cui Artusi ricorre nel dialogare con il pubblico riguardo una preparazione a base di uova talmente semplice da accomunare tutti coloro che si mettono ai fornelli. Nel capitolo della Scienza in cucina dedicato alle uova si legge: «Chi è che non sappia far le frittate? E chi è nel mondo che in vita sua non abbia fatta una qualche frittata? Pure non sarà del tutto superfluo il dirne due parole». «Evidente l’uso ambivalente del termine frittata, inteso non solo come pietanza, ma anche come incidente fortuito, piccolo disastro quotidiano. La frittata «in foglio» alla fiorentina è quella da preferirsi secondo l’Artusi, che ironizza su chi, arrotolatala sulla forchetta, ne vorrebbe, tanto è buona, mangiarne una risma» (Capaci 2011: 204).
0.9 Categorie
0.10.2
0.11 DEI 1720; DELI 615; SC; Crusca V; GDLI; GRADIT; Nocentini 464; TB; TLIO. Capaci 2011; Carnevale Schianca 2011.
Autore della scheda: Valentina Iosco
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/164