0.1
0.2
0.3
0.4 zabaglione (Libro de cosina, sec. XVI inizio; Lombardia).
0.5
0.6 zabaione (GRADIT; Zingarelli 2023);
zabaglione (CA 1; CA 2);
xabaióne (1442 - 1500, Documenti Visconti-Sforza, GDLI s.v. zabaione, zabaglióne, zambalióne, xabaióne: "In dieta ora trovandosi assai debile fu reficiato d’uno xabaióne facto de destilato de carne de capone, de rossi de ove fresche, de zucaro et de uno poco de vino").
0.7 Etimologia discussa (DELIN s.v.; vd. infra).
0.8 La voce zabaione è attestata nel corpus AtLiTeG a partire dal XVI secolo. La prima attestazione nel nostro corpus, nella forma zabaglione, occorre nel Libro de cosina; l'origine settentrionale del termine è confermata anche dal fatto che il vocabolo è documentato, nella forma xabaióne, già nei Documenti Visconti-Sforza (1442 - 1500; vd. GDLI s.v.). La voce è presente anche nell'Opera di Bartolomeo Scappi, nella forma zambaglione, che ritorna anche nel Libro dello scalco.
Come spiega DELIN, zabaione ha un’etimologia discussa. Devoto 1968, s.v. sabaione, propone una derivazione dal «lat. tardo sabaia 'specie di birra', proveniente dalle regioni illiriche». Per Nocentini si tratterebbe dell'accrescitivo di una voce dal significato generico di ‘miscuglio’, ricorrente in piemontese nella forma zabùi, tratto da guazabùi con aferesi della sillaba iniziale: il punto di partenza sarebbe guazzabuglio o guasabüi nella variante galloromanza col significato generico di ‘bevanda ottenuta mescolando ingredienti diversi’, ridotta a zabùglio (attestato in aretino) o zabùi, da cui zabaglióne o zabaión con assimilazione delle vocali pretoniche. Secondo Alessio 1957-1958, invece, si tratterebbe di un prestito settentrionale dal francese antico chaud bouillon 'bevanda calda' attraverso un *cia(u)buglione.
La ricetta dello zabaione prevede, sin dalle prime attestazioni nel corpus, l’utilizzo di tuorli d’uovo, zucchero, cannella e un vino amabile: è prevista anche l’aggiunta di acqua o brodo (quest'ultimo, come spiega Carnevale Schianca 2011: 713, «sembra peraltro intervenire accanto al vino con funzioni corroboranti»). La componente alcolica è data, nelle varie ricette, da diversi tipi di vino (vino bianco, Malaga, marsala, Madera, malvagia moscatella, vin greco di somma). Lo zabaione viene servito specialmente in accompagnamento ad alcune preparazioni (in particolare budini) o come ripieno (per pesche o zuccotti).
La ricetta è presente anche ne La scienza in cucina, dove prevede rossi d'uovo, zucchero in polvere e vino di Cipro, di Marsala o di Madera: come si legge in Artusi 2010: 729, nota 126, «a parte l’ortografia e la scelta e la combinazione dei vini e liquori, che, ne La scienza in cucina, coincide con le indicazioni de Il cuoco sapiente, questo zabaione si situa nel quadro delle varianti descritte da chef di diverso rango. L’alternativa tra Marsala e Madera classificava un composto come d’alta cucina o di cucina borghese».
0.9 Categorie
0.10.2
0.11 DELIN; GDLI; GRADIT; Nocentini; SC; Zingarelli 2023; Alessio 1957-1958: 222-224; Artusi 2010; Carnevale Schianca 2011; Devoto 1968.
Autore della scheda: Chiara Murru
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/176