0.1
0.2
0.3
0.4 fristellis (Liber de coquina (A), 1308-1314; Napoli); frittelle (Modo di cucinare et fare buone vivande, Sec. XIV primo quarto; Firenze)
0.5
0.6 frittella (1354-1355, Giovanni Boccaccio, Corbaccio [ed. Milano, 1994]: "le suppe lombarde, le lasagne maritate, le frittelle sambucate", TLIO; Crusca I-IV nel significato di 'vivanda di pasta tenera, e quasi liquida, fritta nella padella con olio'; Crusca V nel significato più specifico di 'vivanda fatta di una fetta di mela, di una foglia di borrana, di un poco di riso o di zibibbo, intrisi con pasta quasi liquida, e fritti nella padella con olio o strutto'; TB; GDLI nel significato di 'cucchiaiata di pasta liquida, lievitata o no, per lo più arricchita con uova, zucchero, pinoli, uva passa, che viene gettata a friggere in padella o su una piastra rovente con olio o grasso (strutto, lardo o burro), a fuoco vivo'; CA 1 nel solo significato estensivo di 'larga macchia, specialmente d'untume, sulle vestimenta o su altri panni'; CA 2; DM 1 non lemmatizza il termine ma vi rinvia s.vv. beignet e Krapfen; SC; GRADIT; Zingarelli 2023; DEI con i suffissi derivativi "-aio, -etta [XIV sec.], -ina [XVI sec.], -ona [XIX sec.], -one [XIX sec.], -oso, -uzza [XVI sec.]").
0.7 Da fritto 'part. di friggere' (< lat. FRĪGĚRE; DELIN).
0.8 Sinonimo di crespella nei ricettari federiciani, la voce frittella è documentata nel nostro corpus dal Tre all'Ottocento come pietanza dolce o salata fritta in padella; e proprio dal procedimento di cottura prende il nome (DEI; DELIN; vedi supra; cfr. XIII sec., fr.a. fritel 'pâte frite contenant de la volaille, du hachis', TLFi). Le varie preparazioni attestate sono collocabili su una scala di complessità crescente che va da frittelle di sola farina, acqua e uova come il dulcamine (vedi dulcamine) a preparazioni più elaborate come le frittelle ubaldine dell'Anonimo Toscano, dove ubaldino potrebbe essere un deantroponimico da Ubaldino della Pila, noto capo ghibellino relegato da Dante tra i golosi del Purgatorio, nonché possibile committente del volgarizzamento toscano (Purg. XXIV 29; cfr. da ultimo Cupelloni 2022: 1062; Pregnolato 2022: 1034-1035, che rintraccia occorrenze mediotrecentesche dell'agg. declinato all'acc.pl. nel commentario dantesco d'Alberico da Rosciate e nell'Anonimo Lombardo). L'uovo è un ingrediente accessorio nel processo di preparazione della pastella: compare ad esempio nella ricetta delle fritelle da Imperadore magnifici dell'Anonimo Veneziano, denominazione iperbolica corrispondente alle frictelle de bianco de ovo di Maestro Martino (cfr. Carnevale Schianca 2011: 247). Come nel caso di ravioli e tortelli, nel De arte coquinaria sono previste anche varianti ripiene come le frittelle fatte in forma di pesce, che consistono in un involucro di pasta con una farcia a base di mandorle, polpa di pesce, uva passa e zucchero (vedi supra). Da considerare a parte la forma fristellis del Liber de coquina, forse incrocio col sinonimico crispelli.
0.9 Categorie
0.10.1 crespello (s.m.) , dulcamine (s.m.) ,
0.10.2
0.11 DEI; DELIN; Nocentini; TLIO; Crusca I-V; TB; GDLI; CA 1; CA 2; DM 1; SC; GRADIT; Zingarelli 2023; TLFi; Carnevale Schianca 2011: 246-250; Cupelloni 2022: 1062; Faccioli 1966: 34; Frosini 1993: 148-149; Lubello 2011: 196; Martellotti 2005: 87; Möhren 2016: 225; Pregnolato 2022: 1034-1035.
Autore della scheda: Francesca Cupelloni
Pubblicata il: 31/05/2024
Condizioni accesso: Open Access
Licenza di utilizzo: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.it
Copyright: AtLiTeG
Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/314