0.1
0.2
0.3
0.4 amarenche, amarenghe, marenche, marenghe (1748, Marceca; Sicilia).
0.5
0.6 *merenga (1724, Il cuoco reale e cittadino, Iacolare 2022); meringa (a. 1850, G. Rambelli, Vocabolario domestico, DELIN, DISC, GRADIT, Zingarelli 2023; 1905, DM 1, GDLI).
0.7 Dal fr. meringue 'dolce di pasticceria molto leggero, ottenuto da un impasto di albumi montati a neve e zucchero semolato, cotto in forno a fuoco molto basso' (TLFi s.v. meringue), attestato dal 1691 (Thomassen 1997: 170).
0.8 L'etimo remoto sarà probabilmente il lat. merenda(m) 'pasto leggero pomeridiano', a partire dal quale i significati specifici qui proposti sembrerebbero essersi sviluppati nel piccardo (Jänicke 1968, DELIN; per von Wartburg l'etimo è sconosciuto: FEW 21,494). Le prime attestazioni del tipo in Romània scoraggiano l'ipotesi di una derivazione di tipo toponomastico (che si tratti della sassone Mehringen o della Meiringen nell'Oberland bernese; cfr. ancora Jänicke 1968, in partic. p. 564). Anche meringa fa ad ogni modo parte di quei francesismi che nel XVIII secolo entrarono nell'italiano gastronomico come lessico tecnico culinario (Frosini 2009). La documentazione esibisce una notevole varietà di adattamenti del prestito, con oscillazioni tra l'occlusiva velare sorda e quella sonora e mutamenti in protonìa (maringa, marinca), in posizione tonica (merenga) o in entrambi i contesti (marenca, marenga), talvolta anche con metatesi vocalica (mirenga). Nel vocabolario di Casaccia posto in appendice alla Cuciniera genovese la forma marenga è segnalata come il corrispettivo dialettale genovese del tipo meringa, considerato dunque a quell'altezza cronologica (1893) di diffusione sovralocale. Rispetto a quanto si legge nella documentazione, la prima occorrenza del tipo in un testo italiano, nella forma merenga, è nella princeps del Cuoco reale e cittadino del 1724 (Iacolare 2022: 1128). Per quanto riguarda le forme amarenche e amarenghe, piuttosto che a un incrocio con l'agg. amaro, la a- potrebbe essere dovuta a una errata discrezione nel sintagma uova marenche. A proposito di questa locuzione, si può osservare che anche l'assol. meringa designasse talvolta una preparazione analoga, come emerge dalle preparazioni descritte nei ricettari stessi (Cuoco piemontese, p. 374: «facendovi de’ piccoli mucchi della grossezza della metà d’un uovo [...] e poscia ne unirete due l’una contro l’altra»; F. Leonardi, Apicio moderno, VI.244: «unite due Maringhe insieme a foggia di un uovo, e servite per Guarnizione»; I. Cavalcanti, Cucina teorico-pratica, p. 76: «e quindi riunendole in coppia ne formerai come tanti ovi»; G. Brizzi, La cuciniera moderna, p. 175: «In fine staccherete ad una ad una con diligenza le marenghe dalla carta [...] ed accoppiandone due avrete la figura di un uovo intiero»). In sincronia è inoltre documentata anche la polirematica meringa all’italiana 'albume d’uovo montato a neve con zucchero sciolto in acqua bollente, usato nella preparazione di semifreddi e cassate' (GRADIT). Infine, non per tutte le occorrenze della parola nel corpus è stato possibile discernere tra il sign. 1 'composto di zucchero e chiare d'uovo montate a neve' ed il sign. 2 'dolce derivato dalla cottura di tale composto'; per mostrare come il tipo abbia assunto entrambi i significati nella storia dei testi della gastronomia, tuttavia, la distinzione è stata mantenuta sul piano della struttura della voce, presentando i casi più trasparenti tra la documentazione e lasciando da parte le attestazioni incerte.
0.9 Categorie
0.10.1 meringato (agg.) ,
0.11 DEI 2364 e 2430; DELIN 965; Nocentini; DM 1; SC; GRADIT; Zingarelli 2023; FEW 21,494; Frosini 2009; Iacolare 2022; Jänicke 1968; Thomassen 1997.
Autore della scheda: Salvatore Iacolare
Pubblicata il: 31/05/2024
Condizioni accesso: Open Access
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/334